Haikyuu x Reader - One Shot

Easy - Ushijima Wakatoshi

Vuoi stare con me?

La voce di Wakatoshi Ushijima, il freddo e austero asso della Shiratorizawa, si era levata nel bel mezzo del silenzio più assoluto.

Lui e la sua compagna di classe, (T/n) (T/c), stavano facendo la strada insieme per tornare a casa, come ogni giorno nell'ultimo anno. Camminavano fianco a fianco lungo una normale strada costeggiata da alberi e case, i petali di ciliegio danzavano elegantemente intorno a loro, di tanto in tanto posandosi sui capelli (c/c) della ragazza e adornandole la testa come una tiara fiorita. Per un attimo, poteva sembrare una nobile principessa del Giappone feudale, con il suo incedere elegante. Certo poi rovinava tutto l'incanto sbuffando e scompigliandosi i capelli goffamente pur di scrollarsi di dosso i petali, suscitando una risata contenuta nel ragazzo al suo fianco, sempre composto.

Improvvisamente, Wakatoshi aveva puntato i piedi, si era arrestato e aveva guardato dritta negli occhi la ragazza, penetrando le sue iridi (c/o) con le proprie, sempre così indagatorie e indecifrabili. I loro sguardi si erano incontrati per una frazione di secondo, poi Ushijima aveva pronunciato quella domanda.

Vuoi stare con me?

Il suo tono era stato secco e piatto. Come se avesse chiesto, che ne so, "Hai fatto i compiti?" o "Che ore sono". Con la stessa naturalezza, Ushijima le aveva espresso i suoi sentimenti più intimi, lasciandola perplessa e interdetta per qualche secondo, con la mascella abbassata e una curiosa piega tra le sopracciglia aggrottate. Lo aveva guardato come se fosse matto.

Poi però, man mano che i secondi passavano e il silenzio aveva separato sempre di più quella domanda che reclamava risposta, i mille pensieri che le affollavano la mente si erano fermati. Le idee dapprima confuse e tra loro aggrovigliate, che continuavano a emergere nella sua mente frenetica, erano parse schiarirsi.

Un solo pensiero era risalito direttamente dal suo cuore e sgomitando si era fatto spazio nel suo cervello, cacciando via ogni elucubrazione razionale, fino a uscire direttamente dalla sua bocca con naturalezza.

"Certo."

Poi, anche il suo corpo aveva direttamente seguito il suo cuore e, trascinato dai sentimenti, che sapeva il pallavolista avrebbe fatto fatica a esternare, si era gettata tra le sue braccia, premendo le proprie labbra contro le sue.

Da quel momento, stavano insieme. Era stato tutto così semplice, così intuitivo. Ushijima si era reso conto di provare qualcosa e, banalmente, glielo aveva detto, per il semplice fatto che era ciò che pensava. E lui dice sempre quello che pensa, senza peli sulla lingua e senza freni di alcun tipo. Era la persona più sincera che conoscesse. Certo, molte volte questo suo esprimersi senza filtri poteva comportare alcuni inconvenienti, come il comunicare anche pensieri negativi in contesti in cui non era raccomandabile. Ma per lei, in mezzo a tante persone incomprensibili, che si celano dietro maschere di affabilità, persone da decifrare, da analizzare per capire davvero cosa pensino, Wakatoshi era una ventata d'aria fresca. Era limpido, trasparente. Diceva ciò che pensava senza remore. Era vero, era genuino, era sé stesso senza che ci fosse nulla da capire, da sottintendere, da suggerire. Non nascondeva nulla. Era completamente "scoperto", e questo rendeva la comunicazione con lui estremamente facile.

In più, era una persona straordinariamente sensibile e dolce, nonostante l'apparenza algida. Sotto quello sguardo di ghiaccio, si nascondeva in fondo un cuore buono e tenero, una bella persona sempre pronta a vedere il buono in tutti, senza sospetti, a tratti quasi ingenua.

Lei invece compensava rivolgendogli gesti quasi troppo espansivi, abbracciandolo con tutta la forza riposta nel suo esile corpo, sfregando la propria guancia contro la sua e riempiendolo di baci e complimenti, senza remore. Ogni volta che lo vedeva, non mancava mai di esclamare spudoratamente "Ma Wakatoshi, QUANTO sei bello oggi?", facendolo lievemente arrossire in un modo che trovava adorabile, per poi ridere di gusto, saltargli al collo e lasciare una miriade di baci su tutto il suo volto.