Tempesta in arrivo

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Era passato solo poco più di un anno dall’arrivo di Alias nella ciurma di Barbabianca, e niente sembrava andare storto. Lei ed Ace avevano girato per il Mare Orientale, alla ricerca dei vecchi membri della loro ciurma per avvisarli del fatto che il ragazzo fosse vivo. Ace ritrovandoli, gli erano tornati alla mente i bei vecchi ricordi, grazie alla ragazza finalmente era certo che i suoi vecchi compagni stessero facendo una bella vita, felici.
Alias andava d’accordo con tutti sulla nave, anzi, troppo bene per i gusti di Ace. Doveva dire il ragazzo, di dover rimanere sempre vigile per impedire che qualcuno ci provasse con la ragazza. Per lui era stressante il fatto che ridesse e scherzasse con il resto della ciurma, lo rendeva estremamente geloso. Alias subito dopo il piccolo “incidente” con Bonney, si era fatta mettere il simbolo di Barbabianca sul braccio destro. Anche se quel vecchio a volte era seccante, ammetteva che le piaceva stare lì. Ogni cosa andava nel verso giusto.
 

“Ma non sempre le cose vanno come ti aspetti che vadano. Non puoi chiedere al destino che ti vada sempre bene. Spesso, anche se cerchi di evitare i problemi, ti ritrovi, con loro che cercano te. A volte ti mettono di fronte a delle scelte. Scelte le quali, determineranno la tua vita.”
 

-Ace calmati!- gli urlò contro Alias.
-Calmarmi?! Come posso calmarmi?!- gridò Ace.
-Così non risolverai niente!- ribatté la ragazza parandosi di fronte a lui.
Ace però non si fermò un attimo -Hai visto cosa ha fatto? Ha ucciso Satch! Teach ha ucciso Satch, per poi tagliare la corda!- sbraitò Pugno di Fuoco, prendendo uno zaino e buttandoci dentro tutto il necessario per il viaggio.
-Dove vorresti andare?- domandò lei, guardando cosa faceva spaventata.
-Lo vado a cercare!- disse ovvio il ragazzo.
-Da solo?! No! È  troppo pericoloso!- ribatté Alias.
Ace si voltò su di lei, guardandola dritta negli occhi -È un sottoposto della mia divisione, è un mio compito fargliela pagare. Conosci le regole.- affermò determinato, non accettando ripensamenti.
-Ace, lascia perdere Teach. Barbabianca non ti ha dato il suo appoggio, lo hai sentito.- gli fece notare lei.
Lui scosse la testa –Non mi ha neppure detto di no, se è per questo.- ribatté.
Alias scosse la testa –Questo perché è infuriato come te per quello che è successo, se tu non ti fossi offerto di fronte a tutti lui non avrebbe chiesto niente a nessuno.- affermò ma vide che il ragazzo non l’ascoltava così posò una mano sul suo braccio -Lascialo perdere, per favore.- lo implorò.
Alzò lo sguardo, incrociando quello di Alias -Conosco bene Teach. So che punta alla flotta dei 7, ma per farlo dovrà dare qualcosa in cambio al Governo Mondiale…- affermò lasciando la frase in sospeso, la guardò nei occhi con un misto di preoccupazione e di tristezza -Sa di te e me. Questo sarà il suo biglietto per entrare nella flotta, non posso permettergli di metterti in pericolo per i suoi comodi.- concluse, con una punta di dolcezza che fece male al cuore della ragazza.
Alias si sentiva scoppiare dentro, come se le stesse mancando l’aria -Ma se tu vai e perdi…- affermò lei con voce incrinata -..Preferisco mille volte l’ira di mio padre alla tua morte.- disse decisa.
Lo vide scuotere la testa -Te l’ho già detto. Non permetterò a quell’uomo di rinchiuderti di nuovo.- ribatté riprendendo a fare i suoi bagagli.
-Non mi interessa più. Non voglio perderti, Ace.- insistette lei.
Lui si voltò  e la guardò in silenzio per un attimo, la raggiunse ed appoggiò aveva  la sua fronte contro quella di lei. Il suo respiro era irregolare, come quello della ragazza. Solo che il suo, a differenza di lei, era per rabbia. Alias invece sentiva l’ansia e la paura invaderla con una forza d’urto atroce -Tornerò da te, costi quel che costi.- le promise sicuro -Non fare niente di stupido in mia assenza.- continuò cercando di farla sorridere.
Alias innalzò per un attimo l’angolino della bocca, poi tornò giù, troppo preoccupata per lasciarsi andare in un sorriso -Ci proverò.- disse -Tu non morire.-
Lui accennò ad un sorriso -Non posso morire, lo sai. Dobbiamo avverare il nostro sogno, niente ce lo impedirà.- affermò per poi abbracciarla.
Rimasero in quella posizione per un po’ finché lui non si era staccò da lei.
Stava per andarsene ed allontanarsi dalla vista della ragazza per chissà quanto tempo. Più lo vedeva dirigersi verso la porta con lo zaino in spalle e più lei capiva che non voleva perderlo, assolutamente. Sentiva già il cuore stringerla in una morsa. Voleva sentirlo accanto, provava già la nostalgia della sua presenza, del suo calore. Voleva che lui la toccasse col le sue mani sicure. Voleva sentire il suo respiro sulla sua pelle, lasciandosi invadere da quel dolce profumo che solo lui possedeva.
-Prima di andare fammi tua.- esclamò ad un certo punto, facendolo fermare di botto.
Di colpo Alias divenne rossa fino al midollo. Ok, in quel momento poteva dire di essere impazzita in mare. Quella frase gli era partita dallo stomaco, risalendo, fino ad uscire dalla sua bocca spontaneamente. Lo voleva, sapeva che non l’avrebbe più rivisto per un po’ per questo lo voleva in quel momento.
Ace quando sentì quelle parole il suo corpo si paralizzò, gli occhi si spalancarono e un leggero imbarazzo gli si levò in viso. Quella affermazione lo aveva stupito, non era da lei chiede cose di questo genere, di solito era lui...
Il modo in cui lo aveva detto la ragazza, decisa, lo trovò così seducente e provocatorio che dovette ammettere di averlo fatto eccitare non poco.
In poco tempo si voltò e si avvicinò alla ragazza che notò con sua gioia trovare imbarazzata, per poi prenderle il viso e baciarle le labbra con passione sfrenante. La baciava con foga e eccitazione, volendola sempre di più, mentre le loro lingue sembravano conoscersi a memoria l’un l’altre, mischiandosi e assaporandosi a vicenda. Il ragazzo morse la lingua di lei come per volersene impossessare di più.
Poco dopo dovettero staccarsi per prendere fiato ed Ace non rimase con le mani in mano. Buttò a terra lo zaino da viaggio per poi prendere la ragazza e spingerla contro il muro di legno della cabina. Riprese a baciarla mentre lei appoggiò le sue braccia sulle spalle del ragazzo e iniziando a incastrare le sue dita nei soffici capelli di lui, buttando a terra il cappello che era d’intralcio.
Sentiva Ace che la perforava con i baci, violento. Cosa ovvia vista la rabbia che aveva ancora dentro dalla sfuriata di poco fa. Ma a lei non importava, le bastava sentirlo di nuovo con lei. Sentirlo accanto.
Ace le mordeva le labbra con foga e arroganza, come se stesse riversando tutta la sua rabbia sulla ragazza. Come un oggetto di sfogo. Ma lui non voleva questo, no. Si staccò da lei leggermente sentendo sulle sue stesse labbra gocce di sangue che venivano dal labbo martoriato della ragazza. Un sangue dolce e amaro allo stesso tempo, qualcosa che lo faceva sia eccitare che preoccupare. Non voleva farle male.
Lei sembrò leggergli nel pensiero, lo baciò ancora, insinuando la sua lingua nella bocca di lui e premere per esplorare completamente quella cavità -Non ti fermare…ti prego…- disse lei con voce suadente nell’orecchio di lui, quando le due bocche si staccarono per respirare.
Alias sapeva bene che il ragazzo ragionava nelle situazioni più pericolose con maggiore lucidità, se era tranquillo. Quindi voleva che si sfogasse con lei piuttosto di trovarsi nei guai dopo, in mare.
Lui a quella voce roca e sensuale perse la testa. Si impuntò sul collo della ragazza, leccandolo con gusto da cima a fondo. Passò a baciarlo partendo dalla clavicola e risalendo fino all’orecchio, il quale passò con la lingua su ogni superficie sia dentro che fuori, soffermandosi sui punti che la facevano rabbrividire, cosa che lo soddisfò. Poi passò a mordicchiarglielo sentendo la ragazza che tratteneva i gemiti. Lo infastidì parecchio, voleva sentire la voce di lei piena di piacere.
Per una volta Ace si ritrovò a ringraziare Rakuyo per i vestiti che aveva obbligato ad indossare alla ragazza. I quali rendevano più facile il suo lavoro, trattandosi di una canottiera scollata nera e una minigonna bianca, molto corta.
Ace iniziò a passare le sue mani sul tessuto dei vestiti, delicatamente, passandolo fino ad arrivare al ventre. Lì con un movimento improvvisò gli tolse la maglietta, lasciandola in reggiseno. La lingua del ragazzo che percorreva un punto sotto il collo iniziò ad abbassarsi, percorrendo il petto della ragazza. Con una mano intanto armeggiò i ganci dell’indumento, togliendolo. Non perse tempo ed iniziò a giocare con i seni della ragazza. Baciandoli, e leccandoli attorno ai capezzoli per poi mordicchiare quest’ultimo con voracità.
Sentì finalmente gemere la ragazza, ma non si riteneva soddisfatto, decise di passare alle maniere forti. Mentre continuava a molestare il petto della ragazza e a baciarle il collo, con l’unica mano libera, passò il corpo della ragazza dirigendosi verso il basso ed arrivando alla minigonna.
Col mano la sollevò leggermente nell’orlo per poi accarezzare l’intimo della ragazza che copriva la sua femminilità. Con delicatezza si posiziono sotto l’intimità di lei, per poi strusciare le proprie dita contro il tessuto avanti e indietro, stimolandola. Sentiva la ragazza contorcerti sotto i suoi tocchi dal piacere. Riusciva a sentire il suo respiro irregolare. Sentiva anche il suo ansimare lievemente che aumentava, facendolo eccitare sempre di più.
Alias a mala pena riusciva a stare in piedi per tutto quel piacere, doveva sorreggersi a lui per non cadere. Si sentiva in paradiso mentre il ragazzo le baciava il collo con foga e con le mani impegnate a farla godere.
Ace iniziò a provare dolore. Il suo membro era bello gonfio e duro, per di più all’ansimare della ragazza fremeva sempre di più, i pantaloni gli si erano fatti stretti.
Preso dall’ingordigia non aspettò ancora. Prese le cosce sode della ragazza, posizionandole attorno alla propria vita e schiacciandola contro il muro per sorreggerla. Poi abbassò i propri pantaloni e i boxer insieme, liberando il suo membro dal terribile dolore.
Alias lo lasciava fare, del tutto succube delle sue mani. Ace si rivolse all’intimo della ragazza, ghignando nel vederlo bagnato dal di fuori, lo faceva impazzire il pensiero che era lui a provocarle tutto quel piacere. Spostò leggermente le mutande della ragazza da una parte, quel che bastava per farlo passare.
Con una spinta secca e decisa la penetrò. Lei gemette sia dal piacere che dal dolore, inarcando la schiena. Sorpresa per il fatto che il ragazzo era sempre stato delicato nel farlo, ma sta volta era diverso, solo in quel momento comprese la rabbia e la frustrazione di Ace di quella situazione.
Ma le parole che lei disse, sorprese lui –Muoviti.- affermò, in quella parola c’era desiderio e impazienza.
Lui non se lo fece ripetere. Iniziò ad affondare in lei più volte con lo stesso ritmo. Entrando veloce e spedito per poi ritirarsi più lentamente, come per volerla castigare. Lei a quei movimenti si sentiva in manicomio, strinse con forza i capelli del ragazzo come per implorarlo.
-P..più…v..veloce…- disse la ragazza cercando più piacere.
Lui aumentò la velocità, ma ancora non le bastava.
-Ancora più veloce.- disse quasi come un ordine.
La ragazza gemeva incontrollata e lui non era da meno. Alias sentiva il piacere prendere possesso di lei. Si inebriò del profumo di lui, ormai divenuta sua ossessione. Sentiva Ace aumentare sotto le ultime spinte, per poi venire dentro di lei nello stesso momento che lo fece lei.
Rimasero così per un po’, con il calore dei loro corpi ancora uniti e il respiro che cercava di farsi regolare. Alias si sentiva così sfinita che se si fosse staccata da lui, di certo sarebbe caduta a terra inerme senza nemmeno sforzarsi di alzarsi.
Fortunatamente Ace capì questo. Così la prese su di peso e la portò fino al letto della ragazza, scrostò le coperte e la pose su di esso con delicatezza. Staccò i loro corpi l’uno dall’altra, provocando un mugolio affranto della ragazza. Poi si stese vicino a lei, si coprì con le coperte insieme alla ragazza e la abbracciò a sé. Gli bastava rimanere lì con lei così, per trovare la pace.
Passarono alcuni minuti in silenzio, poi Ace si alzò iniziando a rivestirsi -Devo andare.- aveva detto mentre le dava le spalle e si metteva la cintura.
Lei lo guardò per poi alzarsi, rivestirsi in fretta e raggiungerlo mentre lui riprendeva lo zaino e il cappello -Vengo con te.- rispose subito lei.
-No, non saresti al sicuro. Rimani qui col babbo, è un ordine.- disse lui tristemente. Odiava darle ordini da superiore, quanto lei odiava riceverne, ma non voleva per nessuna ragione volerla al suo fianco in quella spedizione.
Così si stava avviando verso la porta, quando le braccia della ragazza lo avvolsero attorno il collo per poi baciarlo. Un bacio lungo, passionale e malinconico. Staccati rimasero con le fronti attaccate, per prendere respiro, mentre sentivano ognuno il fiato dell’altro su di sé.
Con malinconia lui si staccò da lei, dandole un ultimo bacio in fronte. Era troppo triste doversi allontanare dopo essersi finalmente ritrovati.
Non si dissero niente.
Lui la superò e uscì fuori dalla cabina.
Alias non ce la fece ad uscire, lo guardava da dietro la porta prendere un motoscafo, ignorando le parole del babbo e dei compagni. Loro cercavano in tutti i modi di dissuaderlo, il vecchio sembrava più lanciargli raccomandazioni come se sapesse che sarebbe stato inutile cercare di fermarlo. Alcuni cercavano anche di chiamarla, sapendo che lei lo convinceva sempre, ma lei non rispose. Neanche lei era riuscita a fermarlo, chi ci sarebbe mai riuscito? Ormai era già pronto per partire. Prese lo zaino in spalla, accese il motore, per poi sparire dalla vista di tutti. A quella visione Alias chiuse del tutto la porta della cabina per poi cadere sul letto, distrutta dal senso di colpa.
Non era riuscita a fermarlo. Aveva fallito.
 

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