Parole difficili

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Alias nel giro di una giornata era arrivata all’Arcipelago Sabaody. Niente provava che Luffy e la sua ciurma fossero ancora lì, ma d’altra parte niente provava che erano partiti. Il giornale che aveva letto diceva chiaramente che non si sapeva dove fossero finiti dopo lo scontro con la Marina e in poco tempo non potevano essere andati troppo lontani. Anche se fossero partiti, l’unica meta possibile per la navigazione sarebbe stata l’isola degli uomini pesce, comunque una controllatina per l’arcipelago non avrebbe fatto male a nessuno.
All’Arcipelago non erano rimasti molti soldati, cosa che la ragazza trovò stupida visto la scomparsa improvvisa di qualche Supernova. Nemmeno Kizaru si trovava più da quelle parti, questo la fece pensare che forse erano tutti tornati alla base per la notizia dell’esecuzione di Ace.
Quel giorno indossava un corpetto bianco con dei pantaloncini blu scuro, tutto faceva parte di un regalo da parte di Rakuyo e si maledette per aver indossato quei vestiti il giorno prima. Alias in quel momento pensò che Ace aveva ragione, era davvero troppo provocante così.
Stava camminando lungo una via, dove si estendeva un mercato strepitoso di vari oggetti, prese da una bancarella un mantello nero col cappuccio che indossò immediatamente, per coprirsi e non farsi riconoscere, non voleva attirare l’attenzione, un altro pirata sull’isola poteva far scatenare il ritorno dell’ammiraglio. Il marchio di Barbabianca che aveva in spalla però continuava a vedersi, cosa che non si preoccupò. Almeno i pochi soldati che c’erano sarebbero stati lontani da lei.
Guardò il suo tatuaggio, e le tornò in mente un ricordo che la fece sorridere.

 
Il sole era alto e sul ponte della Mobydick si litigava, che non era una grande novità su quella nave. I giorni trascorsi su quella nave trascorrevano allegramente e con grande gioia la ragazza partecipava alla vita di bordo, quella era diventata come la sua casa.
-Allora Alias, pronta?- le chiese Satch alla ragazza, con un sorriso che faceva bene intendere il suo divertimento.
-No.- ammise lei titubante.
-Su dai, non fa così male.- la incoraggiò Ace, anche se nemmeno lui poteva esserne del tutto certo.
Alias si voltò verso Barbabianca -Devo proprio fare il tuo marchio sulla schiena?- chiese di punto in bianco, sorprendendo gli altri.
“Era per questo che era preoccupata?” si chiesero in molto, perplessi.
-Che intendi dire?- chiese il babbo curioso nel sentire l’ennesima scusa della ragazza. Era certo che se ne sarebbe uscita con un'altra delle sue, facendolo ridere di cuore con la ciurma.
Lei sospirò, voltandosi verso il vecchio -Senti, per te è motivo d’orgoglio quel marchio, no?- disse lei, indicandolo sulla schiena di Ace -Quindi se venisse scalfito da un attacco o danneggiato, sarebbe come se calpestassero il tuo orgoglio.- cercò di spiegare mentre si guardava le mani, quest’ultime continuavano a giocare incessantemente attorcigliandosi tra di loro.
-Dove vuoi andare a parare?- chiese Namur, probabilmente aveva già perso il filo del discorso.
Lei rimase in silenzio, in imbarazzo, per un po’. Si posizionò di fronte alle cabine, dando le spalle a tutti i pirati presenti e alzò solo il dietro della maglietta, scoprendo la schiena nuda. Tutti notarono che sulla schiena della ragazza erano presenti diverse serie di cicatrici, alcune più evidenti di altre.
La ragazza si ricompose, abbassando la maglietta -Non sono brava a difendermi le spalle.- ammise con sdegno di sé stessa. La cosa non le piaceva per niente, negli anni era riuscita a fare notevoli progressi con l’allenamento ma le spalle continuava a trascurarle ed a metterle in secondo piano.
Si rivoltò verso il Vecchio, incrociò le braccia e si mostrò indifferente mentre guardava un punto impreciso lontano. Non voleva mostrare che ci teneva molto alla cosa, anche se le parole dicevano già molto da sole.
Non aveva il coraggio di finire il discorso guardandolo -Insomma, se poi venissi colpita e il marchio si rovinerebbe ci rimarresti male, no? Quindi, perché non farlo in un altro punto?- disse imbarazzata al massimo.
I capitani erano increduli che la ragazza fosse riuscita a dire una cosa del genere al babbo, anche Ace lo era. Insomma, era sempre Alias.
A Marco scappò una risata nervosa, anche il babbo rise. La ragazza li stupiva ancora, ed era evidente che ci tenesse a Barbabianca, anche se tentava i tutti i modi di far credere il contrario.
-E allora, dove non verrebbe scalfito?- chiese il babbo sorridendo.
Lei sorrise, incontrando i suoi occhi e indicando il braccio destro -Qui.- affermò con decisione -Nemmeno tra Ere qualcuno riuscirà a sfiorarlo.-

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