77. Momento sospeso

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N/A: questo è il capitolo conclusivo, l'epilogo di questa storia.
Si, non vi avevo avvisato per tempo.

Non disperatevi e leggete il N/A finale per più informazioni.

Intanto godetevi il capitolo!


Quegli occhi fucsia lo penetravano nell'animo, scuotendolo nelle ossa.
Quello sguardo da assassino, di uno di quelli pronti a torturarti per ore e ore e ridere e ridere e ridere delle tue disgrazie.

«Non è un addio. É un arrivederci.» aveva detto.
Un arrivederci conteneva un rivedersi, in un futuro prossimo o lontano. Lui non voleva avere a che fare di nuovo con quell'essere-

<Amore! Tutto ok?> domandò Feliciano, stringendolo teneramente da dietro.
Ludwig sobbalzò leggermente, il treno cupo di pensieri che venne interrotto. Si girò in fretta e ricambiò l'abbraccio.

Sussurrò con voce rassicurante: <Sì, liebe, sì. Scusami, il cervello aveva staccato la spina.>

<Di nulla, capita spesso anche a me.> asserì Veneziano.
Il tedesco ridacchiò, lo baciò sulle labbra e commentò ironico: <In tutti questi decenni non me ne ero accorto, sai?>

<Che pessime capacità deduttive.> ironizzò l'italiano, dandogli a sua volta un bacio.
Il biondo approfondì il gesto e lo accarezzò lentamente lungo i fianchi. Si staccarono solo quando il fiato divenne rarefatto.

<Questo è decisamente meglio che leggere la Critica della Ragion Pura.> notò Feliciano.
<E dove la stavi leggendo?> chiese Ludwig.

<Su quel libro che hai tu, di una collana, riguardo i filosofi prussiani e tedeschi.> rispose candidamente l'italiano.
<Ah, capito... Perché ti sei messo a leggere un libro del genere? È complesso.> notò il biondo.

<Perché mi interessa la filosofia e dall'Illuminismo in poi so molto poco.> ribatté il più basso <È interessante l'idea della ragione imputata davanti il tribunale della ragione stessa.>

<Se ne sei sicuro tu, amore.> fece spallucce il più giovane. Lo sollevò e lo appoggiò sulla sporgenza di cemento sotto la finestra, baciandolo sul collo.

Veneziano incastrò una mano fra i capelli altrui e chiese: <Tu, se fosse possibile, cosa chiederesti di esaminare al tribunale della ragione?>

Ludwig interruppe le sue coccole, confuso. A quanto pare il suo adorabile fidanzato era entrato in uno dei suoi momenti profondi e riflessivi. Erano tanto belli e profondi quanto randomici.

<Non lo so...> borbottò, corrugando le sopracciglia. Dopo poco rispose: <Chiederei perché dobbiamo sopportare il dolore. Non in senso esistenziale, ma perché ci fa tutto questo effetto.>

<È un pensiero triste, però sì, hai ragione.> commentò Feliciano.
<Tu che chiederesti?> domandò il germanico.

Il più vecchio sorrise, lo baciò in fronte e sussurrò: <Come fa l'amore, qualsiasi tipo sia, ad essere così totalizzante e alcune volte tutto ciò che ci tiene vivi?>

Il biondo gli prese il volto fra le mani e criticò: <Non sarò il tribunale della ragione, ma voglio credere che noi siamo fatti per amare in un modo o nell'altro. E quindi... nonostante tutto l'odio del mondo... l'amore ha più forza del resto.>

<Potresti fondarci una filosofia.> asserì l'italiano, depositandogli un bacio sulle labbra.
Ludwig lo ricambiò con languidità e voglia.

Farfugliò: <Io ora voglio solo te.> e continuò il bacio.
Il ramato strinse le gambe attorno i fianchi altrui, costringendo i loro bacini a collidere in un agognato attrito.

Mai più come prima...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora