41. Vulnerabile

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<Cosa possiamo fare...?> domandò Bruno mettendosi davanti lo specchio appeso in camera propria, affinché potesse vedere l'altro.

Ma la sua figura rimase invariata mentre l'alto atesino agitato rispondeva mentalmente: "Che vuoi che ne sappia?!"

<Non lo so, ma dato che sei coinvolto in tutto quel che faccio, sarebbe bello vederti mentre discutiamo. Mi sentirei meno pazzo.> puntualizzò il biondo a mezza voce, onde evitare di farsi sentire dagli altri.

"Prima mi dici di sparire e ora mi vuoi...! Bah, a capirti!" borbottò Hans e Bruno si immaginò che incrociava le braccia e metteva su un broncio infantile.

<Per favore. La situazione é critica. Hai capito cosa abbiamo appena visto?!> incalzò il trentino.
«Oh, l'ho capito benissimo invece e avevo ragione! É pazzo, completamente!» ribatté il biondo platino, comparso finalmente nel riflesso dello specchio.

Per una volta nella sua "vita", non emanava strafottenza o fastidio.
Si mordeva il labbro inferiore con certa insistenza, la fronte era aggrottata e le sopracciglia piegate all'ingiù.

<Non sappiamo di precisione cosa gli é accaduto mentre era prigioniero. Potrebbero anche avergli fatto un lavaggio del cervello e quindi pensa di essere nel giusto-> notò Bruno.

«In ogni caso» tagliò corto Hans «Ora sappiamo perché la situazione é ancora così di merda e pare peggiorare, perché si sta tagliando

<E... ha intenzione di farlo per altro tempo, da come ha parlato... Vuole distruggersi lentamente! E uccidere noi con lui, quindi!> concluse per ipotesi la regione.

«Una vendetta in piena regola. Qualsiasi cosa gli hanno fatto, ora pensa che il male da sradicare sia la sua nazione e probabilmente voi... ci rimetterò anche io, perché per ora esisto finché esisti tu!» il secessionista esclamò frustrato per l'ultima parte del suo ragionamento.

<Dobbiamo dirlo agli altri, ma come? É un ordine da nazione... E provando a dirlo mi bloccherei e ucciderei, peggiorando solo la situazione!> sospirò frustrato il trentino.

«Ogni volta che si muore e ci si rigenera si ha così tanto impatto sui territori?» domandó l'altro atesino, elaborando una idea suicida.

<Da florido non troppo... Ma per come siamo messi ora sì. E sicuramente si creerebbe un effetto a catena. Non ce lo possiamo permettere!> decretò Bruno.

«Quindi... siamo costretti a stare muti, quando sappiamo che Nord Italia si sta tagliando per portare tutti nella merda?!» domandò, quasi pregando di sbagliarsi, Hans.

La regione annuì tristemente e lentamente.
Il secessionista imprecò fra i denti in tedesco e diede un pugno al vetro dello specchio (la barriera che lo intrappolata) dalla frustrazione.

•~-~•

La parete era stata imbrattata con una bomboletta spray.
Vi era una frase in stampato e con caratteri grandi, in modo tale che fosse ben leggibile.

"Volete ancora giocare ai detective~?" recitava la scritta.
Inoltre, era nella lingua delle nazioni.

Dei brividi passarono per le schiene dei due germanici alla realizzazione immediata.

Era stata lasciata per loro due.
E sapevano bene da chi.

<Quei bastardi-> Gilbert digrignò i denti, battendo frustrato il piede a terra.

Ludwig invece fu investito dalle preoccupazioni, che lo scossero fin nelle ossa.
Ricevere una secchiata d'acqua gelida in una mattina d'inverno più algida del liquido sarebbe stato meno traumatico.

Mai più come prima...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora