"Prima di intraprendere la strada della vendetta,scavate due tombe"
Confucio
Angel's pov
Entrai di corsa in casa, la porta era rimasta aperta ma ormai non mi preoccupavo da quando mia madre era morta in quell'incidente...
Mio padre non era più lo stesso da tempo e spesso si dimenticava le cose più semplici: l'acqua che bolliva in pentola, le sigarette accese; mi sentivo come la sua baby-sitter...speravo solo che si sarebbe ripreso e che avrebbe ricominciato a vivere.
Erano passati più di tre mesi da quel maledetto incidente, da quando la mia vita era cambiata. L'unica persona che si prendeva cura di me era morta e adesso, io come facevo a vivere?
Vivere senza il mio bastone?
Senza colei che mi svegliava alla mattina?
Colei che mi dava la forza per alzarmi dal letto ogni giorno?
Lei che era mia mamma ,la miglior mamma che si potesse avere.
Però stavolta in casa c'era troppo silenzio, solitamente mio padre parlava da solo o ascoltava musica tutto il giorno come un adolescente.
Arrivai in salotto e lo vidi lì seduto con in mano la pistola che aveva comprato parecchi anni prima.
Se la puntò alla tempia e mi guardò negli occhi, i suoi occhi azzurri troppo simili ai miei, disperati e sofferenti come i miei.
Era tranquillo come se non stesse per lasciarmi anche lui, come se non stessi per rimanere di nuovo da sola.
Non poteva farlo, non poteva sparire anche lui... Io come avrei fatto? Non poteva essere così egoista, esistevo anchio, ma d'altronde non si era interessato a me in sedici anni di vita, perchè avrebbe dovuto pensarci proprio quando stava per andarsene?...
Poi uno sparo che diede inizio alla mia nuova vita..."
Urlai.
Urlare era l'unica cosa che mi faceva sfogare .
... Mi svegliai di soprassalto e tutta sudata, sapendo che era solo un incubo, come ogni notte da quel giorno...
Le ragazze si svegliarono.
Ogni volta che dormivamo assieme finiva sempre così: io alle tre di notte che urlavo come una pazza, loro che si svegliavano, loro che mettevano la musica altissima per ballare e per farmi dimenticare quegli o ripetibili incubi.
Lo capivano sempre , potevo ingannare tutti ma loro due erano troppo speciali. Non avevo mai capito se leggevano nella mente o io davanti a loro recitavo così male ,ma loro mi capivano con uni sguardo, quindi non parlavano,non dicevano niente , mettevano solo la mia canzone preferita e ci mettevamo a ballare ridendo e giocando come ragazzine di 10 anni.
Kate si alzò dal suo letto e mi guardò con uno sguardo comprensivo.
"Sempre lo stesso incubo,eh. Anche se sono passati ormai due anni!" disse pensierosa mentre si avvicinava alla sua scrivania dove c'erano un paio di casse pronte per l'emergenza.
Jane mi si avvicinò e senza dire nulla mi sorrise, un sorriso sincero, per darmi conforto.
Partì la musica a tutto volume e noi come al solito ci mettemmo a ballare.
Ma stavolta c' era qualcosa che non andava, il mio intuito (che modestamente non mi ingannava MAI) mi diceva che dovevo stare attenta...
Così mi fermai e mi guardai intorno per capire cosa c'era che non andava.
STAI LEGGENDO
"Intrecci del destino"
FanfictionL'amore deve essere temuto... sei vite che si intrecciano, l'una con l'altra... Ne uscirà qualcosa di buono per le nostre tre ragazze? Kate, sensibile e dolce; Angel, impassibile davanti a tutto e a tutti e apparentemente forte; Jane, solare e diver...