Proud of You

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Appena mise piede nell'immensa dimora, Hinata fu abbagliata dal candore del suo giardino. Erano trascorsi solo tre giorni, eppure la reclusione in ospedale sembrò essere durata un'eternità. Respirò a pieni polmoni le ortensie in fiore, preparando il suo spirito a ciò che stava per affrontare...


Per la prima volta nella sua vita, avrebbe disobbedito ai desideri di suo padre.


Durante tutto il tempo passato in ospedale non aveva fatto altro che immaginarsi quel momento, tentando di prepararsi una sorta di discorso abbastanza credibile da convincere perfino una zucca dura come quella di Hiashi... ma ora che si ritrovava faccia a faccia con la realtà, sapeva che non sarebbe stato facile come nelle sue fantasie.

Avanzò con passo fermo l'intero spazio della Villa, facendo appello a tutto il suo coraggio, sicura di trovare suo padre nel dojo di famiglia. Una volta davanti alle ante della sala, Hinata prese un bel respiro e le aprì senza pensarci un minuto di più, e come aveva supposto, lo trovò proprio lì, insieme ad altri Hyuga.

«Bentornata, Hinata-sama!» urlarono entusiasti i suoi sottoposti, facendole un grosso inchino. La giovane rispose al saluto con cortesia, ma non si fece intimorire dallo sguardo minaccioso di suo padre, che dal centro esatto della palestra la scrutava senza pietà.

«Padre, ho bisogno di parlarti» disse, mascherando la paura. Hiashi aggrottò la fronte, e con un gesto secco cacciò tutti i presenti. Rimasti soli, padre e figlia intrapresero una discussione silenziosa, fatta di occhiate piene di parole.


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«Ehi!»

Il sorriso della donna arrivò prima del suo saluto. Stava in piedi davanti alla porta d'entrata con un viso a dir poco gioioso, a differenza di Naruto, che aveva l'aria di uno appena finito in una centrifuga.

«Prego, entra» mormorò, lasciandosi scappare uno sbadiglio. Kurotsuchi lo rimproverò con aria offesa, ma comprese ben presto che in quei tre giorni Naruto non aveva fatto altro che lavorare e rimuginare sull'incarico.

«Kakashi mi ha detto del tuo ritiro,» disse incuriosita, sedendosi al tavolo del salotto. Il biondo tornò poco dopo con una tazza di the per lei, che lo ringraziò.

«Sì. Ma ci sono alcune cose che non mi tornano. Per questo ti ho chiesto di venire da me.»

«E io che pensavo avessi soltanto voglia di vedermi!» scherzò lei facendogli l'occhiolino. Le guance di Naruto si colorarono appena, dando modo a Kurotsuchi di punzecchiarlo ancora un po', prima di sapere il vero motivo della sua presenza in quell'appartamento.

«Ecco, ti sembrerà un po' strano, ma vorrei che tu dessi un'occhiata a questo» e detto ciò, posò sul tavolo il ciondolo che aveva recuperato sulla scena del misfatto. La donna sbatté le palpebre e prese tra le mani l'oggetto in questione...

«Allora?» le chiese impaziente. Kurotsuchi osservò con attenzione ogni fascio di luce irradiato dalla pietra, creando un'attesa infinita. Infine si passò le mani tra i capelli:

«E' una semplice pietra di selenite.»

«Tutti qui?»

«Tutto qui.»

Il giovane si lasciò cadere sulla sedia, deluso. Kurotsuchi lo fissò con aria indagatrice, finché non fu sopraffatta dalla curiosità:

«Di un po', che cosa ti aspettavi di sentire?»

Clean Quiet TaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora