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Misun

L'inverno era iniziato da poco, mentre le vacanze natalizie si stavano per concludere proprio a breve. Mi ero goduta a pieno quelle due settimane di calma e tranquillità, consapevole che a breve, non appena sarei ritornata a scuola, sarei stata letteralmente sommersa di verifiche ed interrogazioni. Dato che ero agli sgoccioli del mio ultimo anno di liceo, avrei dovuto impegnarmi più degli anni passati per terminare in bellezza il mio percorso di studi.

Quel pomeriggio stavo in casa mia, al caldo sotto al piumone sdraiata sul divano mentre aspettavo che i miei amici arrivassero a tenermi compagnia.

Avevamo quel gruppo da quando eravamo piccoli, le nostre madri erano amiche di infanzia e di conseguenza lo eravamo diventati anche noi, essendo che loro tre passavano la maggior parte del loro tempo sempre insieme. Avevo anche un fratello maggiore che aveva la stessa età dei nostri tre amici, infatti era sembrato quasi come se quell'anno le nostre mamme si fossero messe d'accordo o qualcosa del genere, soltanto uno di loro era nato un anno dopo. Io ero la più piccola tra noi sei, oltre che l'unica femmina.

Gli altri mi trattavano come se fossi la loro sorellina minore, quella a cui si deve badare e che si deve proteggere da qualsiasi altro male: erano sempre stati bravi in questo, a dir la verità.

Accesi la TV e, non appena lo feci, sentii qualcuno entrare dalla porta di casa, sapevo che era uno dei ragazzi dato che avevano quasi tutti la chiave di casa mia, dal momento che era sempre stata una sorta di ritrovo per noi.

Voltai la testa e incontrai immediatamente gli occhi del biondino mentre chiudeva la porta alle sue spalle e veniva di me con una linguaccia scherzosa. Si buttò sul divano al mio fianco e mi cinse la vita con le braccia, attirandomi a sè.

«Eccola la mia ragazza preferita!»esclamò al mio orecchio e io ridacchiai, prima di portare giocosamente una mano a scompigliargli i capelli, al chè lui fece un urletto e si staccò dall'abbraccio, prendendo a passarsi le mani sulle sue ciocche chiare con cautela.

«Sono anche la tua unica ragazza, Wooyoung.»gli risposi sorridendogli ma non ottenni nessuna risposta se non una spinta datami dalla sua spalla, probabilmente ancora arrabbiato a causa di quello che gli avevo fatto poco prima.

«Se mi ritoccherai i capelli non sarai più nemmeno una ragazza.»ribattè e io risi di nuovo prima di prendere il telecomando per passarglielo, in modo tale da ottenere il suo perdono.

«Ah sì? E cosa sarei, allora?»gli domandai retoricamente, nonostante avessi già capito dive volesse arrivare, eppure volli sentirglielo dire così da ridere ancora di più.

«Una poltiglia di polvere, ecco che cosa!»mi disse e io esplosi in una risata, prima di cingergli le spalle con un braccio e attirandolo a me per lasciargli un tenero bacio sulla guancia mentre lui era intento nel cambiare canali.

Wooyoung era così: affettuoso, talvolta anche appiccicoso, però era quello che più sembrasse mi volesse bene in quel gruppo, anche se sapevo che non era effettivamente così. Era soltanto che lui faceva molta più facilità a dimostrare i suoi sentimenti e il suo affetto rispetto agli altri e rispetto anche a me che in realtà avevo anche qualche problema di fiducia...

Fummo bloccati quando sentimmo nuovamente la porta aprirsi e questa volta due teste apparvero da essa, entrambi scuri di capelli. Si avvicinarono a noi e notai che uno dei due stava tenendo un sacco di patatine tra le mani.

«Alla buon'ora!»li prese in giro Wooyoung guardandoli camminare verso di noi, nonostante anche lui fosse appena arrivato, certo loro questo non lo sapevano, perciò conoscendolo questo era proprio il momento perfetto per prendersi gioco di loro.

Good Lil Boy[J.Y.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora