17. Consiglio

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Confuso, Bruno estrasse il cellulare dalla tasca, aggrottando le sopracciglia al vedere il nome di Lovino, prima di realizzare.

Se Giorgio aveva avuto quella connessione spontanea, ovviamente anche Italia del Sud doveva aver subito la stessa cosa.

I due tedeschi, che si erano avvicinati, lessero e riconobbero il nome scritto sul display.
Bruno, ignorandoli, mentre rimaneva vicino a Giorgio, rispose alla chiamata.

<Pronto?> domandò, avviando la conversazione.
<Alla buona ora! Dove avevi il telefono, a 'fanculo?!> chiese adirata una voce femminile.
Il trentino assunse un'espressione leggermente confusa al sentire lei e non la nazione.

<Carmela?> chiese per sicurezza il trentino.
I Beilschmidt non stavano capendo granché, dato che sentivano sono le parole del ragazzo, tra l'altro in italiano.

<Sì, chi altri, sennò? É accaduto anche a Giorgio?> fece la lucana, arrivando al punto della questione.
<Intendi che si é ritrovato a sentire Feliciano nonostante non avesse avviato nessun tentativo di connessione? In quel caso sì.> rispose il biondo celere.

Intanto Giorgio si era ripreso e stava diventando più conscio di ciò che lo circondava. Fissò con astio le due nazioni germaniche, specialmente la bionda, prima di fissare il fratello.

Gli porse la mano, in un tacito gesto di passargli il telefono. Bruno lo guardò con circospetto, dubitando della stabilità dell'altro, mentre sentiva Carmela che parlava con altri, ma tenendo il telefono vicino.

Giorgio lo fissò duramente, serio, determinato.
Bruno si arrese e gli passò il cellulare.
Il veneto richiamò all'attenzione la meridionale, esordendo con: <Smettila di urlare!>, ricevendo in risposta un: <Ti sei ripreso?> stupito.

Giorgio, istintivamente, prese a camminare mentre parlava al cellulare, facendo segno con la mano a Bruno di rimanere lì, mentre capiva cosa fosse successo a casa in Italia.

<É... normale?> chiese Gilbert, ancora un attimo sbigottito, in tedesco. Si rese conto di aver parlato nella propria lingua quando ricevette una risposta nella medesima: <No. É la prima volta che capita e questo non mi rassicura affatto.>

<Non significa che il segnale é più forte e, quindi, può portare a trovare Veneziano prima?> domandò Ludwig.
Bruno mise su una smorfia leggermente perplessa, per poi rispondere: <Non so, perché il contatto é stato uno scoppio non voluto. Giorgio non stava instaurando il contatto. E da come ha reagito, neppure Feliciano l'ha voluto. É stato istintivo; spontaneo, tipo.>

<Anche Feliciano può instaurare il contatto?> domandò Ludwig, che ancora aveva le idee confuse su come questo contatto funzionasse, come il fratello.

<Certo, anche se con più difficoltà di Giorgio, da quanto ne so. Però, per instaurarlo volontariamente, bisogna essere nelle condizioni psico-fisiche di farlo. Quindi si presume che la parte che lo instaura sia calma o, almeno, controllata. Ma la reazione di Giorgio non é stata questa. E, dalla chiamata, pare che anche Lovino abbia avuto una reazione improvvisa, simile alla sua.> asserì il più basso.

<Ma questa... "connessione" o come la chiami... é istintivamente scattata... quasi fosse un campanello d'allarme che si attiva in automatico.> rifletté Gilbert a voce alta, confuso.

Il trentino si ritrovò ad annuire alle parole del prussiano.
<Sì, e questo é il preoccupante, come la reazione che abbiamo visto. Vuol dire che la disperazione o la paura o chissà altro sono state così forti da portare Feliciano all'attivazione del legame, anche se chiaramente era emotivamente instabile...> spiegò la regione.

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