Le finestre di Hogwarts

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‧͙⁺˚*・༓☾In un futuro prossimo☽༓・*˚⁺‧͙

Avrei dovuto capire, avrei dovuto esser più scaltra a comprendere le motivazioni dietro ogni azione. Ma rimanevo l'ingenua Winny, persino rinchiusa dentro quella cella, rimanevo l'ingenua bambina di campagna, quella incredula ragazza capace di sorprendersi persino di quello che conosceva bene da tutta una vita, ovvero, la magia stessa.

La mattina portava buoni consigli, o almeno era quello che si diceva! Ma nessun consiglio può esser mai valido dentro una cella, perché non c'erano più preoccupazioni, non c'erano più paure, né risentimenti, c'era solo amarezza e rassegnazione.

Capire il motivo per il quale mi era stato tolto Zakiel quella "mattina senza consigli" fu facile. C'era freddo persino quando ad arrivare fu quella guardia a prendermi ,nonostante fuori dalla finestrella in alto, ormai troppo fragile di gambe per reggermi e provare a veder oltre, la luce vi entrava prepotente, ormai, nulla poteva compiacermi, peggio ancora quando vieni trascinata per un lungo corridoio al buio e le tue gambe zampicano a destra e sinistra sbattendovi per le altre gabbie; solo perché quei due prepotenti che mi avevano preso erano cattivi e infidi a tal punto da tirarmi per i capelli pur di mostrare la loro anima nera.

Non c'era odio, non c'era più delusione, non c'era negazione, solo dolore, tanto dolore.

Il male degli uomini è infinito.... ma quello di chi può e riesce a far di tutto è più che infinito e terribile, logorante, universale!

Pensavo che le loro botte su di me non fossero calcolate o messe in conto, sapevo che ero stata io stessa ad alimentare le loro "mazzate" ,magari il mio non fiatare e dargli considerazione o soddisfazione del dolore che mi stavano provocando, li spingeva a causarmi ancor più dolore. Pensavo che non sarebbe mai finita, che quel dolore in silenzio sarebbe continuato in eterno, in realtà non fiatavo perché non volevo dar loro soddisfazione, ma perché non avevo fiato in gola ne forza sufficiente per urlare, sbraitare o persino piangere, era troppo per quelle poche energie che ormai avevo in corpo.

Se non fosse stato per quella voce, quella sonora e spaventosa voce non si sarebbero fermati. No, non si sarebbero fermati mai fin alla mia morte, perché loro adoravano uccidere e gioirne e li stavo incattivendo e divertendo allo stesso tempo.

Riconoscevo la figura nonostante i vuoti di memoria, nonostante il non ricordo, i miei floop, e tutto quello che sicuramente avevo fatto ma non ricordavo, era lui, la sua voce era quella: Lucius Malfoy.

Sapevo persino che era diventato il direttore di Azkaban, lo ricordai in quel preciso momento, quello in cui lo vidi, i suoi capelli biondi platino, la sua bacchetta nuova di lusso, i suoi lineamenti perfetti e rigidi, così uguali a quelli di Draco, o povero Draco..... Ricordai Draco anche in quel momento, perché avevo dimenticato persino lui?! Come era stato possibile dimenticare l'unica persona capace di avermi dato così tanto? Piansi quando gli occhi del padre di Draco mi puntarono cadendo dentro i miei. Non sapevo da dove trovavo la forza, ma piansi come una bambina, avevo dimenticato persino Draco e quello faceva male.

‧͙⁺˚*☾Now☽༓・*˚⁺‧͙

Luna era una ragazza piena d'energia, mi aveva persino dato dei suoi libri vecchi per ripassare prima del mio ufficiale inizio di lezioni, la sua forza mi dava coraggio, mi aveva convinto a volare in groppa a degli animali che non vedevano tutti, lei li chiamava Thestral. Diceva che solo poche persone riuscivano a vederli, di fatto solo chi ha visto la morte, ma di fatto riuscivo a vederli anch'io nonostante non l'avevo vista! Lei ed io giustificammo l'accaduto perché essere figlia del male doveva per forza permettermi delle diversità dal comune. Non ero mai volata e grazie a lei avevo ammirato tutto dall'alto, vivendomi il vento e le piccole casette di maghi dall'alto, era tutto bellissimo. Io e Luna condividevamo la stanza. 

Con la fine della guerra Hogwarts aveva ottenuto dei fondi cospicui, tali da permettere all'istituzione di allargarne le stanze di ogni casata, includendo due/ tre ragazzi alla volta per stanza, questo rese Hogwarts più maestosa e spaziosa e ogni casata enorme e rigorosamente decorata con i propri colori.

Mi piaceva gironzolare per i corridoi, o scendere e salire le scale magiche la notte, mi stupivo di ogni cosa persino delle cose più insulse come i ragni, erano famosi per aver aiutato Harry Potter, quel Harry Potter che ancora non avevo incontrato ma che ero vogliosa di conoscere e ringraziare.

Me ne stavo a spasso guadandovi fuori dalle finestre, Gazza era alla ricerca di ragazzi da beccare ma i controlli non erano rigidi come una volta, le regole potevano esser violate, prima della guerra era terribile invece. Luna mi aveva raccontato tutto, mi aveva spiegato che la paura spingeva le persine a non fare nulla, persino trasgredire le regole non era più tanto soddisfacente, era stata dura per tutti anche per i gemelli Wasley e i loro scherzi, le restrizioni erano durissime persino dentro Hogwarst ma anche e soprattutto fuori, non c'era libertà!

Lei era stata ben specifica nel sottolinearne le colpe. "A causa di Voldemort la nostra vita era diventare un inferno" Era stato questo quello che mi aveva detto guardandomi dritta negli occhi, forse voleva vedere quanto ne condividevo del contenuto di quelle sue parole, ma io le davo pienamente ragione, ne davo persino ragione anche a chi continuava a rifiutarmi o a guardarmi male, o a umiliarmi, nascondendosi dietro le mie spalle o dietro le spalle di qualcun'altro.

Luna voleva accompagnarmi a Diagon Alley a breve, quel posto dove i maghi "matricole" si recavano per acquistare oggetti e strumenti. Mio zio mi aveva dato la chiave di una stanza cassaforte nella banca più famosa di sempre la Gringott, che dopo la guerra era cresciuta in maniera smisurata, a causa di tutti gli investimenti e gli incentivi di ricostruzione e ampliamento. Quei nani contabili malefici mi avevano condotto verso la mia stanza dopo un vero e proprio interrogatorio in piena regola, non avevo un buon rapporto con i piccoletti e l'essere accompagnata da quel malefico elfo/nano che la MacGranitt mi aveva affibbiato al mio arrivo non aveva alleggerito le mie pene, perché quei contabili erano inamovibili, ma grazie a loro avevo scoperto di avere dei soldi da parte , cosa che mi scosse in modi a me inconcepibile, lo zio aveva pensato a me ogni anno.

Sapevo già cosa acquistare come animale guida, volevo un gufo, ma non bianco come quello di Harry, che era sicuramente più che meraviglioso, ma uno nero o al massimo grigio.

Ma una sera proprio davanti la finestra da cui mi continuavo ad affacciarmi tutte le sere, c'era Draco, quel mago che al mio arrivo se ne era andato velocemente, cosa pensava di me? 

Avevo paura ad avvicinarmi, forse mi odia anche lui? Mi ero concentrata sui miei pensieri con così tanta veemenza da non notare la figura poco distante da me, cercai una via d'uscita. D'altro canto, non c'era finestra da cui non mi affacciassi, vederlo lì non mi diede fastidio ma poteva darne a lui. Sapevo bene che quelle finestre erano il perfetto modo per fuoriuscire, l'unica mia debolezza capace di mostrarmi che parte di me non era abituata a posti ristretti se pur grandissimi come Hogwarts. Quelle finestre erano l'unica via per non sentirmi chiusa in una gabbia, perché nonostante quella scuola era il mio sogno spesso finiva per soffocarmi.

Draco era immobile, dritto lungo il cielo stellato, il blu che illuminava la luna gli colpiva il volto, Era calmo, anche fin troppo non mi aveva neanche notata, forse era un'immagine troppo soave persino per una come me. 

Winny Coop Riddle. La figlia del male H.P.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora