35. Falkenauge

104 12 69
                                    

Finirono di ispezionare anche il secondo piano senza trovare nulla di interessante.

Inoltre non c'era alcuna mansarda, dato che non avevano trovato una entrata per accedere ad un ipotetico piano superiore in nessuna delle stanze di quel piano.

Gilbert sospirò pesantemente una volta tornato nel corridoio del piano di sopra e fece il resoconto della situazione: <Quindi, oltre al nome di una strana marca di telecamere, che costituisce un punto di partenza, e delle tue magliette che ci hanno lasciato solo per metterci pressione psicologica… non abbiamo trovato alcunché, mh?>

<Qualcosa non mi torna…> borbottò Ludwig, iniziando a camminare avanti e indietro, pensieroso.

<Lud, cosa pensavi di trovare?! Un recapito telefonico e l'indirizzo dei pazzi su un post-it in bella mostra con delle frecce al neon ad indicarlo?!> domandò l'albino, cinicamente retorico.

Capiva il desiderio di vendetta del fratello e la voglia di trovarli subito e fargliela incommensurabilmente pagare, ma non poteva aspettarsi di trovare tutto subito.

Era ben più furbo di così.

Eppure era ben conscio che, con di mezzo delle forte emozioni, la lucidità viene sempre meno e si lascia il posto all'impulsività.

<Non ha senso… Non ti sembra più piccolo questo piano dell'altro di sotto?> chiese Ludwig.
Gilbert lo guardò confuso e si disse che sì, il fratello stava andando in paranoia e non era sicuramente un bene.

<Lud, ti stai immaginando le cose- ehi, ascoltami!> l'albino richiamò il fratello minore, che aveva ruotato gli occhi ed era rientrato nell'ultima stanza controllata.

<In teoria qua sotto c'è il soggiorno, che é un più grande di questa stanza…> borbottò Ludwig.

Gilbert lo fissava pressoché esterrefatto.
<Lud, non é vero, probabilmente é più spostata verso il là di quanto non credi-> tentò Gilbert di farlo ragionare, senza successo.

Il fratello attraversò a grandi falcate la stanza e arrivò di fronte la libreria, precedentemente ispezionata.

<A pensarci, é strano che sia al centro della parete.> affermò il biondo e l'albino ribatté: <Il tipo di prima avrà avuto dei gusti strani e basta!>

Ma Ludwig non desistette e spostò lateralmente la libreria, priva di libri, spoglia come il resto dei mobili della casa.
Almeno quello era a suo favore, perché la spostò con facilità.

E dietro la libreria rivelò una porta.
Gilbert rimase a bocca aperta e il fratello minore era raggiante.

<Chi é che si immaginava le cose?> domandò retorico Ludwig.
<Ok, devo imparare a stare un po' più zitto.> asserì il maggiore, avvicinandosi alla porta.

•~-~•

L'italiano tenne gli occhi chiusi mentre stringeva le forbici nella mano sinistra.
Stava per farlo, per davvero.

Era essenziale, si ripeteva, doveva farli soffrire poco a poco per potersi davvero vendicare.
Dovevano piangere dal dolore fino a che non avessero esaurito le lacrime, sgolarsi al punto da perdere la voce e soffrire finché non si convincessero che senza dolore non c'era vita.

Avrebbero assaporato con calma quello che gli era stato spiaccicato in faccia con crudeltà.

Prese un bel respiro e si passò la lama delle forbici sopra il braccio, in orizzontale.
Fu un gesto veloce, nonostante la forte pressione che vi mise, e percepì all'istante il bruciore della ferita e il sangue zampillare fuori.

Vi avvolse attorno un panno preso dal bagno, tamponando la ferita, mentre il suo corpo venne percorso da un potente brivido.

Quella ferita bruciante… il dolore percepito… il battito del cuore accelerato… lo fecero sentire così vivo.

Traboccava di energia come ormai non riusciva ad essere da più di un mese.

Ora nei suoi territori sarebbe successa una disgrazia piccina piccina, troppo innocua per preoccupare davvero gli altri in casa.

E nello stesso tempo avrebbe potuto finalmente sentire di nuovo qualcosa, che emozione!

Baciò con reverenza la lama insanguinata delle forbici ancora in mano, sorridendo.

Avrebbe portato tutti nella tomba con sé… e l'avrebbe fatto con la risata ad uscirgli dalle labbra.

Si sarebbe sentito più vivo che mai mentre tutto e tutti perivano, lui per primo.

D'altro canto, se si vuole davvero qualcosa, bisogna metterci anima e corpo per realizzarlo.

•~-~•

Entrarono nella piccola stanza, al buio, senza alcuna finestra che potesse far penetrare un po' di luce naturale.

Tastando il muro a lato dell'entrata, Gilbert trovò una levetta e la tirò verso l'alto.
Dopo un breve sfarfallio, si accese con sicurezza la piccola lampada a led quadrata attaccata al soffitto.

L'angusto spazio si riempì di chiara luce artificiale, rivelando una scrivania e una sedia di legno scuro.

Sopra la scrivania vi era solo un monitor spento con, sul bordo a basso dello schermo, un tasto "On/Off".

<Allora ecco da dove lo controllavano.> asserì Ludwig, avvicinandosi alla spoglia postazione.

Ispezionò con occhio attento il piccolo apparecchio, la sedia e la scrivania e tutto gli parve impeccabilmente pulito.
Né un capello, né una impronta.
Nuovo come appena venduto.

<Sono stati furbi.> commentò il biondo <hanno pulito con meticolosa cura questa stanza, ancora quasi più delle altre, mi viene da dire.>

<Non capisco! Prima pare vogliano che noi li seguiamo, li pediniamo perché vogliono essere beccati, e poi non lasciano tracce di sé evidenti e utili perché non vogliono farsi prendere!> sbuffò Gilbert, osservando le altre pareti alla ricerca di qualcosa in più.

<Non provare a capire la logica di un pazzo, diventerai matto pure tu.> avvisò il fratello minore.
<Mi da fastidio non capire.> affermò l'albino.

<A tutti da fastidio non riuscirci quando si vuole capire.> ribatté il biondo, premendo il bottone sul monitor, curioso di vedere se fosse davvero collegato alla telecamera nel seminterrato.

E così risultò, mostrando la stanza con la sua risoluzione notturna. Una stanza inquietantemente buia e spoglia.
Ludwig non riusciva neanche a immaginare come si era potuto sentito il fidanzato in quell'orribile situazione.

Spense il monitor.

Gilbert, che nel mentre si era avvicinato, girò con cura lo schermo e così scoprì il logo impresso nella parte alta del retro, ancora una volta era Falkenauge.

<Beh, suppongo abbiamo una sola pista. Questa marca.> asserì Gilbert.
<Già… dovremo iniziare a girare i negozi che vendono questo tipo di oggetti. E non so quali sono. Oggi farò delle ricerche.> affermò Ludwig, allontanandosi dallo schermo.

<Se abbiamo fortuna, saranno pochi negozi da girare.> notò l'albino.
<Se abbiamo davvero fortuna, troveremo un recapito o un nome che ci faccia capire chi stiamo cercando.> ribatté con fermezza il fratello minore.

N/A: Eeeeeeh già, gente, Feli non é messo molto bene!
Nel mentre Lud e Gil iniziano a fare gli investigatori!
Chi arriverà primo nel suo obbiettivo?

Chi lo sa!
(Io, obv, muhahahah)

Alla prossima settimana!

Mai più come prima...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora