1. Laila Beck

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Laila

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Laila

Più mi guardo attorno e più l'ambiente circostante mi terrorizza. È notte fonda e mi trovo in un bosco, gli alberi sono tutti morti e privi di foglie, anch'esse secche e sparse sul suolo fangoso. Ansimante alzo gli occhi al cielo per guardare la luna: unica fonte luminosa presente e unico punto di riferimento.
Al posto di essa, però, vedo due occhi spalancati somiglianti ai miei, l'unica cosa che differisce è il colore: sono di un viola brillante stupendo. Vengo assorbita da questo colore e d'un tratto... la sveglia.

La mia fervida immaginazione mi porta spesso a compiere sogni di cui non comprendo mai il significato, mia madre dice che è perché sono sempre stata una ragazza riflessiva. In effetti di tempo per pensare e riflettere, io che ho sempre faticato a fare amicizia e a relazionarmi con le persone, ne ho sicuramente abbastanza. Gli unici individui che sopportano la mia altalenante personalità sono i miei tre migliori amici, gli unici al mondo che riescono veramente a comprendermi: Scott, Isaac e Stiles, voglio loro un bene assurdo anche se non lo dimostro sempre.

Le mie riflessioni esistenziali vengono interrotte da mia madre che spalanca la porta di colpo. -Laila, amore sbrigati o farai tardi anche il primo giorno di scuola-.

Dopo essermi fatta una doccia per svegliarmi meglio, apro l'armadio soprappensiero e scelgo di indossare dei semplici jeans strappati con una maglietta bianca e la giacca di pelle nera. Decido di truccarmi stando attenta a non esagerare per rimanere la solita ragazza invisibile che sono sempre stata.

Finita anche la colazione sento il clacson della jeep di Stiles che suona per tutto il vialetto di casa: tempismo perfetto. Saluto mamma e papà e salgo in macchina sul sedile posteriore accanto a Scott che mi abbraccia forte, posso sentire il suo profumo buonissimo.
-Addirittura oggi hai deciso di lavarti- dico io prendendolo in giro, lui mi sorride -Devo fare una buona impressione-. Mentre Stiles guida, Isaac mette alla radio Payphone dei Maroon 5: la nostra canzone preferita. Sporgo un braccio fuori dal finestrino per sentire l'aria fresca sulla pelle e mi abbandono ad una risata, la prima dopo un po' di tempo, devo ammettere: quando sto in loro compagnia anche le più piccole cose mi rendono felice.

Appena arrivati ci prendiamo un attimo per osservare la nostra nuova scuola, la Beacon Hills high school: è un bell'edificio dai colori rosso e giallo. Penso sia comunque sempre meglio della vecchia scuola, quella che hanno dovuto chiudere perché pericolante e inagibile.

Io e i ragazzi camminiamo un po' spaesati verso l'ingresso: l'espressione titubante che abbiamo stampata tutti e quattro in viso indica chiaramente la nostra estraneità a questo ambiente. I tre vengono ipnotizzati alla vista della squadra di lacrosse: per tutta l'estate mi avevano tormentato con l'idea e il desiderio di voler entrare in squadra. -Andate ragazzi, non preoccupatevi- dico io capendo che vogliano unirsi a loro, ma evitare di lasciarmi sola in un posto nuovo.

Loro sorridono e si allontanano, sempre e comunque rivolgendomi uno sguardo ogni tanto per assicurarsi che non mi senta persa. Sono molto protettivi nei miei confronti. Saluto Isaac che mi sta ancora guardando, e gli faccio cenno di non preoccuparsi, che me la caverò lo stesso in questi dieci minuti in cui sono impegnati con le loro cose da maschi.

Mi accorgo di aver dimenticato un quaderno in macchina di Stiles e mi giro per andarlo a prendere, tenendo lo sguardo basso per cercare nella borsa le chiavi della jeep che lui, fidandosi, mi ha lasciato prima. Proprio per la mia goffaggine vado addosso ad un ragazzo. -Oddio, scusami!- faccio io, senza minimamente guardarlo in faccia.

Appena decido di rivolgere uno sguardo a colui che ho accidentalmente urtato con il mio essere maldestra, mi ritrovo ad imprecare. -Oh cazzo-.

Non capita tutti i giorni di scontrarsi accidentalmente con un ragazzo dai capelli corvini, dagli occhi verde smeraldo e dalla pelle olivastra, appena più chiara della barba incolta scura. Per cui rimango a guardarlo mentre mi rivolge un sorriso impacciato, ed è quasi come volessi fargli un ritratto.

Giuro che, se in questo momento avessi un foglio e una matita, lo disegnerei davvero. Inizialmente il ragazzo è parecchio contrariato dal fatto che l'abbia accidentalmente urtato ma, quando alza lo sguardo nella mia direzione, scrolla le spalle, si presenta e basta. Capisco che ce la stia mettendo tutta per comportarsi in maniera gentile. -Piacere, Derek.- non mi tende neanche la mano, aspetta solo che gli dica il mio nome.

-Piacere, Laila.- dico abbozzando ad un sorriso. -Scusa per averti travolto, solo che è il mio primo giorno, sono parecchio nervosa, e...- La sua risata mi fa contorcere lo stomaco, e mi invita al silenzio. -Tranquilla, davvero.- scuote la testa, facendomi capire che alla fine non sia successo nulla di che.

L'impacciata ma bellissima conoscenza mia e di Derek viene interrotta dai miei migliori amici, che mi prendono per un braccio e mi trascinano via come se avessi cinque anni. Mi giro un'ultima volta verso di lui, che ha assunto ora un'espressione a tratti divertita per la scena e a tratti rassegnata, come se conoscesse il motivo per cui Scott, Stiles e Isaac mi abbiano portata via.

-Ma come cazzo vi viene in mente di portarmi via come un ostaggio?!- grido io. Stiles, che è il più calmo e pacato dei tre, mi risponde con un sorriso affettuoso e protettivo stampato in volto.

-Laila, tu sai che tutto quello che facciamo noi è per il tuo bene. Derek Hale è una persona da evitare, sopratutto se non lo conosci-.
Ho capito che i miei migliori amici abbiano dei segreti e la cosa, più che incuriosirmi, mi intristisce, poiché ci siamo sempre detti tutto. Ora capisco che, forse, sono stata sempre e solo io quella sincera al cento per cento con loro.

-Non avete comunque il diritto di trascinarmi via da un ragazzo, mentre cerco di fare conoscenza il primo giorno di scuola!- esclamo, incrociando le braccia al centro del corridoio illuminato dalla luce del sole. Ho sempre odiato essere al centro dell'attenzione, in tutti i sensi, ma delle volte i comportamenti dei miei migliori amici mi danno sui nervi.

-Appunto, lui non la frequenta neanche questa scuola.- risponde Isaac, sistemandosi la sua sciarpa azzurra, come il colore dei suoi occhi, al collo. -E allora che ci faceva qui?- domando, seppur nascondendo la curiosità. Avevo notato che fosse un pò più grande per frequentare una scuola superiore, quindi non mi stupisce più di tanto.

-Non ha importanza Laila, andiamo.- mi riprende Scott mettendomi un braccio attorno alle spalle. Decido di lasciar perdere e concentrarmi sull'ansia che inizia a prendere il sopravvento su di me, in quanto tra poco sarò nella classe di storia e mi toccherà presentarmi a tutti alzandomi in piedi. Ho già tanto a cui pensare, e quel ragazzo tutto vestito di nero è l'ultimo dei miei problemi.

ᴏᴄᴄʜɪ ᴠɪᴏʟᴀ | ᴅᴇʀᴇᴋ ʜᴀʟᴇ |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora