Christmas Special III: Oikawa Tooru

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I just want you for my own

More than you could ever know

Make my wish come true

All I want for Christmas

Is you


Quest'anno purtroppo io e Tooru siamo stati costretti a passare il Natale separati. In realtà è una scena che si ripete ogni anno più o meno da quando ci siamo messi insieme, cioè 4 anni fa, però non mi sono ancora abituata alla cosa, che mi rattrista ogni volta. Ogni Natale che non riesco a passare con lui lo sento come una piccola sconfitta, come se il tempo e lo spazio fossero contro di noi e noi non potessimo farci nulla. D'altronde, viviamo insieme il resto dell'anno, mentre i nostri rispettivi genitori che non per colpa loro abitano da parti opposte del Giappone ci vedono a stento qualche giorno nelle vacanze. Non è che non mi piaccia passare il pranzo di Natale con i miei, ma se potessi almeno alzarmi e abbracciare Tooru per ringraziarlo fisicamente del regalo che ogni anno mi aspetta puntuale sotto l'albero, oppure fare tintinnare il mio calice di spumante contro il suo sorridendogli, sarei certo più felice. 

Quest'anno però prima di partire per tornare dai suoi mi ha lasciato ben due scatole e 4 buste da lettere rosse con alcune parole scritte a penna gel dorata. Prima di uscire e salutarmi con un bacio fugace, era in ritardo per il volo, mi ha mollato in mano questo sacchetto contenente le buste e delle scatolette non troppo grandi, poco più di una mano, mi ha fatto l'occhiolino e mi ha detto che servivano "a farmi sentire meno la sua mancanza in questi due giorni di festa", per poi chiudersi dietro la porta senza dilungarsi in ulteriori spiegazioni. Ci sono rimasta un po' perplessa ma ho lasciato correre. Ho dato un'occhiata alle buste, su ognuna era indicato il numero, suppongo l'ordine in cui andavano aperte, e un'indicazione sulla data e l'orario in cui aprirle.

Busta numero 1: aprire la mattina della Vigilia, appena sveglia.

Cara (T/n), per farmi perdonare che anche quest'anno non possiamo passare la vigilia e il Natale insieme, ti ho lasciato questo giochino, spero ti risollevi un po' di umore, perché so già che borbotterai qualche maledizione contro di me ogni volta che passerai davanti a una mia foto appesa in casa. Dopo aver letto questo, puoi aprire la scatola numero 1. Io sarò già partito da un po', ma spero di riuscire a farti sentire un po' come se fossi comunque in mia compagnia. Un bacio, non vedo l'ora di tornare e agguantare tutti i bellissimi rotolini di ciccia che avrai messo su dopo le abbuffate festive.

Tooru

Ridacchiando tra me e me appoggio sul tavolo la busta e apro la scatola, decorata con la carta da regalo più stupida che abbia mai visto, tutta piena di gattini che indossano cappelli da babbo natale. Scarto il pacchetto e dentro trovo una scatola di legno, tolgo il coperchio e al suo interno ci trovo alcune bustine di tè chai, il mio preferito, una fetta di torta alle mele (la mia preferita, quella con cui solitamente mi vizia Tooru preparandomela lui stesso la domenica mattina, unico momento in cui ci concediamo di fare colazione con calma) e una tazza di ceramica dipinta a mano. Ma non da una mano qualsiasi, dalla sua mano: i due omini che si abbracciano stretti su un divano troppo piccolo per loro siamo palesemente io e lui, anche se dal disegno grezzo, storto e infantile si direbbe che ci abbia disegnati suo nipote di 9 anni. Il solito stupido Oikawa. In effetti non poteva non sdrammatizzare un gesto così romantico, ma d'altronde è proprio per questo che lo amo. Seppure da sola, il profumo del chai e il sapore di casa della torta di mele mi restituiscono un po' la sensazione che lui sia con me, mentre un tenue raggio di sole filtra dalla finestra illuminando quella brutta tazza di ceramica che mi fa comunque sorridere ogni volta che la guardo.

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