Naufragio

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Era una giornata davvero bella.
Il sole alto nel cielo non si faceva investire da nessuna nuvola, il vento soffiava piacevolmente in contrasto con l’aria calda e il mare si muoveva dando origine a un movimento ritmico perfettamente uguale, interrotto solo dalle onde che si infrangevano al contatto con la nave.
Luffy non poteva pensare a qualcosa di più bello.
Era in viaggio verso il Nuovo Mondo insieme ai suoi otto compagni d’avventura. Con cui aveva vissuto fantastiche imprese.
Stava seduto sulla testa a forma di leone della sua nave che si trovava a prua della Sunny. Aspettava con ansia l’avvistamento di un’isola. Voleva a tutti i costi che un isolotto comparisse, proprio in quell’istante, davanti a sé. Si era stancato di stare in mare. Non che non gli piacesse, per carità, lui amava il mare. Solo voleva un po’ di azione, sgranchirsi le gambe, insomma un po’ di caccia.
Ecco quello che gli ci voleva, cacciare. Era abituato fin da piccolo a procurarsi il cibo da solo e col tempo, tutto ciò era diventato un hobby.
Si era accorto di essere stato sovrappensiero per un po’ perché solo in quel momento si era accorto della compagna che urlava in tutta la nave.
-Terra! Preparatevi, stiamo per sbarcare!- urlava Nami impartendo ordini. A volte Luffy si chiedeva se era veramente lui il capitano.
Di corsa si era fiondato sul fianco della nave, dove era stata avvistata terra. Davanti a sé scorgeva un isolotto poco lontano.

Meno di un’ora dopo erano sbarcati sull’isola.
Non era molto grande ma la vegetazione era rigogliosa e abbondante. Perfetta per fare provviste.
-Bene ciurma, esploriamo l’isola. Ci ritroviamo stasera sulla spiaggia!- urlò il capitano correndo verso la vegetazione, tutto emozionato.
-Qualcuno non dovrebbe seguirlo? Tanto per tenerlo d’occhio?- chiese Usopp preoccupato.
-Lo seguiresti tu?- replicò Zoro interrogativo.
-No.- rispose il nasone sventolando una mano davanti al viso.
-Beh, allora lascialo fare. È pur il capitano, no?- continuò lo spadaccino annoiato della situazione.
Il resto della giornata si presentò un po’ movimentata: Luffy ce l’aveva con ogni animale che incontrava. Ogni volta che ne vedeva uno, gridava “carne!” per poi farlo fuori.
Sanji seguiva Robin corteggiandola mentre lei faceva le sue ricerche sull’isola. La ragazza voleva scoprire la storia di quel posto, com’era solita fare. Il biondino le stava tra i piedi e farneticava qualcosa su come pensa di proteggerla.
Franky era rimasto sulla nave per fare dei lavori alla Sunny. Nami era anche lei sulla nave per registrare il magnetismo dell’isola con il Log Pose e aggiornare il diario di bordo.
Infine Brook, Chopper e Usopp cercavano disperatamente Zoro che si era perso nell’isola, quello non aveva il minimo senso dell’orientamento.
Alla fine si erano tutti ritrovati sulla spiaggia, dove avevano acceso un falò per accamparsi a cenare, godendosi la bellezza del mare notturno. Luffy si era rimpinzato delle prede catturate quel giorno, riempiendosi lo stomaco. Aveva trovato: cinghiali, tigri, orsi, capre e qualche altro animale mai visto prima ma probabilmente lui li aveva estinti tutti.
-Bene, ho appena finito di registrare il magnetismo dell’isola. Possiamo partire quando vuoi capitano.- lo informò Nami col sorriso in volto.
-Non c’è fretta.- rispose lui mentre si abbuffava davanti al fuoco.
-Già, possiamo fare ancora un altro giro per l’isola.- concordò Zoro col boccale di birra in mano.
-Per cosa? Per perderti di nuovo?- ribatté Sanji squadrandolo male.
-Hai detto qualcosa, Sopracciglione?- contraccambiò Zoro.
-Sai perfettamente di cosa sto parlando cespuglio verde!- fece il cuoco alzandosi in piedi per affrontarlo mentre l’altro metteva le mani sulle fodere delle sue spade.
-Ripetilo se ne hai il coraggio!-
I due stavano litigando, spedendosi insulti come da routine, mentre invano Usopp cercava di fermarli. Robin guardava la scena e rideva, la ciurma la metteva sempre allegria, la loro compagnia era in tesoro più prezioso che si possa desiderare.
-Robin, hai scoperto qualcosa su quest’isola?- le chiese la renna curiosa.
-Sì, Chopper. Avevo già sentito parlare di quest’isola nei libri di storia. Si tratta dell’Isola del Destino.- spiegò l’archeologa.
-Isola del Destino?- ripeté Franky che l’ascoltava interessato.
-Sì, si tratta di un isola che compare raramente ai navigatori. Alcuni sostengono che l’isola abbia un’anima propria, e che sia lei a decidere a chi mostrarsi non il contrario. Si dice che chiunque ci sbarchi, cambierà il proprio destino e quello del mondo.- raccontò soddisfatta e affascinata allo stesso tempo.
-Come fa un isola a cambiare il destino di qualcuno?- domandò Usopp confuso, che aveva appena finito di calmare i due –E… un’anima propria? Può davvero esistere un’isola con un’anima propria?- aggiunse.
La mora scosse la testa -Questo non lo so. Come ho già detto: pochi sono i navigatori che ci sbarcano, così sono poche le documentazioni che la riguardano.- rispose con amarezza.
Un minuto di silenzio si era creò davanti al falò, riempito solo dai strani versi che faceva il capitano mentre mangiava, che poi cessò con uno della ciurma che si alzò di posto.
-Beh, io vado. Devo ancora finire un lavoro alla Sunny.- salutò Franky, e si diresse verso la nave che aveva costruito con cura mentre gli altri riprendevano a parlare allegramente e altri a litigare.
Franky si fermò un attimo prima di salire, per ammirarla. Quando Luffy diventerà Re dei Pirati, lui sarebbe passato alla storia come l’uomo che aveva costruito la nave che aveva solcato il mare nell’avventura nel Nuovo Mondo. La nave del Re dei Pirati, la Sunny.
Mentre fantasticava sul suo sogno, qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Qualcosa, o meglio qualcuno, era steso sulla spiaggia in riva al mare. Aggrottò la fronte e quando realizzò cosa stava vedendo di corsa raggiunse quel punto. Quello che vide lo impressionò.
-Presto, venite qui! Di corsa!- urlò il cyborg ai compagni.
I ragazzi lo raggiunsero di corsa poco dopo, sorprendendosi anche loro di ciò che videro.
-Uhm?- fece qualcuno osservando la scena esitando sul da farsi.
Una ragazza, più o meno della loro età, era stata portata dal mare sulla spiaggia. Indossava vestiti strappati e zuppi ed era priva di sensi. Intorno a lei c’erano pezzi di legno di una barca andata distrutta. Più in là invece, una fodera con un arma dentro.
-Deve essere naufragata.- commentò Zoro prendendo la fodera mentre Nami si piegava sul corpo per assicurarsi che fosse ancora viva. Lo spadaccino estrasse l’arma dal fodero, mostrando una spada imponente e ben fatta. L’elsa dell’arma era a croce bianca e  portava attorno a se ricami dorati. Zoro pensò che era fatta davvero bene mentre osservava la lama ben affilata, anche se non se ne intendeva molto. L’unico problema stava nella scanalatura della lama, un po’ rovinata per colpa del naufragio. Però valutò che dovesse essere un ottima spadaccina visto lo spessore di quell’arma.
-È ancora viva.- costatò Nami con un sospiro.
Chopper si avvicinò e iniziò ad esaminarla per poi dire -È ancora viva, però ha bisogno di urgenti cure o non ce la farà.- decretò, tutti si voltarono verso il capitano in cerca di ordini.
-Portatela sulla nave.- ordinò Cappello di Paglia senza esitare un attimo, cosa che fece esitare qualcuno della ciurma ma nessuno ribatté.
La trasportarono in infermeria dove Chopper l’avrebbe curata, prendendosene cura, più tardi poi salparono.
Erano ignari del fatto, che con questo gesto avrebbero cambiato il loro destino. Che avrebbero cambiato il destino del mondo.

Ribellarsi al fato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora