Due settimane al matrimonio.
«Sono più che sicura che Naruto muore dalla voglia di vederti... tu no?»
Con l'eco delle parole di Sakura ancora impresse nella sua mente, Hinata si sforzò di tornare nel presente. Era stato un lungo viaggio a ritroso il suo, pieno di immagini dolorose ma necessarie per riuscire finalmente a decidere come agire: da quella lontana sera, lei e Naruto erano diventati due perfetti estranei, distanti sia fisicamente che con il cuore. Ricordò di aver aspettato i tre giorni successivi il ricevimento come un fantasma, rivolgendo solo qualche accenno forzato a sua sorella per non farla preoccupare, e di aver passato molto tempo chiusa in camera, da sola.
La mattina delle prove, Naruto non si presentò.
Quasi riusciva ancora a sentire l'eco ovattato delle lamentele della vecchia Ume che, viola di rabbia, con le grinze agli angoli degli occhi bianchi e le vene del byakugan attive e molli, sembrava essersi trasformata in tutto e per tutto in una prugna secca; così come riuscì a percepire i pensieri cupi di suo padre, mentre con il cuore ridotto ad un mucchio di schegge taglienti si ritirava nella sua stanza, sempre da sola, sempre con lo stesso angosciante pensiero...
"La rivedrai?"
Lo aveva odiato. Per la prima volta in vita sua, Hinata odiò Naruto Uzumaki, e il solo sentirlo nominare le creava una reazione di rancore talmente forte da vedersi costretta a cambiare subito discorso... o stanza, se per svariate ragioni non si poteva parlare d'altro.
L'attesa continuò. Il silenzio continuò. La tensione che la tormentava da giorni continuò, finché non si arrivò a quella mattina in cui, tra prova d'abito e appuntamento all'ultimo minuto con Sakura, Hinata non incontrò sul suo cammino proprio la risata cristallina del suo innamorato: sebbene la paura e la vergogna l'avevano fatta scattare dietro il primo angolo di strada, il canto roco di quelle risate e i biondi capelli visti di sfuggita riuscirono a sciogliere come per magia ogni rancore, lasciandole soltanto una gran voglia di rivederlo. Avevano litigato, e anche in modo brusco... ma la paura di un rifiuto e la gelosia mossa dalle azioni del biondo l'avevano intestardita come mai le era successo in vita sua, e i giorni senza parlarsi divennero infine lunghe e soffocanti settimane.
"Non ti fidi di me?" le aveva detto offeso, come se tutto quello che aveva scoperto su di lui non fosse già abbastanza da non poter smentire il contrario! Si sedette sul letto per la milionesima volta, e per la milionesima volta si rialzò nervosa. Ondeggiò su e giù per la stanza, rimuginando ancora e ancora su tutta la situazione, su di lei e Naruto, e su tutto ciò che si erano detti da quando avevano deciso di frequentarsi. D'un tratto, nel buio di quella matassa di emozioni, si accese una luce:
«Credo che l'unica persona di cui senta il peso del giudizio sia tuo padre.»«Eh?»
«Ma non ci penso poi granché, perché l'unico modo che ho per farmi rispettare da lui è dimostrargli quanto io valgo, e quanto io tenga a te.
Tutto qui.»...
«Quando sarò diventato Hokage, la mia prima missione sarà quella di dimostrare a tutti quanto si sbagliavano a vedermi come un mostro. E se ci sarai tu al mio fianco, non avrò di che preoccuparmi, dattebayo.»
...
«Naruto-kun, c'è un motivo particolare per cui hai scelto questa casa?»
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Clean Quiet Tale
FanfictionUn libro da millecinquecento ryo e una pietra dai poteri mistici. Una giovane donna pronta a tutto pur di sentirsi degna dell'uomo che ha sempre amato. Ambientato subito dopo "The Last", i giovani sposini Uzumaki dovranno attraversare diversi ostac...