58. Una falla nel piano

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Torniamo in Italia, ma un'oretta dopo della visita di Arthur a casa dei Beilschmidt; quindi verso le 16:00.

Rita si mordicchiava con ansia un'unghia, girando avanti e indietro per la propria stanza. Dio, sperava che la foto fosse sufficiente, altrimenti sì che si sarebbero creati dei casini!

Si calmò quando vide comparire una figura che divenne velocemente solida e aveva le fattezze del proprio fidanzato.
Prima ancora che questi potesse dirle ciao, lei gli si fiondò addosso, cingendogli il collo con le braccia e baciandolo.

Pedro, colto di sorpresa, registrò ciò successo e appena intese si rilassò e ricambiò il bacio, appoggiando le mani sui fianchi della fidanzata.

Come la sarda iniziò il bacio, lo finì poco dopo e sussurrò con sincerità: <Mi eri mancato.>
<Anche a me. Era diventato impossibile aspettare, stavo impazzendo.> asserì il catalano, accarezzandola dolcemente lungo la vita e i fianchi e parte delle cosce.

<Ho bisogno di vedere una bella faccia diversa ogni tanto.> aggiunse l'isolana, sorridendo.
L'iberico non perse tempo e la baciò ancora, approfondendo. Nel mentre, riuscì a sfilare la camicia bianca da dentro la gonna e a intrufolare le mani sotto, dirigendosi a toccare una porzione specifica di pelle.

Prima che riuscisse a slacciarle il reggiseno, l'italiana si staccò di poco, gli fermò le braccia e disse: <Non possiamo farlo.>
<Perché? È da tanto che non ci vediamo. Credevo fosse mancato anche a te, oltre al semplice vederci.> indagò Pedro.

<Certo che mi è mancato vederti, Ramblinito, e voglio coccolarti tanto quanto spingerti sul letto e spogliarti e cavalcarti fino a che non implori una pausa...> raccontò Rita, facendo imbarazzare il fidanzato <Ma ci sono tutti i miei fratelli. E anche Lovino e Feliciano. Ci sentirebbero, proprio non possiamo.>

<Tu non sai usare la magia?> domandò il catalano dopo qualche secondo di silenzio.
<Sì. Ma se il letto sbatte contro la parete, sbatte contro la parete. E nella stanza vicino alla mia c'è la stanza di un mio fratello che son certa sia lì. E non mi dire che non facciamo sbattere il letto contro la parete perché è impossibile.> rispose ella.

<Capito, scusa.> il più giovane comprese e tolse le mani da sotto la camicia della fidanzata.
Fu allora che la sarda sorrise mefistofelica, gli prese le mani e gliele riportò sotto la camicia.

<Io ho detto che non possiamo andare fino in fondo. Qualche preliminare si può sempre fare, tesoro~.> sussurrò con voce allusiva, appoggiandogli le mani sul suo seno da sopra l'intimo.

Il volto del fidanzato si illuminò nell'eccitazione e vago imbarazzo (gli capitava spesso: lei era intraprendente, sicura e conscia in quell'ambito... lui tanto tanto tanto meno).
Annuì rapidamente e la baciò.

Mentre la spingeva verso il letto e le slacciava il reggiseno, farfugliò nel bacio: <Perché non l'hai detto subito? Ti farò vedere le stelle!>
L'isolana ridacchiò, si lasciò guidare dal fidanzato e ribatté: <Staremo a vedere~.>

Velocemente, Pedro le slacciò la camicia e gliela levò, baciando e succhiando la pelle scoperta. Rita chiuse gli occhi e si trattenne nell'emettere versi di piacere, ma prese ad accarezzare i capelli del ragazzo per fargli capire che andava bene.

Quando l'iberico le tolse la gonna e prese a baciare l'interno coscia, avvicinandosi lentamente in modo agonizzante alle sue mutande, la sarda divaricò meglio le gambe e si mise una mano davanti alla bocca, sperando di vedere davvero le stelle.

•~-~•

Rita prese la bottiglia che teneva vicino il letto e bevve senza poggiare le labbra alla bottiglia, sciacquandosi la bocca.
<Vuoi anche tu?> e offrì la bottiglia al fidanzato, ancora un po' perso.

Mai più come prima...?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora