Scomparsa

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Sapevo cosa desiderava Lilith più di ogni altra cosa. 

Me! 

Sarei andata da lei solo se mi avesse assicurato la cura per il mio bambino/a; non ci volle tanto per convincerla. Lei era più che sicura delle mie grandi potenzialità, mentre io non lo credevo più possibile visto che il mio unico obbiettivo era crescere mio figlio. Gli avrei lasciato credere qualsiasi cosa a costo di stare con quell'unica creatura che mi ero riscoperta amare di più al mondo.

"Porterò con me anche Gilbs" Era un ordine.

Lei annui come in un patteggio tra due parti. Alis sarebbe rimasta con Harry, lei aveva imparato a conoscerlo per tutte le volte che la portavo con me durante le ore di lezione con Floris. Ma Gilbs era il mio messaggero, se qualcosa fosse andato nel verso sbagliato avrei potuto contattare qualcuno per venirmi in soccorso.

"Devi essere sicura"

"Lo sono, se tu mi prometti protezione per il mio bambino, per me e Gilbs. Della mia magia puoi farne qualunque cosa tu voglia" Ammisi passandomi la mano sul ventre. Non avevo fatto altro che dire di essere sicura di quello che avevo deciso. Non lo ero, ma cercavo in tutti i modi di esserlo. Sapevo che con quelle parole era come se mi stessi offrendo a lei, ma solo in quel modo lei avrebbe accettato. Così fu.

Un lungo viaggio in mezzo a oscurità e nebbia, i mari erano in tempesta al nostro passaggio, i fiori rinsecchivano, le nuvole erano nostre amiche. Avevo preso le poche cose mie messe in una sacca, salutato Alis piangendo e lasciata in una cesta ad Hermione a cui avevo confidato qualcosa, lei avrebbe dato la mia fedele compagna ad Harry. A Draco avevo lasciato una lettera, una cosa semplice in cui non davo motivazioni ma descrivevo quello che provavo per lui in totale libertà, l'amavo ancora ma non era più lo stesso, era abitudine, affetto, compatirsi, noia.

Gli avrei spezzato il cuore? Si. Ero decisa? Si. Quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei trasgredito una promessa, avevo promesso a me e alla madre di Draco di non fargli mai del male, eppure sapevo di doverlo fare ad ogni costo, non per me, ma per quella piccola creatura.

Mi ero scusata con il cielo per il dolore che avrei causato, ma non potevo fare altro, ero fatta così, come punizione avrei dato la mia anima al diavolo o a Lilith.

Con un po' di fortuna adattarmi a quel nuovo istituto non fu affatto difficile, proprio come aveva detto la zia. Li tutti si muovono come automi. Non piangono, non avevano sentimenti, né si lamentavano, eseguivano e basta senza mai disdire.

L'istituto dell'ORDINE DEL DOMANI, era stato creato e gestito da Lilith. Nessuno avrebbe mai fatto nulla senza il suo rispettabilissimo consenso. Quando passavo per i corridoi malti si inchinavano, avevano stima di mio padre, intorno avevo solo ripudiati e scarti delle stirpi di maghi più potenti e cattivi della cerchia di mio padre. Draco era stato fortunato a non essere finito in quell'istituto. Mi veneravano perché figlia di Lord Voltemort. Alcuni erano persino cresciuti con i loro genitori per poi perderli oppure essere gettati dentro l'ordine. C'erano persino i figli di Bellatrix, che sapevo per certo essere legata a mio padre. Due gemelli Jona e Bell omozigoti ovviamente. Una somiglianza stravolgente tra loro e con la madre.

Nessuno osava guardarmi negli occhi. Sapevo di aver lasciato tanto, mi mancava tutto ma avevo portato con me la cosa più importante di tutte. Il mio piccolo/a, non sapevo molto, Lilith mi aveva promesso di portarmi a fare una visita ginecologica al più presto. Le credevo, perché il pancione stava crescendo e piano piano avevo persino convinto lei che il figlio che avevo in grembo, sarebbe stata una grande opportunità per avere più magia a sua disposizione. Allora, Lilith aveva programmato anche l'assunzione di una tata molto capace, lei avrebbe gestito il neonato una volta dopo il parto e durante le mie lezioni. Non avevo amici perché non li volevo, molti si davano da fare per cercare di accaparrarsi il mio benestare, ma negavo categoricamente ogni possibile avvicinamento. Ero come una piaga, con chiunque legavo poi dovevo abbandonarlo o perderlo. La notizia della mia scomparsa da Hogwarts era uscita persino sui giornali, per parecchio tempo fece scalpore, molti si aspettavano una guerra imminente. Su una pagina di giornale c'era anche zio Ford e Draco, quello che era il mio ragazzo piangeva fra le braccia di Ford, la sua barba poco fatta e curata mi fece comprendere il suo essere sconvolto. Sul titolo di cronaca: Scomparsa la figlia di "Tu sai chi". Lo zio pensa ad un rapimento. Ma molti pensano ad un'altra guerra. Piansi su quelle foto, su quelle parole, su qualsiasi cosa mi faceva tornare alla mente Hogwarts. Solo lì mi ero sentita libera per la prima volta, un così breve periodo per godere davvero. Un sentirsi sé stessa nel completo, ero cresciuta ad Hogwarts, mi ero fatta degli amici, avevo persino trovato l'amore e l'avevo persino tradito. Ecco cosa mi rendeva una persona scorretta, non adatta per starmene vicino a qualcuno. Io non mi meritavo Draco, né il suo amore, né il suo affetto, non mi meritavo un ragazzo come quello. 

Prima di Draco, Hermione, Luna i serpeverdi, persino Harry , i miei sogni erano smilzi e poca cosa in confronto a cosa avevo vissuto, tutto sembrava poca cosa in confronto alla vita che cresceva dentro di me, e ormai sembrava già tutto così lontano. Me ne ero andata con la consapevolezza di non poter più tonare, sapevo che qualsiasi giustificazione detta non sarebbe bastata per giustificare la mia fuga e il grande torto che avevo fatto a Draco, nulla sarebbe mai stato come allora. Lui era il padre, ma non lo voleva, lui non voleva questa nuova vita. Era stato più volte molto chiaro sull'argomento, non avrebbe mai accettato un figlio prima dei venticinque anni, un matrimonio, una casa, un lavoro. Cose che non avevamo non c'era nessun lavoro e nessuna casa. Per quanto buono e dolce elegante e sensibile, lui con i suoi occhi mi avrebbe sicuramente convinto a lasciarmi scivolare via quella vita, abortire, ma non volevo, non volevo la sua influenza perché era condizionante per me, come qualcosa che una volta che hai in tuo possesso non puoi farne più a meno.

Harry era stato importante come il fiore che aspetti sbocciare tutto l'anno, o come quelle parole che aspetti dire e poi finalmente vengono fuori con una tale vemenza da spaventarti, o come quel lancio dal paracadute che ti eri ripromessa di fare nonostante il terrore. Lui era stata la mia impazienza, il mio desiderio più profondo, la follia, l'esuberanza, il mio tradimento; ma Draco era l'amore, la stabilità, il prendersi cura reciprocamente, la complicità, i silenzi colmi di parole, il controllo, la leggerezza. Uno era stato acqua rinfrescante e calma per permettermi di riappropriarmi del mio auto-controllo, l'altro era stato fuoco abile e insaziabile ottimo per farmi perdere ogni tolleranza e pazienza. Due persone distinte, con caratteri distinti, con corpi distinti, ma che mi avevano dato così tanto da essere convinta di non poterli mai dimenticare. Sarebbero passati anni, mesi, secoli io non li avrei mai dimenticati fino alla morte.

Winny Coop Riddle. La figlia del male H.P.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora