Dispositivi anti-Myrmidon

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Francine capì finalmente come avevano fatto i lealisti a tenere lontani i Myrmidon fino a quel momento. Quando il tunguska li aveva individuati erano ormai così vicini alla loro meta che l'unica soluzione che avevano trovato era correre. La macchina non se l'era sentita di utilizzare il suo mitragliatore in piena città e così si era limitata a inseguirli. A un certo punto, da una finestra dell'hangar del Daikatana, era partito un oggetto volante a grande velocità che si era schiantato esplodendo contro la spalla del gigante di ferro. Quando il fumo si era diradato la macchina aveva un profondo squarcio poco sotto il collo e il suo braccio destro appariva inutilizzabile. Per precauzione aveva indietreggiato per trovare copertura.

"Sistemi anti-Myrmidon portatili!" esclamò Francine mentre si rintanavano nell'ennesimo vicolo, non sapendo chi potesse prenderli come bersaglio.

"Avevo sentito parlare di sviluppi del genere." disse Maschera di Ferro, senza entusiasmo.

"Se li avessero usati contro di noi quando siamo entrati in città avrebbero potuto far fallire la rivoluzione."

"Ma non avevamo niente del genere." ammise con disprezzo Roksana. La contessa era venuta in contatto con la guerra solo nel momento in cui i rivoluzionari erano entrati in città, ma ora sembrava essersi acceso qualcosa in lei, una furia che le faceva guardare alle stupefacenti armi del mondo con una strana voluttà.

"Da dovunque vengano" concluse Guglielmo "sono abbastanza per tenere a bada un pugno di tunguska male in arnese."

L'atmosfera intorno a loro si era come ghiacciata, il silenzio si era fatto totale. La situazione di stallo intorno all'hangar era tale che nessuno aveva più colpi da sparare. Attendevano tutti. Francine sapeva che attendevano lei. "Dobbiamo provare a raggiungere Daikatana adesso." notò.

Maschera di Ferro si rigirava la spada tra le mani. "Adesso è il momento più complicato di tutta la nostra evasione, generale. Se voi venite presa da un proiettile finisce che ci arrendiamo tutti ed è stato tutto inutile."

"Non sono impressionata."

Il ghigno di ferro della maschera rifletteva evidentemente il ghigno del volto dell'italiano. "E come vi ho detto, a spegnere la vostra vita sarà la mia spada."

Maschera di Ferro fu il primo ad alzarsi e a dettare i tempi della corsa, le tre donne gli andarono dietro come avevano sempre fatto. Dall'hangar riconobbero lui, o più probabilmente la contessa Roksana, così cominciarono tutti disordinatamente a sparare in giro per coprirli. Francine udì distintiamente anche dei proiettili che sibilavano alle sue spalle, ma in misura minore, perché evidentemente nessuno credeva veramente di riuscire a colpirla.

Erano ormai a poche centinaia di metri dal loro obiettivo quando evidentemente le forze rivoluzionarie capirono che era la loro ultima occasione. Tre Tunguska emersero dalle vie, compreso quello danneggiato, con l'intenzione di sbarrare loro il passo. Nessun nuovo missile partì nella loro direzione, il peso dei loro passi faceva tremare il suolo e rendeva difficile stare in piedi.

"Non voltatevi!" esortava Guglielmo. "Correte e non voltatevi!"

Anche Artemisia sembrava aver già preso la decisione di rimanere indietro. "Andate generale! Non preoccupatevi."

Francine capì che a quel punto i myrmidon non si sarebbero fatti nemmeno scrupolo di sparare quindi afferrò il polso della contessa Roksana. 

"Cosa fate?" gridò stridula la nobildonna.

"Io devo entrare in quel hangar, ma i vostri soldati è voi che vogliono!" Detto questo, la Spada Immacolata di Francia prese a correre il più veloce possibile, trascinando la ragazzina, mentre il mondo alle sue spalle esplodeva.


Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora