Adularia

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«Sicuri di aver preso tutto?» chiese il capo squadra voltandosi verso i compagni di viaggio. Sakura fu la prima ad annuire: come medico del gruppo, sentiva la responsabilità di tale carica e si era preparata in maniera quasi maniacale. Lo stesso non si poteva dire di Naruto e Kiba che, con un sonoro quanto maleducato sbadiglio assonnato, fecero intendere a Shikamaru il loro livello di entusiasmo.



«Bene, muoviamoci.»

La squadra Sette e il Team di Kurenai, sotto la supervisione di Shikamaru, si lasciarono l'enorme portone di Konoha alle spalle. Il sole non era ancora sorto, ma l'assenza di nuvole nel cielo addormentato era un chiaro segno che il loro viaggio sarebbe stato accompagnato da un buon clima. La città di Iwagakure distava dal loro Paese un giorno e mezzo di cammino, per cui era chiaro che sarebbero dovuti partire di buon'ora, in modo da dimezzare quanto più possibile le tappe di sosta. Shikamaru apriva la strada al gruppo, seguito da Sai e Shino, con i quali aveva intrapreso un'arguta conversazione su quelle che dovevano essere le direttive imposte da Kakashi. A loro si erano affiancati Naruto e Sakura, già presa nello sgridare lo shinobi per il suo modo di fare poco consone ad un futuro Hokage; chiudevano il gruppo Kiba e Hinata che, con un enorme sorriso stampato sul volto, osservava la schiena dell'uomo davanti a lei.


«Hai intenzione di fissarlo così per tutto il tempo?»


La ragazza girò lo sguardo alla sua destra, trovando Kiba sdraiato sopra Akamaru, il suo cane ninja. Il giovane sembrava stizzito, ma al contempo troppo assonnato per poter iniziare una vera e propria conversazione. Hinata si scusò e tornò a osservare il gruppo, non preoccupandosi dell'espressione crucciata del suo compagno di squadra:

«So che sei emozionata all'idea di passare del tempo con il tuo fidanzato, ma ti ricordo che siamo in missione per conto del Sesto Hokage. Cerca di rimanere concentrata, intesi?» concluse lo shinobi in tono fraterno, dopodiché chiuse gli occhi e si appisolò trasportato dal suo fedele Akamaru.

Proseguirono in direzione nord ovest, finché gli alberi di cedro non lasciarono il posto a ricchi boschi di conifere. Al calar del sole decisero di accamparsi vicino all'ultimo torrente disponibile, prima della ripida salita che li avrebbe condotti, l'indomani pomeriggio, al Villaggio della Roccia.

«Ah, sono stanco morto! E ho una fame che non ci vedo!» prese a lagnarsi Naruto dopo aver fissato al terreno l'ultimo chiodo della sua tenda. Shikamaru sbuffò irritato alle lamentele dell'amico. Shino, Sai e Kiba si erano allontanati per raccogliere della legna. All'accampamento erano rimasti quindi solo pochi ninja e Hinata ne approfittò per ritagliarsi un attimo di intimità con il suo amato. Si avvicinò facendo finta di nulla e, senza farsi vedere né da Sakura né da Shikamaru, porse un fagottino di riso a Naruto, l'ultimo che le era rimasto dalla mattina di scampagnata.

«Tieni.»

Il ragazzo si voltò stupito verso di lei e vedendole tra le mani il fagottino non poté nascondere la sua gratitudine. Si alzò dalla posizione rannicchiata cui si trovava, e dopo essersi passato le mani sporche sui pantaloni della divisa, addentò il fagottino.

«Ci voleva!» disse tra i morsi. «Cavoli, è buonissimo!»

«Ti piace? Non manca di sale?» chiese lei tesa e imbarazzata. Lui si voltò a guardarla incredulo, con un chicco di riso stampato al lato della bocca:

«Scherzi? E' perfetto! Lo sai, penso proprio di aver fatto l'affare del secolo a chiederti in moglie. Se cucinerai sempre in questo modo, sarò l'uomo più felice del pianeta!»


Poteva sembrare una frase sessista, ma il sorriso sincero di Naruto e la sua espressione colma di gratitudine erano un chiaro segno di quanto fosse davvero contento di avere al suo fianco una donna come Hinata. La Hyuga gli sorrise con altrettanta gratitudine e si sedette di fianco a lui, in modo da fargli compagnia. Le nubi rossastre si stavano stemperando negli azzurri tenui della sera; c'era ancora molto da fare al campo prima del calare della notte, ma quel momento di pace era ciò di cui aveva davvero bisogno. Naruto era seduto di fianco a lei e continuava a gustarsi lo spuntino serale con ingordigia, e lei si divertiva a posare lo sguardo dal suo volto beato al canneto del ruscello, dove la fauna acquatica aveva appena iniziato il suo gracchiante canto d'amore.

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