Just friends - Iwaizumi Hajime

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Penso che dovremmo essere solo amici

Hajime Iwaizumi rilesse quel messaggio almeno venti volte, prima di ficcare il telefono in tasca con un gesto nervoso. Ogni volta che lo rileggeva, sentiva come se una mano ogni volta staccasse un pezzettino del suo cuore ormai consumato. Digrignando i denti, continuò a stringere il telefono tra le proprie mani, con una tale forza che sembrava stesse per rompersi.

"Ma che cazzo significa solo amici?" soffiò il ragazzo mentre affondava le dita tra i propri capelli dritti e scuri, i gomiti appoggiati sul davanzale della finestra e la testa piegata verso il basso.

Con lo sguardo basso, continuava ora a passarsi le mani tra i capelli irsuti, ora a ravanare nevroticamente nelle tasche dei jeans, mentre mille pensieri e domande si aggiravano frenetici nella sua testa.

A un certo punto, di scatto si voltò, facendo svolazzare la propria camicia che lasciava aperta sopra una t-shirt, e scese le scale con passo svelto. I suoi non erano in casa, era completamente solo e decise che avrebbe sfogato la sua rabbia non nel migliore dei modi. Aprì il frigorifero e vi trovò una bottiglia di birra. Prese un bicchiere e se la scolò in pochi secondi. Ma ancora non gli bastava, alto e grosso com'era quella birra gli era salita ben poco, intendeva annebbiare la sua mente e con essa il ricordo di quella maledetta ragazza molto più di così. Il suo occhio cadde su una bottiglia di whisky giapponese riposta accuratamente in una vetrina in salotto, doveva essere piuttosto costosa, ma in quel momento non poteva fregargliene meno. Riprese il bicchiere di prima, poco gli importava che sapesse di birra e non fosse adatto alla degustazione di un alcolico pregiato. Gli interessava solo mettere a tacere per un po' tutti i pensieri dolorosi che si affollavano nella sua mente, così si scolò un bicchiere dopo l'altro finché le gambe non gli divennero pesanti, la testa iniziò a girargli e i riflessi divennero rallentati. Naturalmente si pentì poco dopo di aver bevuto così tanto. Quando ti ubriachi ci sono due possibilità:

a) Sei in mezzo ai tuoi amici, ti diverti, sei preso bene e allora abbandoni tutti i tuoi freni inibitori e ti diverti come un pazzo

b) Non sei in una situazione divertente e la tua tristezza non fa altro che amplificarsi.

Hajime si ritrovò esattamente nella seconda eventualità. Il dolore e la rabbia che erano esplosi nel suo petto dopo aver letto quel messaggio non avevano fatto altro che crescere sempre di più, ma si era accorto troppo tardi che l'alcol non stava sortendo l'effetto desiderato. Le immagini di (T/n), tutti i ricordi che aveva di lei, iniziarono a concatenarsi una dopo l'altra nella sua testa, ma in modo frenetico, come delle diapositive che scorrevano troppo velocemente. I suoi occhi (C/o), limpidi e sinceri. I capelli folti e morbidi, in cui amava lasciare scorrere le proprie dita, ipnotizzato. Il loro primo appuntamento, a bere una birra davanti al lungofiume dopo la scuola. Tra di loro si era subito creata una forte attrazione fisica, ma la ragazza aveva sin da principio messo in chiaro di non essere intenzionata ad avere una storia seria in quel momento, essendo uscita da poco da un rapporto impegnativo e problematico. Nemmeno Hajime credeva di volerne una, nè in quel momento né probabilmente in futuro. Non aveva mai provato dei reali sentimenti per una ragazza, semplicemente in quel momento non gli interessava minimamente fidanzarsi, e pensava che la cosa sarebbe andata avanti ancora per un bel po'. E invece era rimasto fregato. Nel giro di poco tempo si era accorto che non era affatto una relazione senza impegno. A lezione era sempre distratto: pensava a lei. Alle partite lo rimproveravano perché sbagliava un po' troppe schiacciate: pensava a lei. Non si arrabbiava più con Oikawa tanto quanto prima: non ne aveva la forza, tutte le sue energie mentali convergevano nel pensare a lei. A quella maledetta ragazza con gli occhi più sinceri e penetranti che avesse mai visto, quella ragazza con le sopracciglia costantemente corrugate, quella ragazza forte e indipendente, quella ragazza piena di spirito e di ironia. Quella ragazza, che in un certo senso era proprio come lui e con cui aveva un'intesa mentale mai avuto prima con nessun altro.

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