Pragmatica

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Quando Bismark entrò nella stanza la prima cosa che notò era che Caleb non c'era. Era quasi impossibile parlare con Valerius senza che il suo consigliere privato fosse al suo fianco. Visto che il generale era stato convocato era ancora più sorprendente che il giovane genio avesse voluto vederlo da solo.

Teneva gli occhi fissi fuori dalla finestra e non lo guardava. "Ho letto il rapporto, ma ho bisogno di sentire cosa ne pensate."

"Rotta completa. Le truppe d'invasione inglese hanno dovuto abbandonare San Pietroburgo. Fortunatamente, come abbiamo notato in altre situazioni, il nostro nemico non ha alcuna capacità offensiva sul mare e così quando siamo riusciti ad avere la protezione della flotta ha desistito, ma fino lì è stato un disastro. Vanjan disperso..." Il tedesco si morse la lingua. Non sapeva perché avesse dovuto tirare fuori il particolare di Vanjan. Se Valerius voleva un giudizio militare su quello che stava accadendo la perdita di un solo uomo era irrilevante. Forse però aveva imparato che tacere quelle cose avrebbe lasciato il ragazzo insieme ai suoi fantasmi completamente solo, a tormentarsi tra il sopprimere i suoi sentimenti e lasciare che la sua razionalità divorasse tutto. In qualche modo il suo guscio era così solido che era importante che qualcuno ogni tanto gli permettesse di essere vulnerabile.

"Sono macchine mie. Sono di nuovo macchine mie." disse invece Valerius.

"Come dite?"

"I rettiliani non possiedono tecnologia Myrmidon. Tutto quello che hanno lo hanno rubato a me all'isola di Calendimaggio. Non mi sono mai scontrato contro questo particolare modello, ma sembra un'evoluzione di quello che ho visto in Spagna. Sono colpa mia."

Le teste mozzate dei tre Myrmidon speciali che aveva costruito per i rettiliani erano serviti per conservare i progetti di Bagatto, ma il fatto di averle tagliate e averle allineate una accanto all'altra aveva illuso Valerius che il controllo che quelle creature avevano avuto su di loro si era esaurito una volta per tutte. Naturalmente però non era così, la grande forza dei rettiliani era ragionare sempre in prospettiva, muoversi sempre avanti nel tempo. Doveva dipendere dal fatto che i loro signori erano creature antiche che avevano perso il senso del presente.

"Sono Myrmidon." tagliò corto Bismark. "Sono macchine da guerra costruite per procurare morte. Le abbiamo fabbricate tutti, in Europa, e con grande promiscuità. I Myrmidon Konsole tedeschi sono un progetto inglese, gli ORL sono discesi da schemi rubati a vostro padre, gli Ecclesiaste sono stati disegnati da Arcadio Martellone. Siamo tutti colpevoli di averli costruiti. E io sono colpevole anche di averli usati."

"Sapete essere più pragmatico di me, generale."

"Combattere è sempre e solo pragmatica."

Fuori dai finestrini il paesaggio russo che sbiadiva all'avvicinarsi dell'inverno. Il cielo che si faceva grigio, il terreno che perdeva la sua natura, i movimenti che rallentavano. Sembrava fossero in Russia da mesi e invece erano solo poche settimane. Poche delle poche che avevano a disposizione per fare quello che dovevano fare.

"Mosca ha un dispositivo anti-aereo di difesa che non ci permetterà di avvicinarci e ha a disposizione il grosso delle truppe rettiliane di Myrmidon."

"Non credete che il prete possa fare qualcosa?"

"Non possiamo basare la nostra strategia sull'azione del prete, dovete dirmi cosa possiamo fare in queste condizioni."

"Sto recuperando tutte le informazioni possibili sui nuovi Myrmidon dal contingente di San Pietroburgo. I miei stanno studiando il territorio. Sapevamo di dover affrontare una città ben difesa, la rivoluzione è addirittura un'inaspettetato vantaggio. Il progetto non può cambiare ora, Valerius."

"Schierare le truppe e affrontare il nemico."

"E sconfiggerlo, una volta per tutte."

"Abbiamo speranze?"

Era così difficile per Bismark parlare con Valerius. Finché aveva potuto discutere con Francine era stato tutto più semplice, era dialogare da soldato a soldato, usare gli stessi termini, ragionare secondo gli stessi criteri. Non parlare mai e poi mai della speranza. "Il combattimento è pragmatica." ribadì

"Come la scienza meccanica?"

"Esattamente."

Avevano raggiunto lo stallo che raggiungevano spesso, quello che in qualche modo li faceva sentire concordi su qualcosa senza permettergli di dirlo apertamento. "Andate, generale." lo congedò Valerius.

Bismark fece un cenno del capo e uscì dalla stanza.

Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora