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La sveglia suona, afferro il cuscino e lo premo sopra le mie orecchie girandomi dall'altra parte, nella speranza di riprendere sonno.

-Amore sveglia o farai tardi a scuola- grida subito dopo mio padre dal piano di sotto; mormoro qualcosa di incomprensibile, a persone esterne, ma nella mia testa suona come una supplica di non disturbarmi e lasciarmi riposare, di malavoglia però apro pian piano gli occhi, scosto le coperte dal mio corpo mettendomi a sedere, allungo la mano verso il comodino afferrando il telefono e immediatamente spengo la sveglia che mi martella nelle orecchie.

Decido di alzarmi lentamente, mentre sbadigliando arrivo al mio bagno privato dove mi sciacquo la faccia, mi trucco leggermente, con un filo di mascara e del correttore, poi torno in camera per indossare i vestiti preparati la sera prima, composti da un jeans abbastanza stretto nero e una felpa, di almeno due taglie più grande, rossa; scendo poi di sotto da mio padre e mi metto a sedere sull'isola in cucina.

-Buongiorno tesoro- mi accoglie papà lasciandomi un bacio sulla fronte e porgendomi un caffè-latte che prontamente bevo, ascolto la tv, parlano del famoso "Spider-Man di quartiere" e della rapina sventata la scorsa notte, ammiro davvero tanto chiunque si nasconda dietro quella maschera, mi dà un senso di coraggio e protezione indescrivibile, non che non sia sufficiente la protezione che già ho, d'altronde vivo all' Avengers Tower insieme a tutti i super eroi e le super eroine più conosciuti di New York, ma comunque c'è qualcosa in lui che mi accende dentro, come una miccia, e mi fa sentire intrepida come lui; distolgo lo sguardo solo quando mio padre mi fa notare di essere in ritardo per il primo giorno di scuola, dopo le vacanze estive, afferro di corsa il mio zaino ed esco da casa mia salutandolo.

Oh che stupida, non mi sono neanche presentata, mi chiamo Sharon Stark, figlia del grande miliardario, filantropo, play-boy Tony Stark o meglio conosciuto come Iron-man, ho 17 anni, i miei capelli sono mossi e di color moro tendente al biondo, ho gli occhi color ambra e una carnagione leggermente abbronzata, frequento il quarto anno alla Midtown School di Scienza e Tecnologia, fin da piccola mio padre mi ha indirizzato verso questa strada, ricordo che avvolte mi intrufolavo nel suo laboratorio e provavo a smontare e rimontare vari oggetti; sono una ragazza molto solare all'apparenza ma sotto nascondo un lato introverso, potrei infatti contare i miei amici sulle dita di una mano, ma con quei pochi mi apro davvero, mi sento a mio agio, non giudicata e accettata per quello che sono...o almeno per quello che faccio credere io sia, perché tengo nascosto loro un segreto abbastanza importante.

Dopo dieci minuti arrivo finalmente davanti all'ingresso della mia scuola, mi fermo con un leggero fiatone osservando per qualche secondo la scritta sopra l'edificio, poi entro, apro il mio armadietto e sistemo dentro i libri prendendo solo quelli che mi serviranno per le prime ore

-Ei Sharon-mi sento chiamare, sposto leggermente lo sguardo incontrando subito quello della mia amica Michelle che mi sorride

-Ei MJ, svegliata di buon umore oggi?-chiedo chiudendomi l'armadietto alle spalle e appoggiandomici leggermente con una spalla

-Naa semplicemente mi mancava la scuola e poi non ho ancora visto Flash oggi-mi risponde ridacchiando

-Ei belle pupe-ad interromperci è proprio il sotto scritto, leggo chiaramente il labiale di MJ che mima un "oh no" alzando gli occhi al cielo,

-Che cosa vuoi Flash?-sbuffo spostando lo sguardo su di lui

-Bhe visto che ci tieni a saperlo...magari un appuntamento o magari una semplice sveltina con te- pronuncia l'ultima frase avvicinandomisi all'orecchio e spostandomi una ciocca di capelli, mi scosto immediatamente recependo in modo rivoltante il suo tocco e la sua frase

-Scordatelo- dico voltandogli le spalle e andandomene con MJ al mio fianco;

-Ei ragazze- ci richiamano due voci, abbastanza familiari, alle nostre spalle, mi giro e sorrido all'istante

-Ned che bello rivederti-lo abbraccio di slancio, lui ricambia stringendomi a se talmente tanto forte da togliermi il respiro

-Ei ei però non la uccidere- dice una voce ridendo un pochino alle nostre spalle, Ned allenta la presa su di me mettendomi giù fino a farmi di nuovo toccare terra con i piedi, appena Ned si sposta per salutare MJ; poi lo vedo e quasi mi viene da piangere quando incontro i sui occhi così profondi, un sorriso spontaneo nasce sulle mie labbra

-Peter..-sussurro avvicinandomi maggiormente a lui fino a ritrovarmi a pochi centimetri di distanza dal suo corpo, istintivamente l'abbraccio, allaccio le mie braccia intorno al suo collo e lo stringo forte a me, era tanto che non lo vedevo, a differenza di Ned e MJ, che avevo visto anche durante l'estate, lui era sparito da prima delle vacanze estive -Mi sei mancato tanto-dico continuando ad abbracciarlo ed involontariamente mi lascio uscire qualche lacrima dagli occhi, dopo poco anche lui allaccia le braccia attorno ai fianchi stringendomi forte 

-Mi sei mancata anche tu-sussurra al mio orecchio poco prima di essere interrotti da un finto colpo di tosse, sicuramente emesso da Ned, mi stacco da lui un po' imbarazzata e asciugandomi le lacrime, lo vedo salutare MJ e ci incamminiamo verso la nostra classe.

Mi siedo al penultimo banco insieme a MJ mentre Peter e Ned prendono posto davanti a noi; il professore entra iniziando l'appello 

-Sharon Smith- arriva a me che subito alzo la mano, si, era proprio a questo che mi riferivo quando ho detto che nascondevo loro un segreto abbastanza importante, nessuno conosce il mio vero cognome, nemmeno i professori, quando mi iscrissi, in accordo con mio padre e con il preside, decidemmo di cambiare il mio cognome in modo da non essere riconosciuta, con lo scopo di evitare agevolamenti con gli insegnati e anche false amicizie per via del mio cognome e dei miei soldi; semplicemente volevo essere una ragazza normale agli occhi degli altri e sono felice così.

Finalmente suona la campanella di fine giornata ed insieme ai miei amici esco da quella classe e da quella scuola, saluto prima MJ poi Ned ed insieme a Peter mi incammino per tornare a casa, la sua non dista molto dalla mia, durante il tragitto parliamo del più e del meno, riesco ad osservarlo bene, noto che qualcosa in Peter è cambiato, la voce è più profonda e la mascella più delineata, le spalle sembravano essersi un po' allargate ed in oltre è diventato anche più alto; ma forse sono solamente delle miei impressioni, d'altronde non lo vedevo da molto, arriviamo davanti casa sua, lo saluto con la mano per poi continuare il tragitto verso casa mia.

***

Ciao ragazzi, ecco il primo capitolo di questa storia.

Spero davvero vi piaccia e vi interessi; volevo premettere che la storia è frutto della mia immaginazione e che quindi alcuni elementi sono esterni ai film degli Avengers, in oltre nella storia ci saranno riferimenti a Spider-Man: Far From Home.

Detto ciò vi saluto, cercherò di aggiornare una/due volte a settimana, per suggerimenti non esitate a scrivermi, Sharon :3

REVISIONATO✅

Peter Parker|| Il mare nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora