Un sogno troppo lontano

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Erano passati sette mesi da quando Alias si era unita alla Ciurma di Cappello di Paglia. Era felice della sua decisione, aveva passato insieme a loro fantastiche avventure. Così fantastiche da farle tornare in mente i vecchi tempi con la sua precedente ciurma. Ormai si era abituata alla ciurma di Luffy. Quando aveva iniziato a piacerle? Dal primo momento, ma soprattutto quando le avevano parlato dei loro sogni.

Quella volta, si trovavano sul ponte a chiacchierare tutti insieme e all’improvviso era saltato fuori quell’argomento.
-Non vedo l’ora di diventare il Re dei Pirati!- urlò Luffy.
-Sì, si, si…- affermò Nami con rassegnazione facendogli segno di darsi una calmata. Quel tipo metteva troppa energia dappertutto.
-È il tuo sogno?- gli chiese curiosa Alias appoggiata al parapetto della nave, dando le spalle al mare.
-Sì!- confermò lui.
Alias corrugò la fronte per un attimo -Posso chiedervi una cosa?- domandò e  tutti si voltarono verso di lei incuriositi.
-Siete tutti diversi tra di voi, avete un capitano che di sale in zucca ne a poco, e nonostante tutto continuate a seguirlo. Cosa vi spinge a farlo?- domandò perplessa ma davvero incuriosita.
Tutti avevano sorriso a quella domanda -Yohohohoh i sogni!- esclamò Brook ad un tratto.
-Sogni?- ripeté Alias stupita.
-Ognuno su questa nave ha dei sogni ambiziosi e per realizzarli… ci tocca seguire questa testa calda…- spiegò Sanji, indicando con la sigaretta la faccia da fesso del capitano. Anche lei, pensandoci in quel momento, era su quella nave per lo stesso motivo.
-Io lo seguo perché voglio vedere la Sunny, diventare la nave del Re dei Sogni.- affermò Franky assumendo la solita posa da esibizionista.
-Io voglio disegnare la cartine di tutte le isole del mondo. Quindi mi serve quel pazzo.- sorrise Nami.
-Io cerco All Blue. Seguendo Luffy potrei trovarlo.- commentò Sanji.
-Io devo ritornare da Lovoon, la mia balena.- cantò Brook accompagnandosi con un passo balzerino.
-Troverò il rimedio per ogni malattia>> affermò con entusiasmo Chopper.
-Diventerò un coraggioso guerriero del mare!- gridò Usopp.
-Ho deciso di continuare il progetto della mia isola natale, scoprirò cosa è successo nei cent’anni di buio trovando il Real Poignee Griffe.- volle sottolineare Robin.
-Voglio diventare il miglior spadaccino del mondo. Mi sono unito a questo qui per un ricatto…- iniziò col dire Zoro colpendo la testa del capitano con la spada nella fodera, mentre quest’ultimo sorrideva come un ebete -..ma non mi sono pentito…- concluse.
Luffy la guardò con curiosità -Tu non ce l’hai un sogno, Alias?- le chiese.
Lei voltò il viso e posò lo sguardo sul mare, sorridendo appena con amarezza -Sì ce l’ho... ma… per quanto sia vicino o lontano, non riuscirò mai a raggiungerlo.- affermò con tono assente.
-Allora continua ad inseguirlo!- urlò Luffy per tutta risposta.
Alias si voltò verso Cappello di Paglia, notando il sorriso che aveva in volto come per sottolineare quello che aveva detto -I sogni sono fatti per essere avverarti…- iniziò col dire il capitano -Non importa degli ostacoli che incontri, rende la cosa più entusiasmante, no? Se cadi, ti rialzi. Se qualcuno ti ostacola, abbattilo. L’importante è di continuare a rincorrerlo!-
A quelle parole Alias sorrise, Luffy aveva ragione.
Lei non avrebbe mai rinunciato a quel sogno.

In quel momento erano sbarcati da poco. Avevano deciso di fermarsi in una locanda per bere qualcosa e per fare rifornimento di liquore. Franky come al solito aveva deciso di rimanere sulla Sunny.
Nella locanda in cui entrarono, tutti li guardarono male, come chi guarda la peste. Era normale, erano pirati in fondo. Arrivati dal barista, chiesero nove boccali e poi qualche botte da portarsi via. Il barista obbedì, ma si vedeva che stava morendo dalla paura. Sul bancone c’erano delle taglie, tra cui alcune delle loro.
Alias non poteva continuare a vederlo in quello stato, così si avvicinò a lui -Non si deve preoccupare. Beviamo un po’, prendiamo le botti, paghiamo e togliamo il disturbo. Non toccheremo un capello né a lei né al suo bar, clienti compresi. Siamo innocui.- affermò sorridendole.
Il barista ricambiò il sorriso per poi voltarsi verso i clienti -Loro sono a posto.- disse ai clienti, che si calmarono ricominciando a chiacchierare e a fare casino come se nulla fosse.
Mentre la ciurma si dirigeva a un tavolo, Nami interrogò Alias -Come ci sei riuscita? Io sono anni che ci provo ma non ha mai funzionato!- affermò lei sorpresa.
-Il mio capitano lo faceva sempre, ho imparato da lui. Ah e… Nami, se prima li tranquillizzi per poi minacciarli per farti fare uno sconto, non serve a molto.- aggiunse poi. Nami assentì, a volte il fatto di essere tirchia gli peggiorava le situazioni, però almeno risparmiava.
Così si misero a fare casino nella locanda, provocando risate da parte dei clienti e il barista non si pentì di essersi affidato ai pirati anzi, gli aveva offerto gratis un altro giro di birra. Sul tavolo come al solito, Luffy e Chopper facevano spettacolo, il capitano sfruttando il fatto di essere di gomma faceva smorfie assurde mentre la renna danzava con le bacchette infilate tra il naso e la bocca, il tutto accompagnato dal violino di Brook.
All’improvviso un uomo spalancò la porta della locanda richiamando l’attenzione di tutti su di sé. Era tutto sudato e aveva il fiatone. Doveva aver corso fino a quel momento.
Quando riprese fiato iniziò a parlare -Nella costa a ovest dell’isola… tra gli scogli… è ormeggiata la Mobydick!- gridò provocando commenti in tutto il bar.
A quelle parole Alias strinse il boccale con forza, così tanto da finire per romperlo tra le sue dita. Ma anche con il boccale rotto continuò a stringere i residui di vetro nel pugno della mano, conficcandosi le schegge di vetro nella pelle. Non diceva niente, non parlava, ma tutta la ciurma sapeva cosa significava.
Alias strinse forte Arashi nella fodera nera dietro la sua schiena. Si alzò dirigendosi dal barista per poi appoggiare dei soldi sul bancone.
-Mi dispiace per il bicchiere.- si scusò, si girò e se ne andò dalla locanda.
La ciurma si alzò dal tavolo per seguirla, non potendo lasciarla sola in quel momento -Ehi, sai per caso quando hanno intenzione di ripartire?- domandò Zoro all’uomo che aveva dato la notizia.
-Se ho capito bene, domani sera.- rispose un po’ pensieroso.
-Ti ringrazio.- affermò infine Zoro per poi proseguire.

Alias sapeva cosa doveva fare.
La Mobydick.
Se quella nave era veramente ancorata a quell’isola, voleva dire solo una cosa.
Barbabianca era vicino.

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora