La tua forza contro la mia

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Finalmente il caldo stava iniziando e le giornate si dilungavano. Qualche fiore seccava, ma poter stare fuori senza maglione o cappotto enorme era davvero molto bello, come se la liberà potesse essere di mio possesso in ogni momento e poi adoravo guardare gli uccellini librarsi in aria. Nelle ore libere preferivo starmene nella foresta poco distante dall'entrata, i centauri non mi facevano paura perché dopo la guerra erano calmi e pacifici. Loro arrivavano, qualcuno mi guardava, mi chiedeva d'identificarmi con sincerità, rispondevo senza tralasciare il Riddle e loro non facevano nulla per scacciarmi, ormai la notizia sulla mia esistenza era ovunque, loro però mi davano la possibilità di dimostrare che non ero come mio padre. Poi si allontanavano dopo un saluto grossolano.

Leggevo parecchi libri, ero romantica, mi ponevo tante domande sulla relazione tra me e Draco. Era amore? Non riuscivo a rispondere. Forse poteva. Speravo. Ma parte di me si chiedeva se lo fosse mai stato. Con lui era stato un comprendersi a vicenda, nessuno scontro, nessuna lite, io sono cambiata senza rendermene conte e anche lui sembravo cambiato a sua volta. Lui non mi accompagnava più a guardare le stelle fuori dalla finestra, spesso litigavamo per banalità per poi finire per darmi la ragione, una lite smilza e grezza, certo, fare l'amore era gratificante ma anche quello peccava di qualcosa di finto, nonostante riuscissimo a darci ancora piacere.

Non mi pentivo di aver scelto i serpeverde, loro erano fedeli e a tratti buoni, vivere con loro mi faceva sentire parte di un qualcosa di unito, a prescindere dal bene o dal rifiuto cercavano di proteggersi l'un l'altro, sapevano di non essere ben visti per i corridoi tanto da stringersi ancor più forte tra loro.

Portavo con me sempre Alis e Gillbs, loro stranamente erano diventati amici. Ma Alis rimaneva sempre al mio fianco si allontanava raramente solo per salire sull'albero su cui ero poggiata quel giorno e godersi per qualche momento la vista dall'alto, poi leggermente ricadendo sulle mie spalle con molta delicatezza. Quell'oggi un rumore di foglie secche spezzate scosse anche lei. Mi ero bloccata, sapevo che qualcuno mi stava spiando. Sempre più pesante, sempre più pesante, scricchiolio.

"Ah". Urlai con il libro in mano pronto a lanciarlo. Alis si era sporta in avanti e aveva sporto i suoi denti aprendo la bocca, pronta ad attaccare.

"Saiiara siet" Alis si fermò.

"Potter!" Risposi ancora scossa.

"Riddle!" Vomitò quasi come un conato.

"Non dare ordini al mio serpente"

"Non portarlo in giro come se fosse un'amuleto prezioso" Fece per andarsene.

"Alis non è un Horcrux, Potter. È solo un serpente, non uno stupido horcrux" Ammisi ritornando sul mio libro. Lui si bloccò.

"Ho impiegato così tanto tempo a trovare quelli di tuo padre che sentirti dire che sono qualcosa di stupido mi fa accapponare la pelle. Tu mi fai accapponare la pelle, stupida serpe"

"Anche tu, ma sono così educata da non dirtelo"

"Io sono educato!"

"Per carità" Portai gli occhi al cielo. "Fingi solamente. Con la morte di mio padre a te non è rimasto più nulla e non riesci a capire chi sei e cosa rappresenti, ora che il tuo acerrimo nemico è morto, sei svuotato. Non sai con chi prendertela e allora hai scelto me, perché sono la preda più facile e persino quella più attaccabile perché vicina al tuo vecchio nemico." Putai con una leggerezza che non sapevo di avere. "Ma va bene, va bene, non m'importa cosa tu sia, o cosa tu rappresenti, io non ti conosco e non ti ho conosciuto come tutti quelli che hanno creduto in te e ti ammirano, le loro aspettative nei tuoi confronti sono così altre. Devi essere sempre così in tensione nella continua ricerca delle giuste parole da dire e le giuste cose da fare, ma io no, io non ho alcuna aspettativa da confermare, nulla." Mentivo per sentirmi superiore, anche se in parte lo pensassi per davvero, ero la figlia del male, avevo già mostrato abbastanza. "Sono libera ma tu no, Potter e questo ti fa male. Quindi..se non ti dispiace" Avevo deciso di andarmene, raccogliendo tutte le mie cose.

"Siin" Pronunciò lui guardando Alis, che sembrava essersi paralizzata di botto.

Mi alzai preoccupata. "Che hai fatto?" Urlai a pochi centimetri dal suo viso. Non c'era vento, solo foglie che poco alla volta venivano a morire sul terreno poco soffice e umido come quello d'inverno.

Un dolore sul viso. Un pugno ben piazzato. Cadì a terra, Harry mi aveva dato un ceffone in viso, faceva male, ma molto meno rispetto a quello che gli avrei fatto io. Mi rialzai cominciando quella box sfrenata, l'uno colpiva l'altro senza prendere in considerazione dell'enorme differenza di statura tra me e lui, perché anche se più piccola, avevo spalato la terra tinto le pareti e caricato cose pensanti perché ero una contadina, ero forte nelle braccia. Lui era un uomo con qualche muscolo ben piazzato ma non gli avrei mai permesso di sovrastarmi.

Dopo non so proprio quanto tempo, cademmo stremati uno a fianco all'altro. Nemici per la pelle. Con quel poco di forze che mi rimaneva gli saltai a cavalcioni addosso, volevo essere io l'ultima a fargli del male. Lui mi bloccò aveva anche lui qualche forza in corpo. I miei polsi erano tra le sue mani. Respiravamo affannosamente. "Io ti odio stupido grifo" Sputai. Lui si allungò verso di me digrignando i denti, spalancando gli occhi solo per mostrarmi la sua rabbia. "Io di più brutta serpe infame".

Un attimo fu solo un attimo. Il silenzio, il bacio.

Era sexy, lo pensai dopo, solo perché prima ero troppo concentrata su dove colpire per fargli più male, un bacio.

La sua mano aveva liberato un mio polso per poi portarsi dietro la mia nuca tanto forte da spingermi contro la sua faccia, contro le sue labbra. Un bacio doloroso, afflitto, colpito dal dolore delle precedenti botte. Rude tanto da sentire i suoi denti premere. No, non era come Draco, questo era odio puro.

Morsi ritornando al mio lato stesa. Silenzio ancora. Gillbs gracchiava e molti altri uccelli suonavano i loro canti. Adesso c'era vento. Forse Lilith, forse lei....mi ripresi dal silenzio. "Non provarci più Potter, o ti uccido."

"Samaia Bisseta" Quasi sussurrò lui ancora immobile disteso sul terreno, in mezzo a tutte quelle foglie. Sembrava scioccato e molto scosso. Alis si riprese subito, le ordinai di fare presto e venirmi addosso, lei obbedì.

"Hai capito?" Chiesi bruscamente. Harry annui, senza guardarmi, fissando solo il cielo limpido. Corsi velocemente.

Male al petto, ecco cosa provavo, un gran dolore mischiato dal pesante peso dopo la corsa e le botte e ... e il bacio. Un bacio! Lui mi aveva baciato! Harry Potter aveva baciato me, una Riddle, la sua più grande nemica, la figlia del male. Avevo letto abbastanza libri romantici per comprendere che non sarebbe finita bene. Era impossibile la possibilità che io ed Harry...No. Contro ogni principio logico, contro ogni ragionamento valido. Non era normale.

Ribrezzo. Ecco cosa avrei dovuto provare, ma parte di me non aveva mai provato così tante sensazioni in così pochi secondi, un miscuglio di dolore, rabbia, crudeltà, passione, esigenza, possessione, potere. Le sue labbra erano morbide nonostante la ruvidezza del gesto. Forse neanche lui aveva preso in considerazione di farlo prima di averlo fatto. I suoi occhi rivolti in su, il suo stato di paralisi, mi facevano comprendere che non aveva preso in considerazione di baciarmi. Era successo e basta.

Winny Coop Riddle. La figlia del male H.P.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora