La vecchia Era svanisce

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Barbabianca stava lottando con tutte le sue forze contro l’ammiraglio Aokiji, era da un paio di minuti ormai che aveva perso di vista Akainu e questo lo faceva preoccupare non poco. Infatti l’ammiraglio di lava stava cercando di frenare la corsa dei pirati che cercavano di fuggire da Marineford tramite le navi. Akainu fissava la figlia che scappava con Pugno di Fuoco e la Ciurma al completo di Cappello di Paglia e non poteva crederci. Era incredulo a quella scena. Quella era sua figlia? Una che se la dava a gambe appena ne aveva l’occasione? Che spreco, una delusione totale. Però lui non li avrebbe fatti andare via da lì. Diede gli ordini ai marines di allontanarsi, ci avrebbe pensato lui a fermare i pirati.
Akainu fece qualche passo avanti con un piccolo sorrisino in volto, sembrava più una smorfia a parer d’altri -Liberate un vostro compagno e tagliate la corda, non pensavo che i Pirati di Barbabianca fossero dei tali codardi.- disse con tono provocatorio.
-Codardi?!- disse offeso qualcuno. Alcuni pirati si fermarono per guardarlo male ma intervenne un comandante che gli ordinò di ignorarlo e così continuarono a correre.
Akainu si tolse il cappello -Del resto, con un capitano come il loro, avrei dovuto aspettarmelo.- continuò sistemandosi i capelli e rimettendo il berretto -Dopotutto Barbabianca non è altro che il “Perdente” della vecchia Era.- affermò con tono ovvio.
A quelle parole Ace sgranò gli occhi e si fermò, facendo fermare qualcun altro -Ace, andiamo avanti!- disse Luffy al fratello.
-Un perdente?- chiese Ace prendendo il respiro per la corsa, non avendo neppure sentito le parole del fratello minore.
-Sì.- rispose Akainu.
Ace infiammò un pugno, iniziando ad infuriarsi sia in corpo che nello spirito -Rimangiati le parole che hai appena detto!- gli urlò contro adirato voltandosi.
Alias fulminò con lo sguardo il padre, per poi andare vicino al ragazzo -Ace, non lo ascoltare ti sta provocando.- disse la ragazza ottenendo la sua attenzione -Andiamocene di qui, ti prego.- insistette cercando il suo sguardo per calmarlo.
-Ma ha appena insultato il babbo!- disse sdegnato guardando ancora l’uomo. La sua totale concentrazione era su di lui. Voleva fargliela pagare per tutto, per Alias che ha sofferto a causa sua, per i suoi compagni feriti in quella guerra e per gli insulti al babbo. Aveva la possibilità di toglierlo dalla faccia della terra, di cancellarlo. In fondo sarebbe stato un bene per tutti, no? Perché rinunciare ad un’opportunità del genere? Aveva ragione, a parer suo.
Alias capì che il ragazzo non l’avrebbe ascoltata, troppo concentrato sull’uomo per prestarle attenzione. Così si mise di fronte a lui, mettendosi sulla sua traiettoria, impedendogli di guardare l’ammiraglio e costringendolo a guardarla. Lo guardò nei occhi e vi mise all’interno tutta la forza e la determinazione che possedeva per far capire al ragazzo che quello non era il momento buono. Ace si perse in quelle iridi cristalline così luminose e trovò la calma pian piano.
Non doveva cedere a simili provocazioni  -Sì, andiamo.- disse sottovoce.
Stavano per andarsene ma Akainu non voleva mollare e continuò -Gol D. Roger ha attraversato l’oceano, conquistato la Rotta Maggiore, diventandone capo indiscusso. Barbabianca invece si è accontentato del secondo posto, iniziando ad arruolare feccia da ogni dove, navigando per i mari più tranquilli e mettendo su famiglia.-
Sta volta fu Alias a voltarsi e a guardarlo. I loro occhi si incrociarono, e in quelli di lei c’era solo rabbia e rancore verso quell’uomo -Almeno lui ha fatto del bene. Non come te che ti credi nel giusto, mentre invece non hai fatto altro che diffondere il male.- disse lei di rimando, con una punta di ironia.
-Oh, parli dei territori sotto la sua tutela? Non è sottomettendo i pesci piccoli che si ottiene la vittoria. Quel vecchio ormai non è più nulla. Solo un triste ricordo di un epoca passata. Un uomo che ha anche il coraggio di farsi chiamare “babbo” da dei delinquenti, persone con cui non ha niente a che vedere.- disse con disprezzo in volto.
Alias si soffermò ad osservarlo, come se la stesse prendendo in giro -Proprio tu hai il coraggio di giudicarlo? Non ne sai niente di cosa significhi “Essere una famiglia”!- ribatté lei con astio.
Akainu fece una smorfia -Non è con le famiglie che si diventa padroni di qualcosa.- rispose di rimando -E quel vecchio ne è la prova vivente. Un pezzo da museo, un monumento di una vecchia Era destinata ad estinguersi…-
-Taci!- gli urlò la ragazza. L’ira stava salendo e la voglia di colpirlo, sempre più vicina. Non solo l’uomo ammetteva di non essere dispiaciuto del fatto di aver frantumato i rapporti con lei ma anche che il babbo era solo un uomo che nessuno si ricorderà nei anni perché non era arrivato a nulla. Sentire ciò, la irritava terribilmente.
-Anche se sono della Marina, devo ammettere che il titolo di Re dei Pirati è dovuto a Roger. Concorderai con me per il fatto che il confronto tra i due non regge. In fondo Barbabianca che ha fatto? A parte girare per mare con le sue divisioni e credendosi padrone di tutto mentre non lo è di niente.- affermò con un certo disprezzo nella voce.
-Chiudi quella bocca!- urlò Alias. Alcuni pirati le urlarono di non ascoltarlo e di continuare a correre ma lei non permetteva che si insultasse così il Vecchio. Non poteva, non voleva. Non poteva sopportare che certe idee, certi pensieri uscissero da lui, suo padre.
-Alias, lascialo stare.- le disse Ace ma la ragazza sentiva lontano la sua voce. Le orecchie erano piene di ira funesta e non riusciva a concentrarsi su altro.
-Se ci pensi è solo un poveraccio, facendosi chiamare “babbo”, “babbo”… Se la vita non è vissuta nella giustizia, allora non ha nessun valore. I pirati non meritano un posto in cui vivere!- le urlò contro.
-Basta!- gli urlò contro la ragazza facendo un passo avanti, verso il padre.
-Barbabianca morirà come perdente! È la fine perfetta per chi comanda della spazzatura!- affermò avanzando.
Alias fece lo stesso, avanzando mentre i fulmini le si riattivarono e le scariche di vento investirono il campo. Lei concentrò tutto attorno al suo pugno destro, mettendoci tutta la forza che aveva e amplificando la sua energia. In pochi secondi un vortice d’aria e fulmini era caricato sul suo pugno ed era pronta all’attacco.
-Barbabianca è il grande pirata che ha costruito quest’Era!- urlò Alias più forte che poteva per la rabbia.
Akainu fece diventare il suo braccio di lava. Il pavimento sotto i loro piedi fece delle crepe mentre rilasciavano l’energia. Tutto sembrava sbriciolarsi sotto di loro, mentre avanzavano spediti, uno contro l’altro.
-Il nome di quest’Era, è Barbabianca!!- urlò Alias a squarciagola, mentre sentiva le corde vocali infiammarsi.
Quando i due pugni si incrociarono, un onda d’urto inimmaginabile si scatenò, diffondendosi nell’aria. Da una parte c’era il rosso della lava che cercava di corrodere tutto quello sulla sua strada, mentre dall’altra un aura argentea con scariche sull’azzurro e il platino si materializzavano nell’intento di disintegrare tutto.
-Sia Barbabianca sia i pirati che lo chiamano “babbo”, non sono altro che dei perdenti. E rimarranno tali per la vita!- gridò Akainu di rimando.
Alias sentì una terribile sensazione. Sentì il colpo dell’ammiraglio aumentare di potenza, così tanta che si sentì male al braccio. Cercò una via d’uscita ma non fece in tempo. La lava la raggiunse, scagliandola lontano e facendola cedere malamente sul terreno sabbioso e sporco di sangue. Rendendo certo che, tra tutta la giornata, quella era stata la caduta più brutta che avesse preso.
Era spiaccicata sul pavimento con atroci fitte al corpo, cercò di alzarsi e un’altra fitta la raggiunse. Sentì il braccio destro ustionato dalla mano al gomito, ma non ebbe il coraggio di guardarlo. Si alzò a tentoni, tenendosi su e guardando decisa l’uomo di fronte a sé.
-In uno ribolle il sangue di un demonio mentre nell’altro quello di un rivoluzionario…- fece Akainu facendo qualche passo verso di lei -Penso che tu capisca che non posso permettere che mi scappino.-
Alias sentì gli occhi bruciargli e il cuore dolerle, sperando in tutto il cuore in un miracolo.
 
 
Luffy guardava la ragazza che si rialzava, sembrava stesse bene per fortuna. Dovevano assolutamente andarsene al più presto dal di lì. Aveva già dato disposizioni alla ciurma di andare avanti senza di lui, promettendogli che li avrebbe raggiunti. A quest’ora dovevano essere quasi arrivati alle navi. Sentì una fitta alle gambe, sentendo l’effetto della sostanza che gli aveva dato Ivankov iniziare a scomparire. Cadde sulle ginocchia, sentendosi esausto e si accorse che la Vivre Card di Ace gli era caduta. Cercò di allungarsi prendendola, ma a malapena riusciva a muoversi, e questa andava in direzione della persona da cui creata, muovendosi e spostandosi, non facendosi afferrare.
Ace era poco lontano e guardava stringendo i pugni la scena della ragazza che veniva scaraventata via, a stento riusciva a trattenere la voglia di picchiare selvaggiamente quell’uomo, senza sosta. La ragazza in quel momento era a terra e l’ammiraglio le riferiva delle frasi di cui non comprese molto il significato per via della lontananza.
-Osserva attentamente.- disse Akainu alla ragazza mentre faceva diventare il suo pugno di lava e si abbatteva su Luffy.
-Aspetta!!- urlò la ragazza nel panico nel vedere ciò che stava succedendo.
Si alzò e si mise a fare uno scatto, chiedendo aiuto alle ultime forze dei suoi poteri per velocizzarsi. Non poteva permettere che Luffy venisse colpito, che morisse. Lei lo aveva portato lì, lei aveva promesso di tenerlo d’occhio, non si sarebbe mai perdonata se gli fosse successo qualcosa. Avrebbe pagato anche con la vita. Per fortuna il suo potere reagì e in un millesimo di secondo si ritrovò tra Luffy e Akainu, rivolgendo le spalle a quest’ultimo che stava per abbattersi su di lei con il colpo. Non sapeva cosa sarebbe successo o cosa ne sarebbe stato di lei. Qualunque cosa dovesse succedere, chiuse gli occhi e sperò solo che fosse veloce e meno doloroso possibile.
Poi, successe.
Sentì come un soffio soffocato, come un suono spezzato sul nascere. Una cosa indescrivibile. Sentì come un piccolo sibilo che le passò vicino all’orecchio, caldo ma che la faceva rabbrividire per quanto fosse freddo. Uno strano spasmo. Un urto. Come se lo spostamento d’aria si fosse tappato in un secondo, risucchiato, trasportato in un'altra dimensione in un millesimo di secondo.
Sentì uno stridulo. Uno strano tentennare.
Riaprì gli occhi sentendo che il colpo ritardava di un poco e iniziandosi ad agitare per i sensi all’allerta. Abbassò lo sguardo, vedendo una piccola, ma pur sempre grossa, perlina rossa che le rotolava vicino. Una strana sensazione, come se conoscesse quella sfera rotonda. Come se tutto il suo corpo avesse realizzato la sua provenienza ma la mente ritardava.
Rialzò lo sguardo, posandolo sul volto di Luffy. Questo teneva gli occhi sbarrati, la bocca serrata e un espressione più che incredula in volto. Quando Alias lo vide iniziò a batterle forte il cuore per l’agitazione, sentendo la paura crescere come non mai. Non tanto per il fatto che il ragazzo era in quello stato, ma perché stava guardando con quell’espressione dietro le sue spalle. Questo le fece salire l’ansia.
Alias prese coraggio e, senza pensarci, si voltò.
In quell’istante si sentì come se il tempo si fosse fermato. Diventò sorda, non sentì più nulla. Anche il suo cuore smise di battere. Appena si girò si trovò a pochi centimetri da sé una figura. Era rivolta verso di lei, in piedi, le braccia aperte, come in segno protettivo. Alzò leggermente il viso, incrociando due occhi neri pece in cui si rifletteva una leggera luce rossastra, i denti stretti per evitare la fuoriuscita del sangue e un espressione di dolore puro.
Ace.
Alias sbarrò gli occhi alla vista del ragazzo ma quello che veramente la stupì era come la testa stesse lentamente comprendendo la situazione, capendo che quello che doveva soltanto fare la ragazza, era abbassare lo sguardo verso il basso. Lo fece. Sul petto di Ace non c’era altro che un pugno incandescente di lava bollente che lo aveva trapassato dalla schiena fino a sbucare dalla parte opposta. Lo aveva trapassato. Lo aveva letteralmente sfondato come se fosse fatto di panna e bruciato ogni singolo organo o cavo sanguinale che era presente in quel punto poco prima, riducendolo in cenere. Grondava di sangue sia dove il colpo era stato inflitto, sia dalla bocca.
Alias si sentì morire, come se dentro di sé non ci fosse rimasto più nulla, svuotato radicalmente e l’unica cosa rimasta era il suo povero cuore martoriato che si lamentava per via della solitudine.
Akainu lentamente estrasse la mano dal corpo martoriato del ragazzo, quest’ultimo sputò un rivolo di sangue a terra, rischiando di soffocare.
Alias si tirò in piedi di scatto vedendo il ragazzo barcollare e cedere sul pavimento, così lo prese per cercare di reggerlo più che poteva, ancora incapace di comprendere cosa stava succedendo.
-Ace…- fu il sussurro della ragazza, che teneva gli occhi sbarrati per quanto stava succedendo.
Akainu vide ancora il pirata respirare e si preparò così a un altro colpo. Solo che venne fermato da Jimbe, i quale decise di rimetterci la vita purché prendesse un po’ di tempo. Però alla fine in suo soccorso arriavarono Marco e Vista, allontanando l’ammiraglio dal ragazzo ferito.
-Non vedete che è troppo tardi, per Pugno di Fuoco?!- gli urlò contro Sakazuki -Date un occhiata.-
 

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