15. Mi hai insegnato ad essere felice

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Laila

Ho scelto il momento ed il modo peggiore per potergli dire veramente ciò che mi ronza per la testa da giorni: un pensiero insistente che occupa la maggior parte di spazio nel mio cervello.

Dovevo semplicemente dirgli la stessa cosa che ho detto a Stiles quando mi ha trovata in lacrime sul mio letto: ho paura per lui, non voglio che metta a rischio la sua vita per me, non voglio che mi metta al centro di tutto trascurando sé stesso. Voglio la sua felicità, non la mia.

Ho preferito, però, farlo allontanare subito da me. Con la faccenda di Zac, totalmente falsa, ho sentito alzarsi un muro tra di noi e non so se sarò in grado di abbatterlo ormai. Me l'hanno sempre detto i miei genitori, che quando sono agitata non so come affrontare una situazione e finisco per fare casini su casini. Mi dicono sempre di imparare a dosare le parole, e forse è l'unico momento nella mia vita in cui mi ritrovo a pensare che hanno sempre avuto ragione loro.

Derek è seduto sul letto con lo sguardo perso e le mani salde sul materasso che stringe, facendosi diventare le nocche bianche, per reprimere tutta la delusione del momento. Mi ero ripromessa che avrei fatto di tutto pur di farlo ridere in eterno, eppure sono io stessa la causa del suo attuale stato d'animo.

Penso che io stia imparando a gestire le mie capacità da licantropo perché, purtroppo, riesco a percepire perfettamente le sue emozioni: sento la rabbia, la tristezza, la frustrazione ed il dolore aleggiare per tutta la stanza.

La camera da letto di Derek è sempre stata abbastanza grande per i miei metodi di paragone, ora però risulta troppo piccola per contenere tutte queste emozioni negative. Penso che queste stesse emozioni, partendo dal ragazzo con lo sguardo perso, riescano a sfondare i muri di questa stanza. Ho la sensazione che riescano a scendere i gradini di casa per spargersi in strada e nelle vie; fino ad arrivare a Stiles, Lydia e gli altri.

Penso che loro stessi possano percepire la gran cazzata che ho fatto e gli effetti che ha avuto su Derek; posso immaginare la faccia di Althea, che reprime una smorfia di disgusto e scuote la testa in segno di delusione, essendo Derek uno dei ragazzi con cui si è trovata meglio. Mi aveva detto un pomeriggio di tenermelo stretto, e non perché avessi poche probabilità di trovare un altro ragazzo speciale come lui, ma proprio perché la mia migliore amica, e non solo lei, mi ha sempre detto che io e lui ci siamo semplicemente trovati.

-C'è gente che la aspetta per tutta la vita, invece tu l'hai trovata subito la tua persona.- mi aveva sussurrato una sera quando avevo avuto uno dei miei tanti incubi, e allora lei era corsa in camera mia e avevamo iniziato a parlare del più del meno.

Quegli splendidi occhi verdi di cui sono irrecuperabilmente innamorata adesso fanno fatica a guardarmi, hanno paura. Mantengono lo sguardo sul muro bianco alla mia destra. Forse per paura di mostrarmi davvero i suoi sentimenti, o forse per liberarsi di un peso che aveva da troppo tempo, inizia a parlare molto velocemente, mantenendo con difficoltà la calma.

-Mi stai praticamente dicendo che per te non siamo mai stati niente?- domanda retorico, avanzando verso di me. -Tutto ciò che ho provato e che provo lo sento solo io?- domanda, ancora. Più che arrabbiato è deluso, e cerca di nasconderlo come meglio può.

Delle lacrime cercano di rigarmi il viso. Sono troppo impegnata a guardare Derek che si destreggia tra parole e sentimenti e, invece di ricacciarle indietro come dovrei fare, lascio che mi scorrano sulle guance.

Ho così tanta voglia di fargli capire di stare mentendo, di tornare tra le sue braccia mentre mi regala il suo bellissimo sorriso e le sue fossette scavate; voglio rassicurarlo sul fatto che per me Zac non è mai stato niente, sopratutto ora che c'è lui; voglio dirgli di stare tranquillo; vorrei non essere costretta a dirgli tutto ciò e a farlo soffrire, ma non vedo altro modo per staccarmi dalle persone che amo senza che mi venga impedito.

Vedo i suoi occhi farsi lucidi mentre trova il coraggio di rivolgermi uno sguardo e continuare a parlare. -Sai perché fa male, Laila?- avanza ancora. Mi si stringe il cuore quando lo sento utilizzare il mio nome, come se fossimo semplici conoscenti. Sono abituata alla sua voce che mi sussurra nell'orecchio quel suo stupido soprannome: occhi viola. Voglio sentirmelo dire un'altra volta, ma capisco che avrei dovuto farmi bastare tutte le volte precedenti.

Lo guardo anche io con gli occhi lucidi. -Fa male perché mi hai insegnato ad essere felice. In te ho ritrovato la felicità sin dal primo giorno che ti ho vista; quando sei venuta a sbattere contro il mio petto mentre cercavi qualcosa in borsa.- il ricordo di quel giorno, raccontato in un altro contesto, mi avrebbe fatto sicuramente sorridere. Mentre Derek parla, mi rendo conto che ormai non ho più ricordi in cui lui non c'entri, ma d'altronde perché dovrei ricordare la mia vita prima di quel giorno?

-Ti ho guardato per la prima volta e ho capito quanto tu fossi bella, e quanto io avessi voglia di conoscerti, e di sapere chi fosse quella ragazza impacciata che non riusciva a togliermi gli occhi di dosso e non faceva assolutamente niente per nasconderlo.- mentre parla gli si forma un sorriso in faccia, ma se lo leva subito, perché capisce che questo non è uno dei tanti momenti fatto per ridere dei ricordi che ci portiamo dietro io e lui.

-Se in questo momento, tu mi dicessi che provi anche un minimo di sentimenti verso di me, ti perdonerei subito.- esclama con sicurezza, con fermezza.

-Ti perdonerei in questo esatto momento per tornare ad avere quella sensazione di completezza e felicità che solo tu mi dai e che penso nessun'altra mi darà.-

So benissimo che ragazzo fantastico sia Derek, ma non pensavo minimamente che potesse provare così tanto per me; ora ho la certezza che sto per perdere la persona più importante della mia vita e, forse, quella che mi ha amata di più.

-Io...- cerca di dire, ma le parole gli muoiono in gola. -Io?- domando; la mia voce è rotta dal pianto, tanto da non poter riuscire a dire più di questo. I miei occhi gridano ciò che non riesco a dire a voce e Derek, nonostante abbia dei sensi maggiormente sviluppati, non riesce a capirlo.

-Io ti amo.-

Questa volta sono io a rimanere in silenzio, prendendomi il tempo per trovare qualcosa da dire. Vorrei dire a tutti i medici del mondo che un cuore non può solamente smettere di battere, perché un cuore può proprio rompersi in mille pezzi, come un vaso di ceramica. E io, quel rumore di cocci rotti, l'ho anche sentito. Non è un rumore che proviene dallo sterno di Derek, ma dal mio. Ho sentito il mio cuore rompersi, quando ho capito di non poter ricambiare quelle sue due parole, altrimenti tutto ciò che ho fatto fino ad ora non servirà a nulla.

ᴏᴄᴄʜɪ ᴠɪᴏʟᴀ | ᴅᴇʀᴇᴋ ʜᴀʟᴇ |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora