Climax

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«Tu a quale categoria appartieni?»

Lo stava sfidando. Gli occhi di Naruto vagavano tra la sua scollatura e le sue gambe affusolate. Con gesto felino, Hinata mosse lentamente le anche in modo da scivolare languidamente oltre il letto al quale era poggiata.



«Hinata, non sai cosa stai facendo.»



«Ah no?» lo canzonò lei, barcollando sensualmente oltre le ombre della stanza. L'espressione di Naruto era seria, lo sguardo intenso, quasi insicuro.

«Di cosa hai paura?» gli chiese avvicinandosi lentamente. Naruto distolse velocemente lo sguardo:


«Te lo ripeto. Non sai cosa stai facendo.»


Quel modo di fare nei suoi confronti la mandava in bestia: era per colpa sua se si ritrovava in quello stato. Era colpa sua se per poco non aveva finito per andare a letto con un estraneo... era colpa sua se Hinata si sentiva sempre così poco femminile.

L'espressione di astio fu stemperata con un lieve sorriso. «Ti stupiresti di quante poche cose sai di me,» gli sussurrò in un orecchio, strusciandosi sul suo torace. Naruto deglutì rumorosamente, tornando con lo sguardo su di lei e su quel suo modo di fare lascivo:



«Ti conosco da sempre. Tu non sei così



«Così come?» lo stuzzicò lei, sorridendo birbante. Si guardarono dritti negli occhi, cercando di comprendersi a vicenda, finché Hinata non infilò una mano sotto la maglia bianca del biondo, accarezzando con le dita la pelle liscia sopra i muscoli forti, per godere del gemito basso che Naruto emise contro le sue labbra.


«Fermati,» la implorò lui con la solita fermezza da eroe.


La donna scoppiò in una sonora risata. «Lo desideri davvero?» miagolò poi, passandosi le dita fra i capelli corvini; Naruto seguì le dita di Hinata finché queste non si fermarono sulla zip del vestito:

«Tu vuoi davvero che io mi fermi qui, Naruto-kun?» continuò a canzonarlo sotto lo stridio della cerniera che si abbassò fino a far uscire le sue curve in tutta la loro morbidezza. Con un movimento dei fianchi flebile quanto una carezza vellutata, la donna fece scivolare ciò che restava dell'abito a terra, rimanendo soltanto in slip e reggiseno.

Naruto emise uno strano suono gutturale e lei riuscì a rimanere immobile, cercando di immaginarsi attraverso gli occhi di lui: la pelle candida in netto contrasto con i suoi capelli scuri, la curva del fondoschiena sotto le mutandine di pizzo nero che trattenevano le calze...

Si voltò lentamente, fingendo sicurezza finché questa non divenne reale. L'espressione di puro desiderio sul volto di Naruto la diceva lunga sul suo apprezzamento. Hinata gli rivolse un sorriso malizioso, afferrandosi le autoreggenti di seta con le dita:

«Come fanno le altre donne a portarle, sono così scomode!» proferì con uno sbuffo, rilasciandole sulla coscia morbida che schioccò al contatto con l'elastico, formandole un segno sulla pelle.

«Comincia a fare davvero caldo qui dentro... non vuoi spogliarti anche tu?»

Naruto distolse nuovamente lo sguardo. Era rabbia quella che vedeva nei suoi occhi?

«Hinata, ti avverto: se continui a comportarti così io non so davvero cosa potrei-»


«E' quello che voglio


Finalmente lo vide voltarsi verso di lei: le sue bellissime iridi bluastre furono attraversate da un guizzo di stupore che ferirono profondamente Hinata...

Non la credeva capace di una cosa simile.

Lui, che le aveva detto di amarla, che le aveva chiesto di diventare la sua sposa; lui che provava desiderio nei confronti di altre donne e che non l'aveva mai considerata come tale, pur avendo confessato i suoi sentimenti...

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