N/A: questo è il capitolo conclusivo, l'epilogo di questa storia.
Si, non vi avevo avvisato per tempo.Non disperatevi e leggete il N/A finale per più informazioni.
Intanto godetevi il capitolo!
Quegli occhi fucsia lo penetravano nell'animo, scuotendolo nelle ossa.
Quello sguardo da assassino, di uno di quelli pronti a torturarti per ore e ore e ridere e ridere e ridere delle tue disgrazie.«Non è un addio. É un arrivederci.» aveva detto.
Un arrivederci conteneva un rivedersi, in un futuro prossimo o lontano. Lui non voleva avere a che fare di nuovo con quell'essere-<Amore! Tutto ok?> domandò Feliciano, stringendolo teneramente da dietro.
Ludwig sobbalzò leggermente, il treno cupo di pensieri che venne interrotto. Si girò in fretta e ricambiò l'abbraccio.Sussurrò con voce rassicurante: <Sì, liebe, sì. Scusami, il cervello aveva staccato la spina.>
<Di nulla, capita spesso anche a me.> asserì Veneziano.
Il tedesco ridacchiò, lo baciò sulle labbra e commentò ironico: <In tutti questi decenni non me ne ero accorto, sai?><Che pessime capacità deduttive.> ironizzò l'italiano, dandogli a sua volta un bacio.
Il biondo approfondì il gesto e lo accarezzò lentamente lungo i fianchi. Si staccarono solo quando il fiato divenne rarefatto.<Questo è decisamente meglio che leggere la Critica della Ragion Pura.> notò Feliciano.
<E dove la stavi leggendo?> chiese Ludwig.<Su quel libro che hai tu, di una collana, riguardo i filosofi prussiani e tedeschi.> rispose candidamente l'italiano.
<Ah, capito... Perché ti sei messo a leggere un libro del genere? È complesso.> notò il biondo.<Perché mi interessa la filosofia e dall'Illuminismo in poi so molto poco.> ribatté il più basso <È interessante l'idea della ragione imputata davanti il tribunale della ragione stessa.>
<Se ne sei sicuro tu, amore.> fece spallucce il più giovane. Lo sollevò e lo appoggiò sulla sporgenza di cemento sotto la finestra, baciandolo sul collo.
Veneziano incastrò una mano fra i capelli altrui e chiese: <Tu, se fosse possibile, cosa chiederesti di esaminare al tribunale della ragione?>
Ludwig interruppe le sue coccole, confuso. A quanto pare il suo adorabile fidanzato era entrato in uno dei suoi momenti profondi e riflessivi. Erano tanto belli e profondi quanto randomici.
<Non lo so...> borbottò, corrugando le sopracciglia. Dopo poco rispose: <Chiederei perché dobbiamo sopportare il dolore. Non in senso esistenziale, ma perché ci fa tutto questo effetto.>
<È un pensiero triste, però sì, hai ragione.> commentò Feliciano.
<Tu che chiederesti?> domandò il germanico.Il più vecchio sorrise, lo baciò in fronte e sussurrò: <Come fa l'amore, qualsiasi tipo sia, ad essere così totalizzante e alcune volte tutto ciò che ci tiene vivi?>
Il biondo gli prese il volto fra le mani e criticò: <Non sarò il tribunale della ragione, ma voglio credere che noi siamo fatti per amare in un modo o nell'altro. E quindi... nonostante tutto l'odio del mondo... l'amore ha più forza del resto.>
<Potresti fondarci una filosofia.> asserì l'italiano, depositandogli un bacio sulle labbra.
Ludwig lo ricambiò con languidità e voglia.Farfugliò: <Io ora voglio solo te.> e continuò il bacio.
Il ramato strinse le gambe attorno i fianchi altrui, costringendo i loro bacini a collidere in un agognato attrito.
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Mai più come prima...?
FanfictionTutto andava alla perfezione, per quanto i mille piccoli e grandi problemi della vita sussistessero. Ma più in alto si va, più fa male cadere. Nessuno sarebbe stato pronto ad un tale evento nella propria vita. Specialmente, non qualcuno come Felicia...