Le guerre antidiluviane

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Gli occhi di Guglielmo erano ancora inchiodati sul corpo nel letto. Non riusciva a vederci malattia, non riusciva a vederci sofferenza, non dopo tutto quello che era accaduto.  "Quest'uomo ha portato morte e distruzione in tutta Europa, la carestia che stiamo affrontando probabilmente è colpa sua, non ha esitato a pugnalare alle spalle intere nazioni. Chi siete voi per assolverlo?"

Joho guardò l'assassino. "Siamo stati i primi a subire la furia della sua gente."

"Difficile crederlo nell'unica città che prospera nel raggio di migliaia di chilometri."

Il Duca Harshel si mise in mezzo per fare da paciere. "E' naturale che voi non capiate le nostre azioni. Tutti i rettiliani con cui siete entrati in contatto vi sono stati ostili. La loro nazione però è più complicata di quanto appare e Joho dice bene quando dice che hanno subito la ferocia dei padroni di Gerusalemme prima e più duramente di quanto stia succedendo alle nazioni d'Europa."

Arcadio non si sentiva coinvolto nella conversazione. Se quella fosse stata una conversazione che lo riguardava si sarebbero concentrati sui bizzarri muschi che rendevano quelle caverne vivibili o sulla tecnologia che teneva in vita il vecchio. Dentro di sé era curioso di tutto, come era sempre stato, ma sentiva che nessun'altro lì era interessato come lui alle meraviglie che avevano intorno. Un tempo si sarebbe imposto, tenendo testa sia al coltello che al crocifisso, ma la guerra lo aveva cambiato, gli aveva fatto perdere fiducia nelle sue motivazioni. Aveva continuato ad amare la scienza e la tecnologia anche mentre infuriava il conflitto e anche così era riuscito a fare del male a molta gente. Forse la sua inclinazione era solo ipocrisia. Sentiva però di poter portare la voce dei Rosacroce, a cui non apparteneva, ma di cui era il più prossimo messaggero.  "Esistono studi che parlano di un popolo diviso" disse, ricordando alcune delle carte che aveva potuto leggere in presenza di Darwin "e di un mondo in guerra prima che si chiamasse mondo."

Joho annuì. "Abbiamo dominato il nostro pianeta nell'era antidiluviana, ma anche allora mancavamo di equilibrio. Eravamo divisi in nazioni in conflitto fra loro. Come vedete la mia razza nella maggior parte dei casi non riesce a elevarsi oltre lo stato animale, i vari lavoratori che vedete intorno a me sono poco più di bestie anche ai miei occhi. Quelli che raggiungono il mio stato sono sempre stati pochi e ancora meno sono coloro che lo superano, raggiungendo lo stato di arconti. Ogni arconte è convinto di avere potere su tutti coloro che hanno intorno, ma è anche consapevole che questo potere si ferma nel momento in cui incontra un altro arconte. Lì è sempre scoppiata la guerra."

"Migliaia e migliaia di anni di guerra." commentò Arcadio.

"Che non si è interrotta neanche quando ci siamo rifugiati nel sottosuolo, ha solo cambiato le sue motivazioni. Presto il conflitto è diventato tra coloro che volevano adattarsi alla vita nel reame sotterraneo e quelli che volevano riconquistare la superficie. Questi ultimi hanno cercato di camminare nel vostro mondo da sempre, con scarsi risultati, ma hanno sempre trovato soluzioni ai problemi che gli si presentavano. Quando hanno deciso che era il momento di muovervi guerra i clan sotterranei sono diventati il primo ostacolo da abbattere." Joho tornò a guardare Guglielmo, per essere certo avesse capito. "Ho perso figli e fratelli a centinaia."

L'uomo un tempo chiamato Maschera di Ferro non era impressionato. Scrollò le spalle. "Se le cose stanno così allora dovremmo semplicemente tagliare la gola a questo vecchio insieme."

"No! Il motivo per cui siamo risaliti fino a incontrare persone come qui a Praga è per porre termine a tutto questo. Non possiamo più nasconderci gli uni agli altri, ma possiamo cercare una nuova pace. E per costruire la pace dobbiamo smetterla di uccidere."

Il Duca si avvicinò al suo alleato rettiliano per dargli man forte. "Questo luogo è l'unico dove si parli di futuro."

Anche gli interessi di Francesco Pupo Torvergata erano lontani dalla discussione in corso. Una volta che aveva visto Gerusalemme neutralizzato era passato oltre. Sapeva quando poteva affidare una persona a Dio, soprattutto se aveva questioni più pressanti. "Il vostro dibattito è irrilevante, state perdendo di vista il cuore del problema." annunciò.

"E quale sarebbe, prete?" scattò subito Guglielmo.

"Voi credete veramente che Valerius sia pronto a risparmiare un luogo del genere?"


Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora