Sequel di 'Ventun volte te' "Com'era questa ragazza?" Paulo rifletté a lungo sulla domanda posta da me "Era bellissima, intelligente e così tenera. Con quegli occhioni azzurri osservava incuriosita il mondo, aveva un modo tutto suo di vedere le cose. Dovevi vederla quando mi diceva che aveva freddo solo per essere abbracciata, inventava mille scuse per avere un bacio. Non era la solita ragazza che amava uscire per un appuntamento romantico: lei preferiva stare a casa con una pizza e una birra a guardare una partita di calcio. Amava quando ci sdraiavamo sul prato e, abbracciati, guardavamo insieme le stelle. Era così piccola e quando si arrabbiava diventava cosí buffa che era difficile trattenere un sorriso, anche se, lo ammetto, picchiava duro. Viveva in un mondo tutto suo e dovevi vedere come danzava: era persino riuscita a farmi ballare. Mi faceva diventare pazzo con i suoi continui sbalzi d'umore, ma facevano parte di lei. A volte rimanevo così stupito da quello che diceva: frasi dette con così tanta leggerezza, ma così profonde e piene di significato. Il suo sorriso mi mandava in confusione, si vedeva che ne aveva passate tante ma ancora sorrideva. Era semplicemente unica ed io ero così fortunato ad averla tutta per me perché sapevo che quei sorrisi e quegli sguardi li regalava solo a me. Solo a me capisci? Io che non avevo fatto niente di speciale per meritarmi così tanto." sospirò "E poi?" "E poi ho fatto una cazzata e ne ho pagato le conseguenze: mi ha urlato che non voleva più saperne di me, mi ha detto di dimenticarmi di lei e poi se n'è andata. Abbiamo preso due strade diverse, siamo tornati ad essere degli sconosciuti: io con la mia vita e lei con la sua." Osservai i suoi occhi per qualche istante "Ma? - chiesi - c'è un ma, vero?" Dybala si passò una mano tra i capelli per poi puntare lo sguardo sul mio e prendere un lungo respiro. "Ma la amo ancora"