È tardi per tornare indietro

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Più tardi, Barbabianca era uscito per dare la sua decisione alla ciurma. Alias però si sentiva agitata, ma non per quello. Guardava il mare, era sicura che da lì a poco sarebbe successo qualcosa. Si guardò attorno più volte, in ansia.
-Bene. Penso sia ora che annunci la mia decisione.- proclamò l’imperatore ma si fermò quando vide che la ragazza che non lo badava. La vide agitarsi verso il mare, preoccupata.
Ace si avvicinò a lei, guardandola con un sopracciglio alzato -Qualcosa non va?- le chiese.
Lei guardò l’angolo dell’isola come se potesse spuntare qualcuno da un momento all’altro -Sta per succedere qualcosa. Arriva qualcuno.- disse agitata.
Pugno di Fuoco guardò nella direzione che guardava lei. Niente.
-Forse te lo sei solo immaginata.- disse Marco in tono scontroso, probabilmente dovuto alla sconfitta di prima.
Per Alias fu un attimo. Sentì il vento tagliarsi e il freddo pizzicarle la pelle come se volesse farla agitare ancora di più. Sentì come se qualcosa stava per succedere a lei, qualcosa che non riusciva a spiegasi, e non sapeva se ascoltare quel consiglio che le partiva dal profondo.


-Ricorda, è fondamentale… segui sempre il tuo istinto.-



Si ricordò delle parole di uno dei suoi due zii.
Seguendo l’istinto si spostò a destra di colpo, spingendo via Ace. Appena in tempo che si scagliò sul ponte una lama interamente di ghiaccio, nel punto dove poco prima si trovava lei ed Ace.
Alias fissò con occhi spalancati la lama di ghiaccio.
Ghiaccio.
-Nave a tribordo!- gridò l’uomo di vedetta della Mobydick.
Poco dopo spuntò dall’angolo dell’isola un’imbarcazione, che solo poco dopo riuscirono ad identificare. La Marina.
La nave si stava avvicinando pericolosamente alle quelle due pirata. Alias alzò lo sguardo lentamente, spostando la sua concentrazione dalla lancia di ghiaccio alla nave. Sul ponte, una figura che non vedeva da tempo e che non si aspettava, comparve. I suoi occhi si incrociarono con quelli dell’uomo, cercò di tenere testa allo sguardo, non volendo mostrare esitazione ma si rivelò davvero difficile. Era sempre stata sicura che non si sarebbe mai mostrata debole quando si sarebbe trovata di fronte a quella situazione, ma non si sentiva ancora pronta. Non in quel momento. Non quel giorno.
-A..Aok… Aokiji...- sussurrò immobilizzata, il suo fu quasi un sussurro.
Ace se ne accorse, la prese per il braccio e trascinò via -Vieni via! Non deve vederti!- gridò correndo, facendosi largo tra la folla di pirati fino ad entrare dentro la nave e nascondendola dietro la prima porta che aveva trovato, con anche lui dentro.
Sapeva che ormai doveva averla vista, altrimenti non si spiegava la lama di ghiaccio che l’aveva quasi centrata. Solo che voleva tenerla il più nascosta possibile dal potere di quell’ammiraglio. Non poteva pensare a cosa poteva succedere alla ragazza, era insopportabile pensare a cose del genere. Preso dall’agitazione la prese e la strinse a sé come per assicurarsi che fosse ancora lì, con lui.
Non erano molto lontani però, in quella cabina riuscivano perfettamente sentire le voci delle persone fuori.

La nave si era avvicinata abbastanza per far sentire ai pirati la voce dell’ammiraglio. Luffy e la sua ciurma lo guardavano con disprezzo. Quante gliene aveva fatte passare quello? Tutta la ciurma lo guardava male, tranne uno. Anzi, una. Robin lo guardava e vedendolo, il suo passato gli tornò alla mente… in fondo se lei ora era lì, lo doveva a lui.
-Mi scuso per l’interruzione…- iniziò col dire l’uomo -..sono qui per svolgere un piccolo lavoretto. Lo faccio subito e mi tolgo dai piedi.- affermò con aria pigra e assonnata.
-È da un po’ di tempo che non ci si vede, eh Aokiji?- ghignò il babbo fronteggiandolo in piedi con la sua possente statura.
-Già un bel po’ di tempo… Edward Newgate.- rispose l’ammiraglio citando il vero nome del vecchio.
-Cosa ti porta alla mia nave?- domandò allora Barbabianca.
-Mah, il mio intento era di catturare la Ciurma di Cappello di Paglia, ma visto che si trova insieme a te al momento, non potrei attaccarli… sarebbe sciocco…- rifletté ad alta voce seccato -Quindi svolgerò solo il mio compito principale, se non ti dispiace.- concluse.
-E sarebbe?- chiese l’imperatore serio in volto.
-Catturare il pirata Alias, Angelo della Notte.- annunciò.
-Non puoi farlo!- ribatté subito Luffy.
-Si che posso e non vi riguarda. Secondo le mie informazioni, Alias non fa veramente parte dei pirati di Cappello di Paglia, quindi non c’è motivo per cui dobbiate intromettervi.- lo zittì l’ammiraglio.
-Ah, sì?- fece Luffy pronto a lottare contro l’ammiraglio. Che ragionamento era quello? Anche se Alias non faceva parte della sua ciurma lui poteva benissimo intromettersi!
-Stai al tuo posto moccioso.- sibilò Barbabianca avvicinandosi il più possibile all’ammiraglio andando fino al parapetto della propria nave -..questa faccenda non ti riguarda.- affermò per poi rivolgersi al marines -Sai Aokiji, ci hai interrotti mentre stavo facendo un annuncio al mio equipaggio. È un bene che tu sia qui… voglio che la Marina senta bene, quando dico che d’ora in poi… Alias diventa ufficialmente uno dei Pirati di Barbabianca!- esclamò e subito tutti acclamarono a quelle parole. I
l vecchio sbatté il suo bastone sul ponte, come per confermare le sue stesse parole -Quindi se deciderai di attaccarla, sappi che te la vedrai con tutta la mia ciurma.- affermò-
Aokiji non si sorprese affatto, si aspettava un mossa del genere da parte di quella ragazza. Però… non poteva certamente vedersela con quello squadrone con solo cinquanta uomini a sua disposizione.
Sospirò, iniziando a dare ordini di invertire la rotta per tornare alla base.
-Ritiriamoci.- ordinò, ma prima di andarsene si era voltò per guardare i pirati -Comunque avevo previsto che si sarebbe avverato qualcosa del genere… per questo ho un messaggio per Alias, da parte di suo padre…-

Alias nella cabina sbarrò gli occhi a quelle parole. Stava ancora nascosta insieme ad Ace. Anche se Aokiji non l’avrebbe toccata, non se la sentiva di uscire e di affrontare quell’uomo. Perché sapeva che, una volta di fronte ad esso, gli sarebbero crollate le gambe. Ace la stingeva forte, tanto nessuno lì, li poteva vedere. La sentiva tremare come una foglia, doveva essere tornata con la mente al passato, la strinse come per rassicurarla che tutto era passato e per dargli forza.
-Il messaggio è questo… Meglio che la fai finita subito con i tuoi capricci e che ti consegni alla Marina, prima che le conseguenze diventino catastrofiche… questo era il messaggio.- finì l’ammiraglio di dire per poi dare le spalle e allontanarsi insieme alla sua nave.
-Fermati!- urlò Luffy ad un tratto, Aokiji si voltò appena col viso per vedere quello dell’interlocutore -Pensate davvero che dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che ha passato e affrontato, lei si consegni alla marina?- urlò furente il ragazzo -Ora ascoltami bene, ho io un messaggio per suo padre.- affermò duro -Digli di smetterla di cercare di portarla via dal mare, o se no farà i conti con me!! La sua è una perdita di tempo. Lei non lascerà mai l’oceano, perché fa parte di lei, chiaro? Ce l’ha nel sangue!- gli urlò addosso.
Aokiji non rispose. Si limitò ad allontanarsi con la sua nave, senza far niente. Un pensiero aleggiava nella sua mentre.
“Non sai quanto hai ragione.”

Prima che sparisse dalla vista dei pirati, l’ammiraglio urlava -È inutile che cerchi nasconderla, Pugno di Fuoco. Non importa dove. Qualunque posto al mondo non sarà mai sicuro per lei!- affermò.
Ace stringeva ancora a sé Alias -Lo vedremo…- rispose più a se stesso che all’ammiraglio.
Porse poi lo sguardo alla ragazza che non tremava più -Alias… tutto bene?- le domandò. Non sentì alcuna risposta, nessun rumore. L’unica cosa che sentiva, erano dei singhiozzi trattenuti. Stava piangendo.
Lui, che non l’aveva mai vista piangere, la stava guardando farlo per la seconda volta in quel giorno. Lui non voleva uscire da quella cabina e sperava, che nessuno li venisse a disturbare. Non poteva sopportare che piangesse, ancora di più che qualcuno la vedessero in quello stato. Stava seduto contro il muro, con lei tra le braccia e pian piano sentì che si stava calmando.
-Forse è meglio che mi consegni alla Marina…- disse lei ad un tratto.
Ace sgranò gli occhi sentendo quelle parole -Che stai dicendo?- chiese incredulo.
In tutto il tempo passato con lei, non importa quanto le cose andassero male, non aveva mai detto quelle parole. Doveva essere proprio disperata se affermava proprio quello.
-Non voglio che altra gente soffra per me, non ne vale la pena.- spiegò lei.
-Nessuno soffre.- la rassicurò lui.
-Non è vero. L’ho visto con i miei occhi. Luffy e la sua ciurma hanno rischiato di perdere la vita a causa mia. Non voglio vedere gente morire… meglio che mi consegni prima che succeda qualcosa.- affermò con voce più decisa.
-Per chi prende il mare è normale che trovi degli ostacoli… e sono certo che se si sono trovati nei guai era a causa di Luffy e della sua testardaggine, non per te.- ridacchiò lui per confortarla.
Poi lui le alzò il viso per guardarla nei occhi. Erano lucidi, così azzurri chiaro e vivaci che facevano da contrasto con quelle lacrime. Li avrebbe baciato quei occhi, riempiti di baci.
-Mi spieghi cosa servirebbe ora?- le chiese dolcemente -Ormai è tardi per tornare indietro. Poi te lo puoi scordare se credi che ti lasci andare tanto facilmente. Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.- affermò sorridendole con dolcezza -Non lascerò che quell’uomo si rimpossessi della tua vita, portandoti via da me.- concluse infine asciugandogli le lacrime amare che le ricadevano in viso -Voglio che tu mi faccia una promessa… finché sarò al mondo, non voglio più vederti piangere, sono stato chiaro?- domandò serio Ace.
Alias sorrise –Sì.- rispose per poi baciarlo.

“A volte ripenso a questo giorno. E se quella volta consegnandomi, avrei cambiato il futuro in qualcosa di migliore? Se avessi avuto una pobbibilità dal destino per cambiare quello che sarebbe accaduto?
Questo non lo so… ma probabilmente nessuno potrà mai saperlo…”

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora