54. Vita a casaccio

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Nonostante i battibecchi e le discussioni che fra loro due erano immancabili, riuscirono ad arrivare ad un compromesso.

Più o meno.

Posso dirlo onestamente? Questa lettera é la cosa più stupida che ho mai visto in nero su bianco.” decretò Hans, alzando la lettera in bella dalla scrivania.

Oh, scusami, la prossima volta la scriviamo in versi endecasillabi e rima incatenata. Anzi, già che ci siamo scriviamo la prossima Divina Commedia.› ribatté Bruno, seccato.
L'altoatesino sapeva essere precisino e antipatico quanto un dito in culo, quando voleva, per la forma del linguaggio.

Scriverei decisamente un'opera migliore di quel morto di figa con la c aspirata.” affermò il sud tirolese.
Se tu parlassi con gli esperti di letteratura italiana, o semplicemente dei docenti, faresti venire degli infarti a tutti.› ironizzò il trentino.

Intanto il secessionista ripiegò la lettera e la infilò nella busta, su cui era stato scritto l'indirizzo della casa di Ludwig. Per arrivarci quando cercava Feliciano in Germania con Giorgio, aveva ricevuto il recapito via messaggio ed era ancora lì.

Una cosa a loro vantaggio esisteva ancora (e meno male!).

Oh, sicuramente mi divertirei troppo a sputtanare qualsiasi autore. A parte D'Annunzio. Lui ha fatto tutto da solo, complimenti. Più gente svitata come scrittori!” commentò Hans, assicurandosi di applicare il francobollo nella posizione giusta.

Tolse la striscia di protezione e sigillò la lettera.

Ora andiamo ad imbucarla.› affermò la regione, tornando all'argomento principale.
Ora?” chiese stupito il sud tirolese.

Sì, ora. Prendi su delle scarpe e scendi per le scale. All'ingresso te le metterai. Prenderemo lo scooter ed apriremo il cancelletto senza chiuderlo, se non al ritorno.› impose la regione.

Come vuoi tu, generale.” e il secessionista sbuffò nella realtà, afferrando un paio di scarpe da ginnastica.
Ma appena uscito dalla stanza, socchiudendo la porta da farla sembrare chiusa, scese le scale con passo leggero.

Quando arrivarono all'ingresso, entrambi tirarono un sospiro di sollievo.
L'altoatesino si mise su le scarpe, prese le chiavi del veicolo ed uscì, dirigendosi al garage.

Prese lo scooter, portandolo a mano fino al cancelletto e ancora per vari metri. Quando giudicarono di essere a una distanza "di sicurezza", Hans montò in sella e partì, andando verso la città e, così, verso la prima fottuta cassetta postale trovabile.

Speriamo che per una volta Poste Italiane non ci tradisca.› commentò Bruno.
“Ah, tu ci speri davvero?” chiese retorico l'altoatesino.

Sì...› affermò il trentino in una maniera tutto fuorché convincente.
Saresti più credibile se provassi ad affermare che ti piacciono le donne.” commentò il sud tirolese.

Non lo posso negare.› concesse la regione.
Finalmente imbucata la lettera, tornarono indietro silenziosamente come all'andata, approdando al sicuro della camera del trentino.

E ora il mio corpo.› comandò Bruno, cercando di trovare la parete fallace.
Uffiiii, era così bello!” si lamentò Hans, spaparanzato sul letto con la maglietta un po' stropicciata.

Ti arrangi.› asserì il trentino, per oltrepassare il muro corretto e ritrovarsi nella distesa nera, correndo.
In fretta tornò lui al controllo.

Ora potevano solo sperare nella lettera e nella rappresentazione della nazione tedesca.
Le loro possibilità di azione si erano azzerate.

•~-~•

Ludwig inspirò ed espirò più e più volte, fissando il cielo stellato sopra di sé.
Pur di sfuggire agli incubi, preferiva rimanere in giardino tutta la notte. E ogni tanto dare un'occhiata al libro che aveva in mano.

Era un libro di una collezione regalatagli da Feliciano, ma non per qualche festività, semplicemente perché l'aveva vista e pensava sarebbe stata perfetta per Ludwig.

Era una collezione dettagliata, i cui libri erano raggruppati per ordine temporale, sui molti filosofi esistiti.

Il regalo aveva incuriosito e attirato il biondo, dato che sull'argomento filosofia era più esperto il fidanzato.

Ma quella sera solamente sperava di venire conciliato con l'inganno nel sonno e poter dormire pacificamente.
Dormire su una sedia sicuramente non era un problema.

" Non è meraviglia che il caso possa tanto su noi, dal momento che noi viviamo a casaccio.”
Con questa sua frase possiamo introdurre il pensiero di Michel Eyquem de Montaigne, filosofo francese..." e la frase andava avanti, ma il tedesco si fermò, rileggendo ancora e ancora quella frase.

<Già, decisamente a casaccio...> notò tristemente il biondo, tracciando con il dito le righe di testo.

<Puoi pianificarti la vita quanto vuoi, ma i tuoi sentimenti e gli altri arriveranno di mezzo e... vivrai a casaccio. Totalmente a casaccio.> aggiunse, avendolo notato sulla propria pelle.

Molte guerre non erano state pianificate. Né certi alleati. E né certe emozioni, sicuramente.
Eppure tutto quello era capitato.

Si era innamorato di Nord Italia e solo dopo tanto tempo e dolore riuscì ad ammetterlo a se stesso. Dopo ulteriore tempo, poté scoprire i suoi sentimenti ricambiati e cominciare una relazione con quella nazione che poteva essere l'emblema della vita a casaccio.

Ma Feliciano non era spaventato dal suo modo di vivere, tutt'altro. Gli aveva confidato più di una volta che a suo parere svegliarsi ogni giorno sapendo già che fare era orribile.

Ti perdevi il bello dell'inaspettato e del nuovo e della curiosità, tutte caratteristiche che davano colore alla vita, insieme ai sentimenti.

Ovviamente, erano tutte parole di Feliciano.

Gilbert gli aveva impartito insegnamenti dell'esercito, come si era abituato nei suoi territori. E per carità, era stato bravissimo, al meglio delle sue capacità, ma gli aveva insegnato uno stile di vita a cui lui era già propenso di natura.

E così era stato semplicissimo vivere dentro schemi e agende.
L'imprevisto era il suo nemico peggiore.
Odiava esistesse una casistica incontrollabile che avrebbe avuto sempre qualche asso nella manica.

Eppure con Feliciano era altrettanto facile vivere a casaccio, osservando come la giornata si evolveva dalla mattina alla sera.

Però, ora, senza di lui e con quegli incubi a tormentarlo ogni volta che alla sera si addormentava... lo terrorizzava.

Non voleva più vivere guidato dal caso, desiderava solo tornare nel suo magico mondo tutto schematizzato e rigorosamente organizzato.

Ma l'amore permette da sempre di compiere enormi cambiamenti.

E dubitava potesse tornare indietro, anche se lo avesse desiderato con tutto se stesso. Non avrebbe saputo dove andare. E non conosceva se sarebbe riuscito ad andare fino in fondo a quell'origine.

Una volta abbandonata la strada vecchia per la nuova si poteva davvero fare retromarcia e cambiare la decisione?
Ludwig non ci credeva.



N/A: oh, finalmente sembra che tutto vada avanti, yeeee!

Per quanto scommettete durerà questa mini-gioia =) ?

Mai più come prima...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora