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‧͙⁺˚*・༓☾In un futuro prossimo☽༓・*˚⁺‧͙

Una tortura a tutti gli effetti, Lucius si stava divertendo a farmi del male e a causarmi la qualsiasi forma di affronto, lui era incattivito, i suoi occhi erano rosso fuoco dalla malignità come se parte di lui condividesse che mi meritassi tutto quel male, era sicuramente per un quale torto che gli avevo fatto in passato, perché era impossibile provare tutto quell'odio per una persona che non conosci.

"Che ti ho fatto?" Urlai mentre lui con la sua bacchetta continuava a solcare profondamente sulla mia carne, incidendo come coltello sul braccio e poi sul ventre.

"Tesoro il problema non è cosa hai fatto a me, ma cosa hai fatto a mio figlio. Non m'importa nulla che tu abbia ucciso tutte e 100 quelle donne, assolutamente nulla. Ma hai spezzato il cuore di mio figlio e questo è inaccettabile" Ammise premendo con acidità un dito sul mio volto, le sue vene ponderose pompavano sul suo collo, si stava agitando, forse sudava sotto qui vestiti lunghi, sembrava un assetato di sangue.

Non riuscivo a ricordare nulla, se non la figura di Drako e tutto quello passato ad Hogwarts insieme, sapevo di provare qualcosa di grande per quel ragazzo, ricordavo la sua figura, il suo corpo nudo, gli attimi di felicità insieme, sapevo aver condiviso forse tutto quello che ero con lui, ma non ricordavo di avergli fatto del male. La psicologia dice che per protezione la mente tende a rimuovere le brutte azioni compiute quando queste sono troppo non sopportabili, forse mi era successa la stessa cosa?

La sicurezza era venuta a me, con non troppo shock, avevo ucciso qualcuno, 100 donne era fin troppo strano, perché 100 donne? Non ero una serial killer o cosa, almeno non credevo di esserlo!

"....E poi per quel lurido mezzo-mago di Harry Potter!" Sbuffava, continuando il discorso. Tutti sputarono a terra al pronunciare il nome di Harry, come segno di disprezzo e irriverenza, come a non voler accettare di sentire il nome appena pronunciato, un rifiuto vero e proprio, per tutto quello che rappresentava, nonostante per altri era stato un salvatore.

"Harry!" Pronunciai in un conato di pelle d'oca che mi percorse nell'udire il nome di quello che avevo dimenticato. "Harry Potter" Ripetei, non era possibile. Era impossibile, perché avevo dimenticato lui, se Draco era stato importante Harry era stato un'esigenza, una parte di me di cui non potevo far a meno, come avevo potuto?!

Svenni iniziando a tremare, era come se il mio corpo si rifiutasse di sottomettersi a quelle parole, forse anche lui voleva ricordare ma qualcosa glielo impediva. Come un lampo un'immagine mi fece ricordare la cosa più importante di tutta la mia intera vita. Mi aggrappai a quell'immagine con tutte le mie forze. Ricordare qualcosa che valeva la pena su tutto, qualcosa di così importante da fare la qualsiasi pur di uscire da quel posto, avrei fatto qualsiasi cosa per lei.

"Elisabeth" Urlai respirando pesantemente, ero sveglia, non ricordavo un granché ma quello che avevo visto in quell'immagine era abbastanza. Mia figlia era abbastanza per fare qualunque cosa.

Come un'onda che ti immerge completamente a causa di un vento freddoso, o uno schiaffo in pieno viso, come la botta in testa dopo una caduta da dieci rampe di scale. Ricordavo quella piccola bambina in fasce, piangeva. Avevo le idee chiare, potevo comprendere, avevo uno scopo, riconoscevo me stessa.

Era come riscoprire il principio del perché ero al mondo, nessuno mi avrebbe fermato, sapevo di esser potente e di avere tutte le carte al posto giusto per ottenere quello che volevo.... E io volevo mia figlia!

‧͙⁺˚*☾Now・*˚⁺‧͙

Adattarsi ad Hagwarts era stato facile, la settimana trascorsa mi aveva resa più diligente e matura. Avevo finalmente iniziato le lezioni tanto agogniate, mi ero preparata al massimo, volevo essere una tra le più brave; ero sempre stata esigente, ma finalmente ero nel posto dove al momento giusto, tutto sarebbe cambiato e mi sentivo spronata a far sempre di più, anche se, gli insulti, le beffe, le prese in giro, non facevano altro che rendere quella ragazza sorridente che ero una solitaria e silenziosa persona. Fu quello a rendere però la relazione tra me e Drako semplice come ber un bicchiere d'acqua, incontrarmi con lui, condividere momenti di tranquillità e poche parole rendeva quegli attimi irripetibili, perché tra quelle poche frasi messe insieme in un tot di ore c'era solo verità di pensiero, come scrivere su un diario privato tutto ciò che vorresti, ma che non dici calcandone parole in grassetto e sottolineature ed esprimendone solo quelle.

Ci incontravamo ad Hogsmeade, oppure, davanti a qualche finestra, ci sedevamo vicini a lezione o in qualsiasi altro posto, ci dicevamo cose in segreto, condividevamo momenti solo nostri, come se di fatto solo noi potessimo comprendere e dividere dolori che altri non avrebbero mai capito e accettato. Spesso escludevamo tutto il mondo e finivamo ad essere solo noi, alla fine la verità era che stavamo rendendo la nostra solitudine un po' meno sola insieme. Cercavamo di analizzare momento per momento scorci delle nostre vite, paragonandone accaduti o sentimenti, come se tutte le volte leggessimo il continuo di due libri "diversi" ma con uguale percorso.

Quando la preside mi aveva confermato che avrei potuto provare un'altra casata per un'intera settimana, come pattuito, le mie idee erano ben chiare, nonostante mi fossi trovata benissimo con Luna, le mie idee erano delineate, Draco, il verde, i serpeverde erano i più appropriati per una come me. 

Draco si era anche alzato sottolineandone che lui si sarebbe fatto carico di me, sarei potuta entrare nei serpeverde in modo definitivo. Anch'io ero decisa, non volevo più provare, cercare l'integrazione, una famiglia, volevo loro o al minimo mi sarebbe bastato anche solo lui. Forse per molti era una scelta scontata, e lo era anche stata, perché scegliere i serpeverde, o meglio, Draco era venuto del tutto naturale, come bere dell'acqua direttamente dalla fonte.

Ma qualcuno si oppose. Il faccino candido di quella persona, i suoi capelli a metà spalla, la delicatezza, la diligenza di cui avevo letto su qualche giornale o riviste, mi avevano fatta sorridere. Era prevedibile da parte sua, voleva sicuramente conoscermi, oppure, darmi una possibilità per farmi comprendere a quale casata potevo appartenere. In un qualche modo lei mi stava aiutando. C'era ancora una brutta opinione dei serpeverde e forse con quel suo gesto Hermione Grenger voleva mostrarmi e mostrare a tutti che ero buona, era una possibilità per non cadere nel vortice dei cattivi, di quelli di cui non si aveva una buona opinione. Un'opportunità non per scegliere casata, perché ero già sicura e speravo che questo si percepisse, ma un'opportunità per mostrare a tutti chi ero. Era una scelta giusta passare quella settimana anche nella casata dei rossi, quindi accettai!

Winny Coop Riddle. La figlia del male H.P.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora