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Mi fa male rivedere la casa da ricchi dove sono cresciuta,mi fa ricordare quello che non ho potuto fare fino alla terza superiore.Quei giardini mi ricordano tutti gli amici immaginari che ho avuto,immaginari non veri.
I miei genitori mi hanno rinchiuso in quella casa sperando di non mettere in disonore la nostra famiglia facendo qualcosa che li avrebbe messi in ridicolo,mi facevano uscire solo per andare a scuola.
Appena compiuti sedici anni iniziavo a vedere la verità il vero modo di vivere,rendendomi conto che non ho mai vissuto la mia vita ma ho cercato di sopravvivere in quella che i miei genitori hanno scelto per me.

Arrivata vicino alla porta mi fermo con il polso a mezz'aria,faccio un profondo respiro e busso.
Mi madre arriva dopo due minuti,mi guarda e fa una faccia meravigliata come se non sapesse di avere una figlia che abita li.
"Pensavo saresti rimasta da Catarina tutto il weekend"
Neanche un Ciao,come stai?
"Dovevo parlarvi,é una cosa molto urgente"
Mi guarda con in viso un'espressione smarrita.
"Okay,entrate"
Mi giro e faccio segno alle mie amiche di venire.Loro mi raggiungono e iniziamo a camminare a passo veloce verso il salone dove trovo seduto mio padre.Lui sente dei passi avvicinarsi e si gira,mi guarda in un modo confuso come se non sapesse di avere una figlia.
"Ciao,mamma papà devo parlarvi"
Mi guardano con un viso un aria preoccupata
"Okay,dici di che si tratta"
Prendo un bel respiro profondo
"Voglio trasferirmi a casa di Catarina,lei è d'accordo."
Mamma e papà mi guardano come si avessi parlato in arabo,poi mio padre si alza e vieni vicino a me.
"Perché vuoi trasferirti?"
Non potevi dire loro la verità,li avrei feriti.
"L'anno prossimo andrò al college mi voglio abituare già da adesso a vivere lontano da casa"
Era una bugia plausibile e sembra ne i miei genitori se la siano bevuta.
Si guardano poi la mamma si gira,fa un ben respiro e rimango stupita appena parla.
"Va bene,ma dovrai diplomati con il massimo dei voti e qualsiasi cosa tu faccia di sgradevole non dire il tuo cognome"
La guardo come se mi avesse schiaffeggiato,ma mi sembrano delle buone condizioni.
"Va bene."
Felice mi incammino verso la mia stanza,predo una borsa e inizio a infilarsi tutta la mia roba.
Mezz'ora dopo sono pronta per lasciare casa dei miei genitori.
"Okay allora ci vediamo"
Li saluto mentre scendo le scale al centro di quel giardino grandissimo,ripensando a quella casa come la mia prigione.

Venti minuti più tardi la gioia di essere riuscita a trasferirmi da Catarina si trasformò in ansia.
Siamo arrivati davanti casa di Samantha,le si nota dal volto tutta la sua preoccupazione.Faccio per aprire la porta ma Samantha mi ferma
"È una cosa che devo fare io,non vorrei che assistiate alla scenata che faranno"
La guardiamo entrambe,Catarina sospira come se avesse capito il motivo di quella richiesta.
"Va bene,ma se vediamo volare coltelli e se non esci tra un quarto d'ora,arriviamo il e ti portiamo via,okay?"
Catarina sfodera un sorriso rassicurante che sembra tranquillizzare Samantha ma non me.
Lei mi guarda come per avere il consenso,la guardo e annuisco lievemente.
Si nota quanta fatica faccia ad affrontare i suoi genitori.Anche lei,come me,ha avuto genitori rigidi come i miei che non la hanno fatta uscire di casa fino ai 16 anni.
Ci siamo conosciute a scuola e solo dopo un po' di tempo abbiamo saputo che i nostri genitori sono amici e soci.
Lei ha sempre avuto un carattere che non ama confrontarsi con gli altri,preferisce state zitta e subire piuttosto che affrontare la realtà.
Noto che è molto rigida appena i genitori aprono,ma si rilassa ed entra in casa.
Sono impaziente,spero che non succeda niente di sgradevole e spero che,se sanno che anche i miei genitori mi hanno dato il permesso di trasferirmi,la facciano trasferire senza problemi.

Sono passati quindici minuti,abbiamo sentito le urla di disapprovazione sovrastare la voce di Samantha.
Faccio per uscire dalla macchina ma una mano mi ferma
"Avalon aspetta,falle risolvere questi problemi da sola.Se non lo fa ora non lo farà mai più."
La guardo,in ansia,ma annuisco e torno dritta sul cuscino.
Sento qualcosa sbattere,mi giro e vedo Samantha con le borse in mano.
Felice,scendo e corro ad abbracciarla mentre prendo le borse e le do una mano a portarle in macchina.
"Come hai fatto a convincerli?"
"La scenata l'hanno fatta,dicendomi che non sono ancora maggiorenne che non ho vissuto ancora tutta la mia vita e roba del genere."
La guardo da come si tocca il bracciale che ha al posto noto che è nervosa.
"C'è qualcos'altro?"
"Si,li ho affrontanti"
La guardo e rimango a bocca aperta,lei ci è riuscita io no.
"Che gli hai detto?"
"Gli ho detto che mi hanno tenuta in casa per buona parte della mia vita,che adesso mi sono scocciata e che voglio vivere la vita con i miei amici.Hanno smesso di ribattere scoccandomi un occhiata di rimprovero.Poi gli ho detto che i tuoi genitori hanno detto di Si ed hanno acconsentito"
Ha avuto molto coraggio ad affrontare i suoi genitori.Ci dovrà essere un motivo perché i nostri genitori ci hanno chiuse in casa fino a 16 anni.
Catarina,che nel frattempo ci ha raggiunto,ci abbraccia in un abbraccio che i ha fatto sentire a casa,tutte e tre insieme.
"Benvenute a casa mia,coinquiline"
Ci guardiamo e ridiamo come solo noi possiamo solo a guardarci.
Entriamo in macchina e ci avviamo verso la nostra nuova casa,con la nostra nuova casa forse ci faremo una nuova vita più vissuta.

Adoro i miei amici quando sono così disponibili.Gli abbiamo dato la notizia e loro sono corsi per darci una mano a sistemare la camera da letto.
Braian arriva con il suo ingresso d'effetto.
Braian ha un carattere e uno stile che esprime cordialità,affetto e amicizia.È sempre pronto a darci una mano e ad ascoltarci quando dobbiamo sforgarci.
Guarda Samantha,inizia a ridere e io è Catarina ridiamo insieme a lui.Abbiamo capito che sta pensando al ragazzo di ieri che baciava Samatha,la guarda
"Allora,il tuo amico di ieri sera?"
Samantha,che stava bevendo,per poco non si strozza con la birra.
"Era un amico di ieri sera,ma credo che ci rincontreremo li."
"Tesoro da anche qualche lezione ad Avalon e Catarina che non ne approfittano delle sere utili."
Samantha ride.
"Farò quello che potrò."

È quasi mezzanotte,i nostri amici se ne sono andati dopo averci dato una mano a sistemare un po' la casa e la camera da letto.
Ora su ogni parere è appoggiato un letto da una piazza e mezza e,sulla parete lasciata libera,tre scrivanie posizionate a triangolo.
Il soggiorno,il bagno,la cucina e lo sgabuzzino sono rimasti identici a prima.Una camera,che prima era lo studio di Catarina dove suonava,non so se hanno cambiato qualcosa.
Sono stanca,è stata una giornata lunga,vado a farmi una doccia dopo che Catarina e Samantha sono uscite dal bagno.
Quando esco le trovo a parlare a bassa voce e appena mi vedono la smettono.
"Perché avete smesso di parlare?che c'è?"
Si guardano e Samantha annuisce.
"Stavamo parlando di una cosa."
"Una cosa cosa?"parlo con un tono di voce lieve ma curioso.
"Seguimi"Catarina si alza e mi procede Samantha,invece,si avvicina a me e mi prende per mano.
Arriviamo vicino alla porta "Proibita"che sarebbe lo studio in cui nessuno ha mai messo piede se non Catarina.
Prende la chiave da dentro a una pianta e apre.
Rimango sbalordita.
In quella stanza,una piccola stanza,è racchiuso un secondo universo,una secondo vita meglio della prima.
Un Pianoforte è posizionato al centro della stanza,un violino e un contrabbasso sono posizionati ai lati del pianoforte.
Su due lati c'è una grandissima libreria e sugli altri due lati della stanza ci sono tre poltrone.
Amo suonare il pianoforte ed amo leggere.
La musica mi tranquillizza mi accoglie in una vita che sento mia.
Nei libri trovo il sapere,trovo storie che mi appassionano e trovo storie con un lieto fine.
Lieto fine.
Chissà se la mia storia ha un lieto fine.
Sapevo che Catarina suonava il contrabbasso e Samantha il violino,ma non sapevo che Catarina avesse un pianoforte.
"Allora ti piace?"
Catarina mi guarda con gli occhi pieni di speranza e un sorriso stampato in volto.
"Se mi piace?Lo amo.Ma da quando hai un pianoforte?Samantha ha portato qui il suo violino ma il pianoforte?"
"Non lo aveva infatti.Siamo andati a prenderlo a casa tua,così come i tuoi libri.Sappiamo quanto ami leggere e quanto ami suonare.Abbiamo pensato di farti una sorpresa."
Samantha mi fa un sorriso vero,uno di quelli che esprime tutto l'amore che provano le persone.
"Ma quando lo avete portato qui?"
"Questa mattina.Così come il violino.Pensavo potessero essere dei portafortuna perché i vostri genitori vi permettessero di venire qui."
Io e Samantha rimaniamo colpite dal gesto di Catarina,questa si che è vera amicizia.
Le abbraccio e mi scendono delle lacrime.
Lacrime di gioia per avere delle amiche stupende,lacrime di amarezza per non aver dato spiegazioni ai miei genitori del perché mi sono voluta trasferire e lacrime di speranza.Speranza che d'ora in poi la vita sia in salita.
Ora la posso veramente iniziare a vivere la mia vita.
Non la vita che hanno scelto per me,o il destino che i miei genitori hanno scelto per me.
Vivo la vita che d'ora in poi mi costruirò e il destino che sceglierò.
Ora apro gli occhi.

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