Agire

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Erano di nuovo davanti alla mappa della Russia, vi erano sopra nuovi segni. Niente più scarabocchi a inseguire Francine Valery Santaroche, ma le croci degli attacchi dei konsole alla ferrovia e la linea del fronte interno, quella ribellione che tutta d'un tratto era scoppiata in una provincia della nazione.

"Non saranno mai più vulnerabili di così." spiegava Bismark. Il suo sangue stava bruciando, se fosse stato il comandante supremo di quella operazione avrebbe già cominciato a dare gli ordini perché raramente gli era stato più chiaro cosa c'era da fare. In quella guerra, però, lui era solo consigliere di Valerius Demoire, quel Valeriurs Demoire che in tutta la sua genialità non era capace di combattere le guerre.

"Se i sabotaggi della ferrovia sono stati così efficaci non dovremmo continuare a portarceli dietro per stancarli ancora?" chiese infatti il genio. Esitò. Stava esitando. Era quello che faceva morire le persone.

"Se lasceremo loro del tempo si riorganizzeranno. Il capitano Krun rischia ogni giorno di più, ha dovuto diradare le sue incursioni. Se ci allontaneremo dalla zona in cui è riuscito a danneggiare la rete ferroviaria i russi si limiteranno ad approntare nuove linee di riferimento e saremo da capo."

"Il loro esercito è ancora intatto."

"Non vi ho mai detto che avrei distrutto i tunguska per voi. Non con il mio piano."

"E potete assicurarmi che adesso posso farlo io?"

"Il nemico è stanco."

Anche Caleb osservava la mappa perplesso. Caleb si era sempre atteggiato a vecchio saggio e guida silente di Valerius, ma Bismark sapeva che nemmeno lui sapeva come ci si comportava su un campo di battaglia. Non gli servivano i suoi poteri per riconoscere una persona spaesata che non capisce quando è il momento di colpire. 

La strategia militare era una maestra severa, Bismark lo sapeva. Veniva un momento in cui ti chiedeva di versare il sangue dei tuoi uomini. Se il momento era giusto per te ci sarebbero stati gloria e onore, se era sbagliato tutta la morte sarebbe ricaduta sulla tua anima. Erano le regole del gioco, non vi era modo di cambiarle. Possibile che quegli uomini fossero stati così al centro delle vicende del mondo eppure ancora non lo avessero capito?

"Dobbiamo saperne di più sulla rivolta." decretò Valerius.

Bismark capì. Non era vigliaccheria quella di Valerius e nemmeno era incapacità. Il ragazzo era semplicemente bloccato in una trappola che evidentemente lo aveva già incastrato diverse altre volte.

Stava aspettando lei, stava aspettando Francine Valery Santaroche.

"Potrebbe essere un fuoco di paglia." provò a spiegare "In quest'epoca feroce rivolte di questo genere sono all'ordine del giorno."

"Krun può raggiungerla? Voi siete ancora in contatto con lui vero?" suggerì Caleb.

Certo che Krun poteva raggiungere la rivolta e certo che lui poteva ancora parlargli, il potere del conte Bismark era tra i più estesi della nazione germanica. Solo, per fare quello bisognava pagare dell'altro tempo al dio della guerra, che avrebbe richiesto vite umane in cambio. Osservando meglio la mappa il comandante tedesco capì che non era vero che lo scarabocchio era scomparso, Valerius sapeva che quella rivolta era scoppiata nella zona in cui probabilmente si nascondeva la Spada Immacolata di Francia. Stava ancora inseguendo le sue illusioni e lui non poteva fermarlo.

"Avvertirò il capitano Krun" annunciò chinando il capo "ma abbiamo solo tre giorni. Dopodiché dovrete prendere una decisione."

Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora