Quando Hinata si svegliò il mattino dopo, era sicura di aver sognato.
Il male alla testa era scomparso, aveva solo un forte dolore alla gola. Sbatté le palpebre infastidite dalla troppa luce che entrava dalla finestra posta accanto al suo letto, e cercò di alzare il busto in modo da raddrizzarsi seduta: ci riuscì con molta fatica e con qualche fitta sparsa qua e là.
C'era un ronzio acuto nelle orecchie assopite. Chi l'aveva messa a dormire? A rigor di logica, se quello doveva essere stato soltanto un sogno, lei avrebbe dovuto risvegliarsi sul pavimento della sua camera...
Quella non era la sua camera.
"Dove mi trovo?"
Sbirciò velocemente dalla finestra nel tentativo di scoprire qualcosa in più sulla sua posizione, e l'unico indizio che trovò fu il grosso albero di ciliegio che abbelliva l'entrata dell'ospedale di Konoha."Una camera d'ospedale?" Sbatté gli occhi confusa. A giudicare dal letto in cui si trovava, quella doveva essere una stanza privata: il cuscino e le lenzuola erano di cotone puro e profumavano di fresco, insomma, non come quelle dei letti d'ospedale classici; la camera era abbastanza grande e accogliente, e il panorama sulla via principale dava una boccata d'aria agli spazi, rendendoli luminosi. Mettendo a fuoco la vista, si accorse dal vetro della finestra che il suo viso era stato pulito da qualsiasi traccia di trucco, e l'indumento succinto era stato sostituito da una veste d'ospedale. Vicino al letto trovò un comò bianco, e sopra di esso un piccolo vaso contenente un fiore di campo giallo...
"Elicriso."
Come vide il fiore, Hinata si ricordò di alcuni momenti vissuti nella notte: una melodia ritmica e soave, le mani di Naruto, poi i suoi occhi terrorizzati; ricordò di aver provato freddo, e di come si fosse sentita sospinta da una parte all'altra, stretta nelle braccia di qualcuno che correva come impazzito; poi voci agitate, il rumore di un carrello, forti sprazzi di luce sul soffitto; ad un certo punto fu convinta di aver sentito la voce della signorina Tsunade che urlava contro qualcuno con un timbro vocale vecchio e gracchiante, e di aver percepito delle carezze sulla fronte... il profumo di fiori poteva appartenere solo alla sua amica Sakura.
«Ha ripreso i sensi.»
Sussultò, voltandosi verso l'elegante porta in legno bianco della sua camera: dalla porta fecero capolino proprio la signorina Tsunade e Sakura, accompagnate anche dalla vecchia Ume, dal maestro Kakashi, da Shikamaru e da due shinobi del villaggio della roccia. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, vide Sakura agguantarla per abbracciarla forte:
«Ci hai fatto prendere un bello spavento.»
Ricambiò l'abbraccio senza però comprendere le sue parole. La signorina Tsunade la scansò, rimettendola in riga in quanto medico, e si apprestò a controllarle i valori: febbre, pressione, controllo visivo, tutto sotto gli occhi degli shinobi e del suo Hokage che sembravano fremere per qualcosa.«Bene, potete farle tutte le domande che volete. Noi Hinata ci rivediamo tra qualche minuto,» e detto ciò, con una freddezza in volto mai vistale prima, la signorina Tsunade si congedò, non prima di aver tirato un'occhiataccia all'Onorevole Prugna, ora avvicinatasi a lei:
«Povera, povera piccola! Se solo avessi saputo... non immaginavo di starti facendo del male!»
La vecchina piangeva aggrappata alle spalle della sua "adorata bambina" che cominciava a credere di non aver sognato "proprio tutto". «Certo, è anche vero che sei la prima Hyuga della famiglia ad essere finita in ospedale per deperimento organico,» aggiunse in tono scorbutico, «ma dovevo capirlo dai primi segnali di cedimento! Oh, povera cara!»
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Clean Quiet Tale
FanfictionUn libro da millecinquecento ryo e una pietra dai poteri mistici. Una giovane donna pronta a tutto pur di sentirsi degna dell'uomo che ha sempre amato. Ambientato subito dopo "The Last", i giovani sposini Uzumaki dovranno attraversare diversi ostac...