La mattina mi sveglio, odio profondamente il lunedì. Harry. oggi devo parlare con Harry. Mi alzo forse troppo velocemente procurandomi un giramento di testa. Mi riprendo riaprendo gli occhi e vado in bagno per lavarmi. Alla lista delle cose che odio aggiungo anche il ciclo. Ho una grande fretta, non so perché. Anzi si lo so.
Mando un messaggio a Niall chiedendoli se può darmi un passaggio a scuola. Devo comprarmi una macchina. Un clacsono sotto casa suona poco dopo. Adoro quel ragazzo. Scendo lavata e vestita ansiosa di arrivare a scuola e passando davanti alla cucina trovo mia madre che beve il caffè. “buona giornata” le dico un po’ incerta “anche a te Sohia” risponde lei stranita ma sorridendo leggermente.
-HARRY'S POV-
Sta notte mi sono girato e rigirato nel letto, alla fine mi devo essere addormentato, la ragione? Lei. Lei e solo lei, mi riempe la testa, dopo che ho parlato con Louis la voglia di chiarire è tanta, ma una telefonata non basterebbe, ho così tante cose da dirle. Mi sorprendo di me stesso, da quando sento il bisogno di una persona? Ma lei è diversa l'ho sempre saputo,l'avevo capito già dall'inizio.
Guardo l'ora 7.35 sono in ritardo mi alzo dal letto prendo un paio di boxer puliti, pantaloni, maglietta e felpa li appoggio sul letto e vado a farmi una doccia. Mi asciugo velocemente, mi vesto, raggruppo le cose che mi servono per la scuola e esco di casa avviandomi verso la mia macchina.
Arrivo a scuola giusto in tempo prima di sentire il suono della campanella. Cavolo avevo intenzione di parlare con Sophia adesso... sarà per dopo ora ho arte.
-SOPHIA'S POV-
Non ho potuto cercare Harry perché appena arrivata la preside mi ha assegnato una ragazza nuova che aveva bisogno di una specie di tutor per il giorno che gli mostrasse la scuola e tutto il resto. “ma perché io?” dico alla preside seduta alla scrivania. Forse dovrei calmarmi solo un pochino. “non le devo nessuna spiegazione signorina Evans, ho deciso così e basta. Cristine Crage lei sarà la tua guida per tutto il giorno a lezione e in qualsiasi altro posto. E lei signorina Evans le mostrerà la scuola e cercherà di farla sentire il più a proprio agio possibile” lancio uno sguardo alla ragazza dai capelli neri e lisci seduta di fianco a me è in silenzio e sembra leggermente spaesata. “va bene” dico respirando profondamente. La preside sorride soddisfatta a me e Cristine. “bene potete andare adesso, buona giornata a entrambe.” Cerco di sembrare tranquilla lanciandole un sorriso fintissimo ma dentro sto urlando. Dopo tutto mi dispiace per questa povera ragazza che già il primo giorno si è trovata una pazza come me, immagino come si debba sentire, ma oggi non era proprio il giorno giusto. Usciamo dall’ufficio della preside e io continuo a guardarmi intorno per vedere se riesco a vedere Harry. Ma niente. “senti, mi dispiace per prima è solo che…” “si capisco” dice lei con voce bassa e sottomessa. La guardo squadrandola “allora primo giorno eh? Sei nervosa?” “un po’” “credo sia così per tutti” camminiamo in corridoio e il suono della campanella risuona alto e squillante. “ti sentirai di sicuro meglio dopo due ore di filosofia con la Lincoln” dico cercando di alleggerire l’atmosfera. Lei mi sorride leggermente tirandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Cristine è ok. Ho cercato di farle vedere il più possibile e di spiegarle come funzionano le cose nella nostra scuola, anche se ero costantemente distratta e con il pensiero da un’altra parte. A volte perdevo il filo del discorso e dovevo ricominciare, ma lei non sembrava accorgersene. Non faceva altro che annuire e scrivere alcune cose su un quaderno. Di Harry neanche l’ombra, magari non è venuto a scuola, perché? La giornata è finita, esco in cortile per salutare Abby e tutto il gruppo, lui non è neanche li. Vedo che Cristine si è già fatta degli amici. Bene. Mentre esco noto che Niall mi fa un segno per assicurarsi che vada tutto bene, io lo conforto sorridendogli con il pollice in alto ben in vista.
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We are the same [H.S.]
AléatoireLui era bello, misterioso, oscuro, brillante ma non sapeva cosa significasse amare. Aveva bisogno di qualcuno, qualcuno di non troppo diverso da lui.