67. La creatura

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N/A: 🚩🚩FINALMENTE USCIRÀ LA FANFICTION FRA BRUNO E ROBERTO LUNEDÌ 23/08, DOPO MESI A VANVERARE E DOPO AVERLA ACCENNATA POCHI CAPITOLI FA.
PUBBLICHERÒ QUA UN CAPITOLO CON IL LINK LUNEDÌ🚩🚩

<È quasi imbarazzante vederli fallire ancora e ancora.> notò Aleksander.
<Però, più vedo quel puzzle, meno capisco come risolverlo.> commentò Angela.

<Secondo me babbo tirerà giù l'incantesimo a insulti prima di risolvere il puzzle.> ipotizzò Giuseppe.
<Prima o poi un'illuminazione l'avranno.> decretò Maurizio.

<Se vanno avanti senza risolverlo è molto più difficile salvare Feli?> domandò Gilbert.
<Assolutamente. Diventa molte volte più difficile. Se vuoi un numero, riterrei almeno 20 o 30 volte più difficile.> rispose Rita.

<Che gioia.> borbottò l'albino.

•~-~•

<Sentite, mi sono rotto il cazzo! Ora facciamo a modo mio!> esclamò Lovino.
<Ossia? Dimmi che non è prendere a calci questo enorme lucchetto.> domandò Ludwig.

<No, cretino!> lo sgridò l'italiano. Andò verso l'inizio e prese la pallina che dovevano portare verso il centro. La spostò nella prima casella e lì la tenne ferma.

<Crucco! Trovami un modo di liberarmi la casella sopra questa così ci sposto questa!> ordinò la mezza nazione.
Il tedesco si ritrovò ad assecondarlo e gli liberò la casella sopra.

Il meridionale, tenendo la palla ferma con una mano, sollevò il blocco e la palla non fece nulla di pazzo, come tornare al punto di partenza o esplodere.

<Oddio... ha senso!> esclamò Sofia <Se non possiamo creare un sentiero unico per portare la palla, creiamolo mano a mano. Proviamo a creare un percorso per farla salire un po!'>

E con rinnovata speranza, si rimise al lavoro e il germanico si vide ad aiutarla, dovendo convenire che l'idea di Lovino fosse intelligente.

Piano piano, fra altri tentativi falliti e fatiche, si avvicinavano alla loro meta che non pareva più un miraggio.
La palla era sorretta da Sofia, la quale aveva dato il temporaneo potere di fluttuare alle due nazioni per spostare le caselle.

<Ora dobbiamo solo trovare un tassello orizzontale e finalmente l'abbiamo risolto! È lì il più vicino.> notò l'emiliana, indicandolo con il piede.

<C'è proprio da dire, bravo Romano per l'idea.> si complimentò Ludwig, spostando qualche tassello.
<Perché? Di solito sarei un cretino?!> sbuffò la nazione italiana, spostando gli ultimi tasselli.

Sofia sospinse la palla in avanti ed entrò nel buco al centro della serratura.
L'intera parete tremò.
Sofia si allontanò e lo fecero anche le due nazioni, riportate a terra da ella.

Quel lucchetto velocemente si tramutò e davanti loro comparve un'orrenda creatura.
Era alta più di tre metri, più scura del nero che li circondava, il quale diventava spento e smorto davanti quel vuoto assoluto.

Aveva una testa abbastanza piccola rispetto il tronco, possente, gli arti lunghi e filiformi. Alla fine di quelle che potevano essere definite braccia, vi erano lunghi artigli affilati come coltelli e lunghi quanto un loro braccio.
I piedi erano piatti e larghi.
In mezzo quell'oscurità le uniche cose distinguibili erano i bianchi occhi e sorriso sghembo, pieno di denti acuminati e neri.

<Ooooh, porca puttana! Non poteva essere semplice, vero?!> chiese a voce alta Lovino, estraendo il suo fucile d'assalto.

Rita, nel salotto di casa, si spaventò e strinse il moroso, osservando la creatura scioccata.
<Cosa succede?> domandò spaventato Pedro.

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