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Era passata una settimana da quando [T/N] aveva ricevuto quei messaggi. E per sua sfortuna, quelli non erano stati gli unici. Ogni mattina, una volta sveglia, accendeva il telefono e si ritrovava un messaggio, uno solo, da parte di quel maledetto numero che le ricordava quanti giorni mancavano. E più il tempo passava, più la castana sentiva di star andando fuori di senno.
Ne aveva parlato con Hyunjin fin da subito, si era sfogata e aveva pianto sulla sua spalla ogni giorno, senza riuscire mai a darsi un contegno. Era innegabile che avesse paura. Anzi, era terrorizzata. Come aveva fatto quella ragazza ad avere il suo numero di telefono? Sapeva anche dove abitava, quindi? [T/N] volle scacciare quei pensieri dalla sua testa, ma per quanto ci provasse non ci riusciva mai. Persino durante la notte, quella ragazza era sempre lì, nei suoi sogni, accanto al suo letto. [T/N] non riusciva più a sopportarlo.

L'unica cosa che la tirava su era Hoseok. Hoseok e nessun altro. Non riusciva a fare a meno di sorridere quando vedeva il suo nome comparire in grande sullo schermo del cellulare, e non poteva evitare di starlo a sentire ogni volta che la chiamava per raccontarle com'era andata la giornata. In mezzo a quel caos, Hoseok era la sua luce e Hyunjin la spalla su cui piangere. [T/N] non avrebbe mai avuto l'opportunità di ringraziarli abbastanza. Soprattutto il maggiore.
[T/N] ci pensava spesso, a quell'evenienza. Avrebbe dovuto lasciarlo, prima o poi. Non voleva che Hoseok passasse le pene dell'inferno a causa sua e dei giornalisti. Non lo avrebbe mai voluto, per nulla al mondo. L'unica cosa che poteva permettersi di fare era lasciarlo da solo, senza nessuno come lei su cui poter più contare. E per quanto ci provasse, [T/N] non riusciva a non immaginarsi una possibile reazione di Hoseok a un messaggio del genere. Dobbiamo rompere, mi dispiace. Si sarebbe ridotto uno schifo e [T/N] di certo non voleva neanche quello.

Non sapeva più cosa fare, sinceramente. E parlarne con Hoseok era fuori discussione, aveva già abbastanza cose a cui badare. Non poteva. Non poteva lasciargli in mano anche quel peso.

Quel giorno, come tutti gli altri, [T/N] si era svegliata con un angoscia devastante che le premeva sul petto come un masso gigantesco. Poi Hoseok l'aveva chiamata e per un attimo si era sentita più leggera.

Stavano ancora parlando. Andavano avanti da circa venti minuti, Hoseok aveva avuto una pausa dal lavoro piuttosto lunga e aveva subito colto l'occasione per chiamare [T/N], ignaro di tutto quello che stava succedendo alle sue spalle. E la minore si era preparata subito a indossare davanti all'idol quella maschera di tranquillità che le faceva dimenticare tutto anche solo per pochi minuti.

Mentre passava per il salotto notò una busta bianca posta sul bordo del tavolo. La castana si accigliò, poggiando il telefono su un mobile e mettendo l'audio in vivavoce. Poi tornò a guardare la busta. Era sempre stata lì?
Intanto che Hoseok andava avanti a parlare, [T/N] la prese e la girò per controllarne il mittente, ma il retro era completamente bianco e senza alcuna scritta, perciò pensò che l'unica cosa rimasta da fare era aprirla e verificarne il contenuto.
Dimenticò completamente di essere al telefono con il maggiore e staccò la parte superiore della busta, tirando fuori un biglietto e leggendo ciò che vi era scritto.

Solo una settimana. :)

La scritta era stata stampata a caratteri cubitali e all'interno del biglietto, come sulla busta, non vi era presente alcuna firma. Tuttavia, [T/N] capì subito chi era il mittente.
Strinse la carta tra le mani, con le mani che tremavano.
Quella stronza psicopatica sapeva dove abitava, e non solo. Era entrata in casa sua. Aveva toccato le sue cose. Forse mentre lei non c'era, o forse di notte, mentre dormiva. E se le avesse fatto qualcosa, la prossima volta?

La minore sentì il respiro farsi pesante mentre i suoi occhi scorrevano velocemente su quelle parole per rileggerle ancora e ancora, imprimendole nel cervello fino ad averne abbastanza.

Era paura, la sua.

"[T/N], è tutto a posto?" fu la voce di Hoseok a risvegliarla da quello stato e a farle alzare di scatto la testa. Si affrettò a regolarizzare il respiro e prese nuovamente il telefono tra le mani, avvicinandoselo all'orecchio e togliendo il vivavoce.

"Sì, io...scusa" sussurrò impercettibilmente, cercando si regolarizzare il respiro. Il maggiore fece fatica a sentirla dall'altro capo del telefono e non poté non preoccuparsi.

"Amore, è successo qualcosa? Stai bene?" chiese di fretta; [T/N] sentì chiaramente la preoccupazione nella sua voce. Inspirò profondamente e rispose, facendo fatica a tenere fermo il telefono a causa delle mani che ancora tremavano. Pareva che il cuore stesse per uscirle dal petto.

"Sto bene, Hoseok. Non preoccuparti" disse, cercando di mantenere un tono fermo mentre sentiva gli occhi farsi lucidi. "Sto bene, davvero" ripetè, accennando una flebile risata. Sperò soltanto che il maggiore non dicesse niente.

Hoseok a quelle parole non ci credette neanche per un secondo. Solo non ebbe abbastanza tempo per chiederglielo nuovamente, visto che appena provò a dire qualcosa fu subito chiamato da un membro dello staff per riprendere con il lavoro.

"Va bene, [T/N]. Adesso vado. Ti chiamo dopo, okay?" le disse semplicemente. Lei mormorò in risposta e il maggiore chiuse la chiamata, sospirando in rassegna e tornando dagli altri membri del gruppo.

[T/N], al contrario suo, non riuscì più a contenere le lacrime e scoppiò a piangere per l'ennesima volta, ma, a differenza delle altre, senza alcuna spalla a cui appoggiarsi.

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-2 alla fine. 👀

instagram | jung hoseok [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora