Parole dal cuore

507 16 1
                                    

Il giorno seguente era passato abbastanza in fretta.
Ace era a tavola con Alias e Teach ma non riusciva a stare tranquillo un minuto per via degli scherzi degli altri capitani e delle risse in cui veniva immischiato. Alla fine di tutto ciò, aveva passato poco tempo con la sua ragazza, tanto che iniziò a pensare che qualcuno stesse tramando alle sue spalle. Comunque voleva a tutti i costi vedere la ragazza. Così quella sera si intrufolò nella sua cabina.
Entrato al suo interno, si guardò in giro. Non riusciva a vedere nessuno. La stanza era molto buia ma riusciva a scorgere un po’ il posto. Riusciva a vedere il letto disfatto, la spada appoggiata al muro, ma nessuna traccia della ragazza. Non capiva dove fosse potuta andare, a quest’ora dormivano tutti nella nave. Per di più era certo che lei non lasciava mai Arashi. Piuttosto prendeva a pugni tutti i Draghi Celesti di questo mondo. Alla fine si era seduto sul letto della cabina, in attesa che tornasse, pensando di aspettarla.
Passarono infatti circa dieci minuti quando vide entrare qualcuno entrare. All’inizio non riuscì a capire di chi si trattasse, ma quando i suoi occhi si abituarono al buio, la vide. Alias portava i capelli neri bagnati, addosso aveva solo un asciugamano bianco che le avvolgeva tutto il corpo, ed era scalza. Lei si sorprese di ritrovarsi il moro nella cabina, non aspettandoselo minimamente.
All’inizio Alias, ammise, pensò di ritrovarsi Rakuyo. Il quale avrebbe dovuto bastonare finché non si fosse deciso di lasciarla in pace, invece però dell’idiota, si era trovata in camera il suo ragazzo.
Ace si era alzato, allibito dalla bellezza della ragazza. Forse non era un caso se la chiamavano “Angelo della notte”. La sua carnagione brillava con la poca luce presente nella stanza, grazie alla pelle bagnata che brillava. I suoi occhi chiarissimi sembravano angelici, intonati con la pelle altrettanto chiara. Infine i capelli scuri come la notte, facevano un contrasto spettacolare cadendole morbidi sulle spalle. Non l’aveva mai vista così bella.
Si avvicinò alla ragazza per poi guardarla nei occhi, appoggiando la sua mano sul suo viso. La sua pelle era così delicata e fragile che si sarebbe potuta rovinare con un unghia.
-Che ci fai qui?- sussurrò lei non distogliendo lo sguardo.
-Volevo vederti. Tu dove sei stata?- chiese dolcemente lui.
Lei aveva distorto lo sguardo imbarazzata -Durante il giorno non posso fare il bagno nelle docce in comune, c’è poca privacy. Così lo faccio di notte.- spiegò lei.
Lui le guardò il corpo, il telo lasciava poco all’immaginazione. Il fatto che avesse girato per la nave in quelle condizioni, lo faceva rodere dalla rabbia. Si avvicinò ancora di più per poi baciare la ragazza. Baciarla con passione, finché non si staccarono per prendere il respiro.
Lui l’abbracciò forte a sé, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo -Ti prego, dimmi che nessuno ti ha vista così o dovrò ucciderlo.- affermò lui.
Alias arrossì di botto a quelle parole –N… no, nessuno mi ha vista.- confermò.
Ace si staccò, prendendole il viso e baciandola con dolcezza, facendola fremere a quel contatto, e dissetandosi dell’acqua che ricopriva ancora la ragazza. Ricominciò a baciarla freneticamente, era diventata come una droga per lui, una dipendenza. Mentre continuava a baciare la ragazza, la sollevò da terra e la trasportò fino al letto per poi stenderla sotto di lui. Lei non se n’era nemmeno accorta, era troppo concentrata sulle labbra del ragazzo, bollenti, che disperdevano calore in tutto il suo corpo.
-Meglio perché morirei dalla gelosia.- le disse all’orecchio.
Lei arrossì del tutto, facendo sogghignare il ragazzo. Solo lui sapeva della fragilità di Alias. Perché lei si dimostrava coraggiosa e indipendente davanti a tutti, si mostrava forte, ma non c’era nessuno al mondo che avesse più bisogno di protezione se non lei.
-Nessuno dovrà vederti nuda o baciarti a parte me.- si assicurò lui.
Lei rise a quelle parole –Chiaro.- confermò.
La baciò con passione e voracità, iniziando a toglierle l’asciugamano di dosso. Poi lui si tolse i suoi vestiti. Era molto comodo il fatto che andava in giro a torso nudo, gli dava la possibilità di togliere meno indumenti.
Ace si divertì a giocare col suo seno, mentre lei sfiorava con le mani tutti gli addominali provocandogli brividi.
-Tutto ciò vuol dire che lasci stare l’accaduto su Bonney?- chiese lui tra un bacio e l’altro.
Lei sembrò pensarci su un attimo. La voglia di farlo in quel momento con Ace, era irresistibile, però era ancora irritata per quello che era successo -Diciamo che rimando la cosa.- specificò lei, sentendolo sogghignare.
Ace le morse il labbro inferiore, facendola ridere al gesto. Incrociò i suoi occhi, così le baciò le palpebre, non resistendo alla loro bellezza e luminosità. Staccandosi la osservò mentre lei si mordeva il labbro inferiore, gesto che fece venir voglia a lui di continuare a baciarla.
Le mani del ragazzo passavano su tutte le curve di lei, soffermandosi sui punti più morbidi e facendola gemere al sol contatto. Le baciava il collo, salendo fino all’orecchio e mordicchiarlo, per poi scendere fino la spalla e baciarla. Alias amava tutte le attenzioni che le rivolgeva il ragazzo e non poté far a meno di affondare le dita tra i cappelli soffici di lui.
Dopo diverse coccole e carezze, lei si dedicò alla virilità di lui. Facendolo gemere dal piacere incontrollato, mentre con le mani gli passava tutto il torace. Alias voleva farlo venire ma lui la fermò di colpo per poi penetrarla, senza aspettare ancora.
Si muoveva dentro di lei lentamente, cosa che aveva stupito la ragazza visto la fretta che aveva avuto di possederla. Sorrise al pensiero che, anche dopo numerose nottate a letto, lui entrava in lei e si muoveva sempre con lentezza e dolcezza, come se fosse la prima volta.
Alias si aggrappò al collo di lui, per sollevarsi e baciarlo. Poi gli fece segno di velocizzare, cosa che lui fece subito. Lei assecondò le sue spinte andando incontro con all’urto.
Erano entrambi all’apice del piacere, così Ace diede le ultime spinte violente, prima di far venire entrambi.
Ace era uscito da lei prima che ciò fosse avvenuto, appoggiandosi sui gomiti per evitare di cadere sopra la ragazza e schiacciarla, per poi prendere fiato.
Dopo poco, Ace si era avvicinato all’orecchio della ragazza per poi dirle -Girati, voglio averti anche da dietro.-
Quelle parole la bloccarono di scatto, scioccandola. Ace era sempre stato chiaro sul fatto di non volerlo fare per non farle del male. Questo le faceva capire quanto lui la desiderasse, la cosa la rendeva felice. Subito Alias si  girò, dandogli le spalle, ancora ansimante.
Lui ammirò la pelle liscia della schiena della ragazza, per poi toccarla, accarezzarla e baciarla. Era così pura che sarebbe bastato poco per scalfirla, anche solo un unghia.
Vedeva la sua schiena cosparsa da piccole cicatrici, segni che le erano rimaste col tempo  passato in mare e la maggior parte, quando era situata tra quelle quattro mura che definiva “casa”. Ace conosceva quelle ferite a memoria. Ci passò sopra le dita, tracciandole, per poi leccarle, facendo gemere la ragazza.
La guardava, come se ci stesse pensando se farlo o no, infine la penetrò con grande lentezza. Alias sentì dolore ma cercò di non fare il minimo rumore, soffocandosi col cuscino.
-Meglio che mi fermi.- disse Ace vedendo la ragazza che soffriva.
-No! Continua…- disse lei cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
Lui esitò ma alla fine la penetrò fino in fondo. Aspettò un po’ per lasciarle il tempo di abituarsi. Quando la vide rilassarsi, iniziò a muoversi lentamente. Inizialmente per lei fu un dolore intenso, poi sentì questo scomparire, facendo arrivare il piacere.
Ace stava andando piano, quando sentì Alias ansimare, allora velocizzò il movimento. Spingeva sempre più forte, facendola gemere. Lei ad ogni spinta inarcava la schiena. Come se fosse un movimento unico e continuo.
Riuscivano a sentire entrambi il piacere e i propri corpi imperlati dal sudore. Poco dopo lei venne, seguita da lui. Entrambi si adagiarono su letto, esausti. Lei tra le braccia di lui e quest’ultimo non accennava a lasciarla andare per nessuna ragione al mondo, l’amava troppo.
 

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora