CAPITOLO 64

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DRACO MALFOY.

Scendere all'inferno. Più facile a dirsi che a farsi penso agitato continuamente a camminare nella stretta cella dove mi hanno rinchiuso.

Che grande cazzata! Mi hanno portato qui con la forza, mentre gridavi ed impazzivo a vedere Lilith sparire dinanzi ai miei occhi.

I suoi occhi che prima rossi erano tornati ad essere quel castano che tanto amavo, pieni di lacrime mi pregavano di essere forte.

Mai avrei immaginato destino simile, mai avrei immaginato di poterla perdere così, nemmeno nei miei incubi peggiori.

Abbiamo passato settimane intere a cercare la chiave per risolvere i nostri problemi.

A cercare la sua maledetta arma di distruzione e come un idiota era dinanzi ai miei occhi.

Lilith era la sua arma di distruzione ed io aveva la benda sugli occhi.

Tante e tante volte l'ho vista crollare domandandomi il perché.

Tante e tante volte mi ha pregato di restare e non ne capivo il motivo, non l'avrei lasciata per niente al mondo.

Ed invece lei nascondeva un grande segreto, un orribile segreto, lei è la figlia del diavolo.

Ma come può una ragazza tanto bella e dolce avere il male dentro? Ancora non me lo spiego.

Una dolcezza disarmante, un sorriso paradisiaco, mi ha rapito il cuore e ne sono succube.

Sono leggermente deluso del fatto che Rain sapesse la verità mentre io no, so che in parte la colpa è, colpa per averla abbandonata ma ancora non mi capacito di ciò che stia accadendo.

Non c'è più tempo.

Non posso perdere altro tempo.

Lei è lì da sola in mezzo a chissà quale feccia ed io sono qui come un coglione ad aspettare una manna dal cielo.

Mi sveglia di soprassalto.

Balzo in piedi, guardandomi intorno nell'oscurità della cella.

Quando mi ero addormentato? Non era certo nei miei programmi, dormendo non avrei ottenuto niente.

Di sicuro Lilith non poteva permettersi il lusso di riposare, perché avrei dovuto farlo io?

Sento la pelle tesa, ruvida, irritata.

Metto una mano sul petto, massaggiando il punto sopra il cuore, e intanto mi cadde l'occhio sulla sedia nell'angolo.

Rain dorme profondamente in posizione fetale, i capelli bianchi che gli coprono la faccia.

Non c'era, prima che mi addormentassi.

Era stato Potter a dare il cambio ad Astoria per farmi la guardia, come due secondini.

Ed io avevo litigato con tutti.

Mi dirigo senza fare rumore accanto alla serratura è chiusa dall'esterno, come sospettavo.

Non sarebbe bastato questo a fermarmi.

Ero stato privato della mia bacchetta.

La Preside aveva cercato di farmi ragionare, aveva insistito dicendo che loro si stavano occupando di tutto.

Non avrei permesso a nessuno di fare ciò che toccava a me, anche se dubito che si erano minimamente impegnati a cercarla.

C'era un centimetro appena tra una sbarra e l'altra. Impossibile da oltrepassare.

" NO ONE CAN HELP ME." #DRACOMALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora