Piano in atto

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Drake la guardò dall’alto in basso, come se volesse snudarla col solo sguardo, prima di prendere posto di fronte a lei. Sulla bocca gli si leggeva un piccolo innalzamento della bocca, come segno cordiale.
-Vorrei sapere che ci fa una bella signorina come lei in un posto del genere.- iniziò col dire il pirata guardandola nei occhi.
Alias era sicura che lui cercasse di capire qualcosa, qualunque cosa, soltanto dallo sguardo. Un tentennamento, un esitazione, qualcosa che gli facesse capire se avrebbe mentito o meno. Ma lei non gli avrebbe dato quella soddisfazione anzi, avrebbe giocato allo stesso gioco. Lo avrebbe smascherato.
-È per caso di queste parti?- chiese infine l’uomo.
-Sfortunatamente no, sono solo di passaggio.- rispose con calma e indifferenza lei -Lei invece? Che ci fa un pirata in un posto come questo?- chiese poi.
Lui assottigliò gli occhi in due fessure -Sono di passaggio anch’io.- si limitò a dire bevendo dal bicchiere con cui era venuto lì.
“Non sarà facile farlo parlare..” pensò la ragazza osservandolo pensierosa.
Decise di continuare -In fondo ha scelto bene, quest’isola manca di marines… questa zona della rotta del Grande Blu è poco sorvegliata dalla Marina.- commentò ovvia.
Drake abbassò il bicchiere sul tavolo, osservandola -Sembra un esperta in questo campo. Per caso ha una taglia?- chiese curioso.
Sorrise -Di sicuro non alta come il suo calibro.- rispose lei ridacchiando.
Lui ricambiò il sorriso -Ha per caso un imbarcazione allora?- continuò a chiedere.
Lei ripensò alla sua ex-scialuppa, ormai distrutta in fondo al mare -Distrutta. In una tempesta.- rispose schietta.
L’uomo accennò un mezzo sorriso -Potrei sempre darle un passaggio con la mia nave.- rispose lui.
Alias soppresse la voglia di fare una smorfia e si limitò a sorridere come una degna ragazza civettuola avrebbe fatto -Quanto siamo gentili, per essere un pirata.- osservò lei.
Lo vide schioccare la lingua contro il palato, probabilmente aveva toccato un punto e la cosa la rese felice -Non penso che essere un pirata implichi ad non avere delle buone maniere.- rispose di rimando ghignando.
-No, ha ragione.- si affrettò a rispondere Alias -Ma, senza offesa, dubito che il termine “buone maniere” si addica a lei… visto che ci sta provando con una ragazza di dieci’anni in meno di lei.- commentò noncurante.
Lui scoppiò in una risata, continuando a guardarla bene  -Sono X Drake.- si presentò allungando la mano.
-Piacere Alias…- disse lei afferrandogliela per stringerla.
Lui se la portò alla bocca, posando un bacio sulla mano -Il piacere è tutto mio.- disse educatamente.
Alias notò il leggero stupore che l’uomo cercò di nascondere invano quando aveva pronunciato il proprio nome -Nome interessante.- commentò infatti.
-Me lo dicono in molti.- fece spallucce lei.
Lui sembrò rifletterci su, come per trovare le parole adatte -Allora Alias… scappa da molto dal Governo Mondiale?- chiese.
Ghignò lei, nel sapere dove l’uomo voleva andare a parare -Da qualche anno…- si limitò a rispondere -Lei invece da poco, dato il titolo da Novellino.- notò sorridendogli.
-Sembra informata.- commentò lui, come insinuasse qualcosa.
-Mi definisco una a cui piace sapere quello che le succede attorno.- rispose subito lei senza esitazione, i loro occhi si guardavano sempre come se fosse una sfida per vedere chi sarebbe stato il primo a fare un passo falso.
Lui si decise a ricambiare il sorriso -Comunque non sbaglia. Deve sapere che non andavo molto d’accodo con la Marina.- ammise.
Beccato. Si era incastrato da solo. Lui sembrò accorgersene ma non ci badò più di tanto, cosa che insospettì la ragazza.
-In fondo non tutti abbiamo la stessa idea sul senso di giustizia, non trova?- chiese provocatorio.
Alias capì perché l’uomo non si era preoccupato dell’errore precedente. Era andato a parare nel discorso che voleva lui.
-Giustissimo.- concordò lei.
Dal viso della ragazza non si scorgeva niente, non trapelava informazioni -Però da come ragiona il resto del mondo, i pirati sono il male e la Marina è il bene. Per questo veniamo inseguiti per poi essere messi a tacere per sempre.- rifletté l’uomo, concentrandosi sul suo boccale, infine si voltò verso la ragazza alle sue ultime parole, per vedere la sua reazione.
Alias non poteva rimanere zitta di fronte a tutto ciò -Non capisco perché deva essere così.  Capisco avercela coi pirati che se la cercano la cattiva fama, ma con tutti non ha senso, molti altri desiderano solo prendere il mare. La Marina sfrutta il potere sulle persone la maggior parte delle volte, non so dove sia il bene.- affermò la ragazza leggermente irritata.
Lui sembrò soddisfatto della risposta ottenuta -Lei Signorina Alias… che farebbe, se fosse al potere, per cambiare le cose?- chiese l’uomo curioso.
Lei ci rifletté un attimo, sorpresa da quella domanda -Devo ammettere Signor Drake, che non ho mai pensato a questa opportunità. In questo momento, ora come ora, non saprei come risponderle…- decise di ammettere, sincera, bevendo un altro sorso di birra.
Rimasero un minuto di silenzio. Sembrarono accorgersi solo in quel momento della musica che si sentiva nell’aria della locanda. Un ritmo incalzante e vivace, suonato da dei musicisti ingaggiati per intrattenere le persone.
Drake si alzò dal tavolo -Allora continueremo più tardi il discorso. Per caso vuole ballare?- chiese l’uomo con gesto teatrale indicando lo spazio nella locanda per ballare. In quel momento c’erano già un paio di persone che stavano ballando in pista.
Alias ci pensò un attimo -Ne sarei onorata.- rispose lei sorridendo alzandosi dal tavolo.
Si incamminarono verso la pista da ballo, arrivati al centro di essa rimanerono un po’ l’uno di fronte all’altro a guardarsi. Lui le mostro le mani messe già in posa, con sorriso. Lei si avvicinò a lui senza esitazioni gli afferrò con la mano destra la sinistra di lui. La mano del pirata era più grande e scheggiata, a differenza di quella della ragazza più piccola e affusolata. Lui appoggiò delicatamente la mano libera sul fianco della ragazza mentre lei metteva l’altra sul braccio dell’uomo riuscendo a sentire i muscoli sotto al tessuto.
Poco dopo lui iniziò a trasportarla lungo le danze. Giravano su e giù senza sosta. Non parlavano molto si limitavano solo a commentare dei passi di danza dell’altro e a ridere ogni qual volta uno dei due sbagliasse.

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora