Un tonfo risuonò per la cucina, seguito da delle imprecazioni borbottate in tedesco.
Gilbert scosse lentamente la testa, guardando il fratello massaggiarsi la fronte dal dolore.<Ancora incubi?> domandò retorico l'albino, addentando un pezzo di pane coronato da burro e marmellata.
Ludwig mugugnò in risposta, tagliando distrattamente una salciccia.Con gesti lenti e stanchi, si portò il pezzo di carne alla bocca e masticò piano, a fatica, occhiaie evidenti in volto.
<Per oggi dovresti riposarti e basta. Stenditi sul divano e sonnecchia un po'. La notte si ha un sonno più pesante, quindi forse ora riposerai.> propose il prussiano.<Dubito. E devo lavorare, c'è sempre qualcosa che non va.> affermò il biondo, il suo senso del dovere che ancora reggeva nonostante la stanchezza.
<Probabilmente c'è qualcosa che non va perché tu non stai bene.> ribatté Gilbert.
<No, no...> negò il fratello minore, ma neanche lui credeva alle sue stesse parole.<Neanche tu sei convinto di quel che dici! Dai retta al fantastico me per una volta e riposati, almeno la mattina.> lo incoraggiò il prussiano.
<Ma... io...> protestò debolmente il biondo.<Niente ma. Ora finisci la colazione, il pasto più importante della giornata, e poi vai dritto filato a stenderti sul divano. A pulire ci penso io.> ordinò l'ex nazione, finendo un pezzo di pane con del formaggio spalmabile sopra.
Ludwig annuì e finì le salsicce e le uova che aveva nel piatto e la fetta di pane nero a fianco.
Poi si alzò e, sbadigliando anche se tentò di trattenersi, andò in soggiorno e si stese sul divano.I cani, che i due germanici avevano fatto entrare per la mattina, si avvicinarono al padrone, in cerca di coccole.
Ad occhi socchiusi, il tedesco abbozzò un sorriso: non poteva resistere ai suoi cuccioloni. Perciò allungò una mano e prese a fare loro qualche coccola, nonostante la stanchezza.I tre cani, però, si accorsero che il padrone fosse poco attivo e, uggiolando, sfregarono il muso contro la mano del padrone.
<Sono solo un po' stanco, fra poco mi passa.> commentò la nazione, accarezzandoli.Un altro sbadiglio proruppe e chiuse gli occhi, ritirando la mano e provando a rilassarsi.
I cani si allontanarono da lui e andarono in cucina, dove ancora l'odore di cibo aleggiava.Gilbert ridacchiò alla velocità con cui si precipitarono in cucina, in speranza di ricevere buon cibo.
<E no, avete già fatto colazione, basta.> ridacchiò l'albino, pulendo la padella usata.
I tre animali tornarono a giocare fra di loro, dirigendosi di nuovo in soggiorno.Il prussiano sospirò, sfregando con vigore una macchia di unto ostinata a rimanere lì.
Si perse nei suoi pensieri.La situazione, nel giro di quella settimana e mezza, era decisamente peggiorata. Gli incubi perseguitavano il fratellino ogni qual volta decidesse di addormentarsi.
E a quanto pare, ogni volta avevano lo stesso tema: Feliciano torturato per mano sua.Non sapeva cosa potesse significare tutto ciò. I sogni sono di difficile interpretazione e gli incubi ancora di più, perché spesso le nostre paure sono più nascoste del resto.
"Che situazione fottuta." commentò mentalmente Gilbert.
Qualunque fosse la causa di tali incubi, impedivano a Ludwig di ragionare lucidamente. E vivere la sua solita vita.
Inoltre, portava a risvolti preoccupanti.La breve chiacchierata di ieri sera tornò alla sua mente.
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Mai più come prima...?
FanfictionTutto andava alla perfezione, per quanto i mille piccoli e grandi problemi della vita sussistessero. Ma più in alto si va, più fa male cadere. Nessuno sarebbe stato pronto ad un tale evento nella propria vita. Specialmente, non qualcuno come Felicia...