Jerome Valeska -vita da criminale-

CAPITOLO 27

[RILASCIATA]

Passarono due ore, quando il proiettore si spense. Rimasi per un po' a ripensare sulle immagini e i video che avevo appena visto. Non avevo più niente, ne una famiglia amorevole dove ritornare, ne un marito con cui passare il resto della mia vita.

Invece mi ritrovo sola, con un pazzo psicopatico -nonché fratello gemello di Jerome- che aveva intenzione di uccidermi. Mentre ero avvolta in questi pensieri, nella stanza entrò Jeremiah, che vedendomi con lo sguardo perso e triste mi chiese <<Dov'è finita la ragazza combattente che fino a due ore fa voleva strangolarmi?>> <<Penso che quella ragazza sia morta ormai>> risposi a voce bassa, quasi sussurrando. <<Bene, vedo che il gas ha già fatto effetto!>> esclamò battendo le mani, per poi prendermi per il braccio e scortarmi fuori.

Camminammo per un paio di minuti, attraversammo un corridoio lungo e stretto, finché non raggiungemmo una porta in acciaio. Per oltrepassarla bisognava digitare una password contenente dieci caratteri. Jeremiah mise una mano davanti alla tastiera per non farmi vedere il codice, ma invano, poiché riuscì a decifrarla. Appena la vidi mi uscì una leggera risatina che fortunatamente Valeska non sentì. Aperta la porta capì che quella non era una stanza, ma l'uscita della casa in cui ero rinchiusa da ore.

Ma non fu questo che mi sorprese, bensì il gesto che Jeremiah fece. Mi diede una leggera spinta e mi disse <<Ora ti faccio andare, ma ci rivediamo domani e mi raccomando vestiti elegante!>>. Subito dopo richiuse la porta alle mie spalle.