L'inizio del massacro

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Alias teneva stretta tra le mani la sua spada. Si sentiva sicura di sé con Arashi in mano. Sapeva che niente l’avrebbe fermata con quella.
Si stava incamminando verso il centro del conflitto, pochi si accorgevano della ragazza ma lei li faceva fuori in un solo istante, non lasciandogli il tempo di riflettere su chi fosse. Desiderosa di raggiungere Luffy iniziò a correre, colpendo chiunque le si fiondava davanti e la ostacolasse, colpendoli in modo da ferirli, senza ucciderli. Lei sapeva che erano solo persone costrette a partecipare alla guerra, che prendevano ordini ma che avevano una famiglia e una casa a cui tornare.
Vedere come si muovevano i marines la facevano pensare che avessero avuto un buon addestramento militare, purtroppo per loro, anche lei lo aveva avuto.

 
Luffy si faceva largo tra i soldati, scagliandoli uno dopo l’altro sempre più lontano. Un capitano si fiondò contro di lui con delle spade corte ma lui lo sconfisse facilmente, per sua sfortuna era solo un diversivo. Intanto tre giganti lo stavano colpendo contemporaneamente con le loro spade. Lui era stato preso alla sprovvista e non sapeva che fare, le spade presto lo avrebbero colpito. La ciurma non poteva fare niente, era impegnata altrove, non riusciva a raggiungerlo. Cinque secondi e Cappello di Paglia sarebbe diventato una frittata di gomma.
Prima che il colpo andasse a segno, qualcuno lo fermò. Tutti si fermarono per guardare cosa fosse successo.
Sengoku, il Grandammiraglio, guardava la scena dal patibolo sperando con tutto se stesso che Cappello di Paglia fosse morto.
Luffy alzò lo sguardo su di sé e la notò. Alias stava parando il colpo delle tre spade con solo la sua spada. Era alquanto sorprendente vedere una ragazzina tenere testa alla forza di tre giganti insieme.
-Cosa mi combini Luffy? Guai a te se ci rimetti la pelle in questa guerra!- lo rimproverò lei sorridente.
Con uno spintone spinse indietro i tre giganti, facendogli perdere l’equilibrio, e facendoli piegare indietro per il colpo. Lei ne approfittò. Usò le spade dei giganti per darsi la spinta necessaria per superare l’altezza dei colossi per poi colpirli con la spada, mettendoli fuori gioco. Infine ricadde in piedi, vicino a Luffy.
L’amico le sorrideva, come chi si aspettava qualcosa del genere.
Lei alzò gli occhi al cielo per poi rassegnarsi all’idea di fargli da balia -Seguimi. Ti aprirò la strada.- disse al capitano.
Lui annui, piegandosi in posizione di attacco.
Alias si girò verso il babbo per guardarlo. I loro occhi si incrociarono. Non c’era bisogno di dire niente. La ragazza sorrise, con sguardo beffardo. Cosa che Barbabianca interpretò per un “Non avrai creduto che avrei lasciato tutto il divertimento a te, Capitan Baffuto?!”.
Lui sorrise sghignazzando per un attimo. Poi lei si era voltata verso il patibolo e il sorriso le divenne amaro.
Ace la guardava con occhi supplichevoli, pieni di preoccupazione. La cosa che più teneva al mondo si era avverata. Aveva sperato con tutto il cuore che lei non si trovasse lì ma il fulmine di poco prima aveva creato dei dubbi al ragazzo, poi era comparsa. Lui gli fece segno di andarsene con la testa. Alias sapeva cosa preoccupava Ace e per tutta risposta gli sorrise gentilmente.
-Non preoccuparti, Ace. Andrà tutto bene.- disse lei piano, probabilmente non l’aveva sentita ma il ragazzo avrebbe capito lo stesso cosa voleva dirgli.
Alias spostò lo sguardo su Sengoku, che ardeva di rabbia. Lei ghignò divertita. Sengoku prese il lumacofono per poi parlare alla piazza intera, riferendosi alla ragazza.
-Come diavolo hai fatto a scappare da Impel Down?? Pensavo foste stati tutti catturati!- urlò lui alla ragazza.
Lei ripensò a come Franky si era divertito a dire, dalla prigione per radio alla marina, che i pirati erano stati tutti catturati -Farmi catturare non rientrava nei miei programmi.- urlò lei in modo che l’uomo la sentisse bene.
-Alias... lo conosci?- chiese Luffy confuso, come sempre.
-Possiamo dire… che ho avuto il privilegio di conoscerlo.- rispose sorridendo al Grandammiraglio, facendolo arrabbiare ancora di più.
-Come può il direttore Magellan aver fallito?!- disse incredulo l’uomo.
-Questo nome mi è familiare.- commentò Luffy, piegando la testa di lato in un’espressione interrogativa.
-Magellan, l’uomo che ti ha quasi ucciso col veleno.- lo informò Alias, per niente stupita dalla stupidità del ragazzo.
-Ohhh… l’abbiamo sconfitto!- rispose il ragazzo di gomma al marines, ricordandosi dell’uomo.
-Già, niente di complicato.- concordò la ragazza.
Sengoku era sull’orlo di una crisi isterica. Possibile che quella ragazza riuscisse a dare tanti problemi??
-Ah, ti ho portato un souvenir da Impel Down, mio caro Sengoku. Ho pensato che è da tanto che non vai alla prigione, no? Con tutti gli impegni che hai non avrai trovato il tempo. Poi mi sembrava maleducazione venire a mani vuote.- disse iniziando a estrarre qualcosa dal sacchetto di velluto nero che si era portata tutto il tempo in spalla attaccata alla fodera.
A Sengoku squillò un altro lumacofono. Così rispose, lasciando acceso quello in collegamento con l’intera piazza, non riputandolo necessario.
-Cosa c’è?- chiese con irritazione.
-Signore. Siamo a Impel Down, molti criminali sono evasi.- disse con paura l’uomo.
-Lo so ce li ho davanti agli occhi!- rispose l’uomo e i detenuti nella piazza sorrisero -Mi hai chiamato per questo?- chiese furioso.
-No… è che… all’ultimo livello, sono stati ritrovati i cadaveri della ciurma di Barbanera!- esclamò il sottoposto, con voce spaventata.
Sengoku impallidì. I pirati di Barbabianca si voltarono a quel nome, sorpresi più che mai.
-Cadaveri??- ripeté confuso –E che ci faceva Teach a Impel down?- domandò poi  confuso -Siete sicuri che si tratti di Teach??- chiese l’uomo convinto che fosse stato uno sbaglio a riguardo.
-Più o meno.- commentò il soldato incerto.
-Cosa vuol dire, più o meno?- sbraitò Sengoku.
-Il corpo di Teach, è stato trovato… senza testa!!- disse il marines confuso.
-Senza testa, ma che dic…- non aveva finito la frase che la visione davanti a sé lo fece immobilizzare.
L’oggetto che tanto accuratamente Alias aveva estratto dal sacco, non era altro che la testa di Teach. Tutti si erano voltati verso quella visione orrenda. I Pirati di Barbabianca non credevano ai loro occhi. Ace era sorpreso più che mai, non poteva crederci.
Alias rimaneva ferma immobile con in mano, tenuta dai capelli, la testa dell’ex-compagno. La testa perdeva ancora sangue ed era sporca di fuliggine, ma quello che inorridiva tutti, era lo sguardo. Teach stava ridendo, ma nella sua espressione c’era un terrore atroce.
-Quattordicesima regola dei Pirati di Barbabianca, se uccidi un tuo compagno, ti verrà riservato lo stesso trattamento.- citò le regole Alias.
Sengoku scoppiò a quella visione, non ne poteva più di quella ragazzina.
I pirati guardarono il compagno traditore, ormai morto, non sapendo che dire o che pensare. Barbabianca rimaneva neutrale, da una parte l’uomo se lo meritava, dall’altra rimaneva per lui sempre un figlio.
-Uomini! Prendete quella mocciosa!- urlò Sengoku al lumacofono -Non mi interessa se viva o morta, non permetterò che lasci Marineford!!- esclamò e al suo comando tutti i soldati si mobilitarono, come era stato richiesto.
-Che esagerato.- commentò Luffy, grattandosi la testa.
-Non è cambiato per niente.- commentò invece Alias scossando la testa in segno di disapprovazione.
-Tu sei sempre stata una palla al piede e resterai tale per sempre!- urlò ancora il Grandammiraglio.
Alias sorrise. Aveva lanciato la testa di Teach in mano a un marines. Questo inorridì, e la fece cadere a terra, disgustato.
I soldati in breve la circondarono a centinai, pronti per attaccare.
Alias continuava a rivolgere al marines un sorriso beffardo sulle labbra -Mi consideri una palla al piede? Bene…- affermò -Allora non ti dispiacerà se mi comporto come tale!-

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