Alleati nel buio

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Il buio scese tra gli alberi della foresta, dolce come un manto di velluto, trovando Alina, ancora scossa, completamente impreparata a riceverlo.

Si era accoccolata tra le radici di un grande albero, e aveva lasciato gli occhi liberi di vagare attraverso la chioma fitta. Il suo cuore si era fatto via via più leggero in quel luogo vibrante di vita e la mente si era appacificata con l'idea delle Eir. Infondo, si era detta, erano creature buone, votate alla vita ed alla sua salvaguardia. Se anche fosse stato questo suo retaggio a renderla propensa alla medicina, tanto valeva sfruttarlo al meglio per essere utile, sarebbe stata comunque in grado di seguire la propria strada, indipendentemente dall'eredita ricevuta.

Mentre familiarizzava con l'idea di approfondire le proprie capacità per poter sfruttare al massimo il proprio dono, notò nel buio denso che ormai l'avvolgeva, un paio di occhi verdi come foglie in primavera, splendere nella sua direzione.

Lentamente si ritrasse più vicino al tronco, lasciandosi cullare dalle radici nodose e dal terreno morbido sotto di sé. Quegli occhi, più in alto di dove avrebbero dovuto essere quelli di un animale, si avvicinavano lentamente, scrutandola interessati.

Alina tentò di rimanere immobile nel suo angolo, sperando che l'animale, che ancora non riusciva a vedere nitidamente, passasse oltre senza considerarla degna di nota.

Il grosso felino invece si avvicinò ancor di più. Si muoveva cauto, tenendosi basso sul terreno.

Quando un raggio di luna, sfuggito al fitto tessuto di foglie sopra di lei, fendette dolcemente le ombre dense della notte, Alina rimase stupefatta da ciò che aveva davanti. La luce candida accarezzava dolcemente le forme del felino grosso come un puledro, delineandone ora i possenti muscoli della schiena, ora il profilo dritto e regale. Il mantello sembrava seta pura, di un nero tale da assorbire la luce e confondersi con le ombre, lasciando intravedere solo gli incredibili occhi verdi animati da un'intelligenza non dissimile, o forse superiore a quella umana.

L'animale le si avvicinò, cauto, agitando dolcemente la punta della lunga coda, mentre le girava attorno. Non sembrava intenzionato ad attaccarla, quanto invece a trovare delle risposte. Sembrava chiederle cosa ci facesse in quel luogo di notte, senza protezione alcuna.

La ragazza rimase affascinata da quell'incontro. Seguiva con sguardo basso le movenze del felino, stando ben attenta a non muoversi per non agitarlo.

All'improvviso, senza nemmeno accorgersi del balzo dell'animale, si ritrovò a guardarlo negli occhi. Spaventata si appiattì contro il tronco, accennando appena a tremare per la tensione. In poco tempo però si lasciò risucchiare dal verde di quegli occhi che non sembravano voler farle del male. Esprimevano curiosità, interesse, a tratti preoccupazione. Il triangolo nero e umido del naso le sfiorò il collo, solleticandole la pelle assieme alle lunghe vibrisse anch'esse color carbone; poi, d'un tratto, il felino le diede una leggera testata, proprio sotto il mento. Un ron ron basso e continuo si diffuse nell'aria, mentre Alina, sempre più sorpresa, affondava le dita nel pelo corto e setoso, accarezzando il collo del grosso predatore.

Era ben oltre dall'essere sorpresa, ma quella compagnia la faceva sentire inspiegabilmente al sicuro, e alleviava le sue preoccupazioni facendola sorridere.

Dopo qualche minuto l'animale tornò a guardarla negli occhi, per poi incitarla, un momento dopo ad alzarsi, tirandole la manica della camicia come un cucciolo fuori taglia. Quel gesto le diede modo di osservare il formidabile arsenale di zanne lucide e affilate, che anziché spaventare come avrebbero dovuto, la fecero sentire ancor più protetta.

Si alzò, nascondendo una risatina divertita dietro ad un sorriso, e si lasciò guidare, con la mano affondata nel pelo morbido, ovunque il suo inusuale accompagnatore avesse intenzione di condurla.

Rebirth - l'albero del silenzioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora