Liar - Miya Atsumu

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I'm driving in my car, I turn on the radio

I'm pulling you close, you just say no
You say you don't like it,
but girl I know you're a liar
'Cause when we kiss, oh, fire
Well late at night, I'm taking you home
I say I wanna stay, you say you wanna be alone
You say you don't love me, but you can't hide your desire
When we kiss, oh, fire

"Dai (T/n) ti riaccompagno io a casa, non mi va di farti tornare da sola coi mezzi pubblici, e poi devo comunque passare davanti a casa tua per tornare alla mia!" insisto sorridendole e appoggiando la mia mano sul suo braccio, per farle capire che può stare tranquilla, "Davvero non è un problema per me." Ma (T/n) continua a fissarmi col suo solito sguardo diffidente e imbarazzato, uno sguardo che mi fa impazzire ogni volta e invece che allontanarmi sortisce l'effetto opposto. Alla fine acconsente un po' stizzita e girando la testa dall'altra parte, evitando il mio sguardo, sussurrando appena un secco "Va bene. Grazie...". Salutiamo gli altri nostri amici con cui abbiamo passato una piacevole serata a mangiare e bere in un locale e poi al karaoke e ci dirigiamo alla mia macchina. Decido di fare il cavaliere fino in fondo e le apro persino la portiera, senza togliermi il mio solito sorriso che (T/n) sembra sopportare poco a giudicare dalla sua espressione e la faccio entrare in macchina al suono di un "Prego, Madame", affermazione che la fa sbuffare come quasi ogni mio comportamento di questo tipo. Ridacchio come ogni volta, alla fine quel gioco che consiste nel metterla in imbarazzo come posso e osservare ogni volta la sua reazione mi diverte parecchio, e in fondo so che anche a lei non dispiace tanto. Chiudo la portiera e mi metto alla guida. È ormai notte fonda quindi non c'è molto traffico e potrei andare più veloce, ma mi prendo comunque il mio tempo, così posso stare più a lungo con (T/n). Nel buio notturno le strade sono comunque parecchio illuminate sia dai lampioni sia dalle insegne luminose che adornano quasi ogni palazzo dato che siamo in centro. Ogni tanto getto uno sguardo di lato, per osservarla mentre si perde a guardare le strade e gli edifici che scorrono velocemente di fianco a noi, le luci cittadine illuminano il suo profilo perfetto e il suo corpo sinuoso di mille colori in movimento.

"Attento alla strada", mi dice notando la mia occasionale distrazione.

"E' che sei troppo bella stasera" le rispondo lanciandole un'ultima occhiata per poi tornare a concentrarmi sulla guida. Con la coda dell'occhio riesco a percepire comunque che si irrigidisce e la sento sbuffare come al suo solito, mi sembra però di scorgere con la coda dell'occhio un tenue sorriso. D'altronde ricevere complimenti, non quelli viscidi, piace a tutti, anche quando non lo si vuole ammettere.

Dopo circa 15 minuti, arriviamo davanti a casa sua, fortunatamente ci sono diversi posteggi liberi che mi consentono di accostare la macchina davanti al cancello del suo condominio. È una zona residenziale molto carina e tranquilla, i lunghi marciapiedi sono ornati da molti alberi che in quelle sere d'estate sono più rigogliosi che mai e rendono quelle vie particolarmente gradevoli e oserei dire romantiche. Non che l'ambiente conti molto, è da 'sta mattina che non riesco a staccare i miei occhi da quella ragazza, la guarderei per ore, è come un magnete per me. Si gira verso di me e mi fissa con i suoi splendidi occhi (c/o) così penetranti e taglienti che potrebbero intimidire chiunque, ma naturalmente non me, non sono il tipo. Su di me hanno esattamente l'effetto opposto, sono come due calamite. Mi sorride leggermente e mi dice con la sua solita voce composta e bellissima:

"Grazie Atsumu, per avermi accompagnata a casa. Buonanotte."

Si volta dall'altra parte e appoggia la mano destra sulla portiera prima che possa risponderle, ma sinceramente non ho voglia di finire così la serata, voglio stare ancora con lei, non voglio che se ne vada così presto. Avvolgo dolcemente, senza forzare niente, le mie dita attorno al suo polso sottile. Lei si volta nuovamente verso di me guardandomi leggermente sbigottita, ma riesco a vedere la sua espressione solo per pochi secondi perché mi sporgo subito a baciarla intensamente, ma senza premere troppo, lasciandole la libertà di ritrarsi se non le va. Il contatto delle nostre labbra dura a lungo, è un bacio ancora casto ma in esso langue un desiderio enorme almeno da parte mia, ma anche a lei sembra piacere. Cerca di nasconderlo, cerca di trattenersi, ma lo sento che, seppur poco, si sta sporgendo verso di me, sta cercando anche lei le mie labbra. Dopo qualche istante, che vorrei non finisse mai, mi stacco leggermente, rimanendo comunque a pochi centimetri dalla sua faccia, per vedere che espressione ha e sentire cos'ha da dire. Lei dal canto suo non cerca di allontanarsi dal mio volto, e nonostante siamo molto vicini e possa ancora sentire il suo respiro caldo, posso vedere le sue guance che hanno assunto un adorabile colorito rosato. La cosa mi fa impazzire e mi provoca un brivido lungo la schiena. Lei non dice niente, così decido di rompere il ghiaccio io,

"Posso salire?" le domando con voce languida.

"Eh? Ma che dici? Non se ne parla." Risponde impettita.

"Va bene. Allora posso darti un altro bacio?"

"Eh? N-no insomma, non voglio."

"Allora perché sei ancora così vicina a me?" la provoco, facendola allontanare di qualche centimetro e facendole assumere un'espressione ancora più imbarazzata e offesa, nonostante lei cerchi di mantenere una certa freddezza.

"Guarda Atsumu, mettiamo le cose in chiaro. Hai frainteso. L'altra notte, al bar...è stato un errore. Io ero ubriaca e t-tu pure, quindi facciamo finta che non sia successo nulla e cancelliamo quella notte dalle vite di entrambi." balbetta guardando fuori dal finestrino. Quelle parole mi colpiscono come una freccia, provocandomi una leggera fitta al petto.

"Certo che eravamo ubriachi" le dico assumendo un tono più serio ma morbido "ma questo non significa che l'attrazione tra noi due non ci fosse già prima. E io sono sicuro che ci sia sempre stata, solo che a causa dell'alcol non siamo più riusciti a trattenerla. Non ho intenzione di dimenticarmi di quella sera. Non lo rimpiango, è stata una delle notti più belle della mia vita."

Lei sembra sussultare leggermente, imbarazzata per la mia ultima affermazione. Non lo dico solo perché la desidero, quella notte che abbiamo passato insieme ubriachi a baciarci in quel bar, e poi a completare la serata a casa sua, è stata davvero magica per me. Avevo bevuto quindi il ricordo è certamente annebbiato, ma l'emozione di quelle ore rimane ancora vivida nella mia mente. La sensazione delle mie mani ruvide che scorrono sulla sua pelle liscia illuminata dalle luci soffuse del bar, mentre le sue dita sottili scorrono tra i miei capelli scompigliandoli. Lei che mi conduce a casa sua senza smettere di tendermi la mano. Il rumore delle cicale fuori mentre mi sbottona lentamente la camicia. I nostri corpi che sfregano l'uno contro l'altro, il suo mi sembrava persino più liscio della seta delle lenzuola. Non mi ricordo tutto di quella serata, i ricordi sono vaghi, però queste immagini e sensazioni mi sono rimaste perfettamente impresse. È stata una notte magica, per me. Lei mi piace da morire, e non solo fisicamente.

Le cingo la vita con il braccio e la tiro leggermente verso di me. Nonostante abbia un corpo ben allenato, oppone una resistenza davvero debolissima.

"Dai Atsumu, lasciamo perdere questa storia, è stato bello quella notte, ma non funzionerebbe. Siamo diversi." Mormora con voce poco convinta, ma mentre pronuncia queste parole avvicina di un paio di centimetri la sua bocca alla mia, sono di nuovo pericolosamente vicine. Annullo la distanza e la bacio di nuovo, un bacio più veloce ma più profondo e lei lo ricambia. Ogni volta che lo faccio sento ardere qualcosa dentro di me. I tuoi baci bruciano ma il tuo cuore è gelido.

"Ti è piaciuto?"

"No."

"Bugiarda. Dici che non vuoi, ma ti avvicini e ricambi il mio bacio. I tuoi gesti dicono il contrario delle tue parole. Non lo senti anche tu? Quando ci baciamo come un...un fuoco?" le domando infervorandomi, puntando i miei occhi nel suo sguardo luminoso e freddo come le stelle.

"Senti Atsumu, è vero c'è dell'attrazione tra di noi, però te lo ripeto non penso che possa funzionare questa cosa. Non penso che tu abbia voglia di impegnarti."

"Lasciami provare allora. Te l'ho detto, il ricordo di quella serata mi tormenta. Voglio far funzionare le cose, voglio impegnarmi. Ti prego, lasciami provare, ti voglio (T/n)." le dico con tono convinto, questa volta stringendole la mano con dolcezza. Lo penso davvero, l'attrazione fisica tra di noi è qualcosa di pazzesco, è travolgente, è innegabile. Ma c'è di più dietro. Ho sempre avuto un certo successo con le ragazze, ci hanno provato con me certe ragazze oggettivamente bellissime, ma non mi sono mai sentito attratto a nessuna di loro. Però con lei è diverso. Lei non è come quelle oche starnazzanti che mi vengono dietro e mi adulano per qualsiasi cosa io faccia. Lei è l'unica capace di tenermi testa. Credo proprio di essere cotto di lei, e non ho intenzione di lasciare correre la cosa. Rimango col cuore in gola aspettando una sua risposta. Tremo leggermente, non è da me. Lei mi sorride dolcemente, sembra davvero lusingata dalle mie parole, rimane in silenzio per un po' e mi guarda con i suoi enormi occhi scintillanti. Stringe la mia mano a sua volta e mi dice,

"Dai, vieni su."

"Lo dicevo che eri una bugiarda." 

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