Strategia d'avvicinamento

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La cascina era sempre più vicina, aveva sperato che i suoi nemici continuassero ad avanzare fino a essere portata, uscendo allo scoperto, ma evidentemente il loro comandante era prudente. Li avrebbero visti arrivare, ma non c'era tempo per trovare una traiettoria d'ingaggio più sicura.

"Cercheranno di non farci avvicinare." spiegò Francine all'ottoniera. "Appena sono nel raggio del tuo fucile devi mettere a segno qualche colpo, Artemisia."

"Ma se mi fermo a tirare, generale, si ritroverà ad avanzare da sola e a essere l'unico bersaglio."

Nella mente di Francine si intrecciavano diversi calcoli: agilità del Daikatana, capacità di mira dei Tunguska, potenza di fuoco da vicino del Tunguska, armatura del Daikatana. I numeri non tornavano mai. "Me la caverò." disse solo.

Ovviamente non si erano assemblati. Se avesse avuto la fortuna di trovarli in configurazione composta li avrebbe massacrati, ma erano divisi, il che significava che avrebbe avuto a che fare con dieci unità distinte. Continuò  a puntare su di loro direttamente finché non vide Artemisia sganciarsi e piegare sulla sua destra, probabilmente perché aveva individuato una buona posizione di tiro. Allora lei spinse Daikatana sulla sinistra, con una traiettoria arcuata, pensando che i suoi nemici si sarebbero divisi, lasciandole almeno qualche attimo di respiro.

"Li vedo." annunciò Artemisia. Anche lei cominciava a distinguere delle forme piccolissime all'orizzonte. Avrebbe giudicato assurdo che qualcuno riuscisse a colpirle da quella distanza se accanto a lei ci fosse stato qualsiasi altro soldato, ma conosceva le capacità di Coniglio.

"Metti a segno qualche colpo." Ordinò Francine. Dimenticandosi una volta per tutte della sua alleata aumentò la potenza del Daikatana fino ai limiti consentiti.

Cercarono di porre tra loro e lei un fuoco di sbarramento fisso. Sentì i loro fucili mitragliatori cominciare a ticchettare quando era ancora troppo distante. Raggiunto il loro raggio d'azione iniziò a muoversi a scatti, scartando a destra e a sinistra, piegando al limite le giunture della sua macchina. A un certo punto le parve che i tiri verso di lei aumentassero, probabilmente perché chi prendeva di mira Artemisia aveva capito che lei non si sarebbe avvicinata abbastanza. Anche questo era previsto, mantenne il suo schema d'attacco,

Non poteva sfuggire a tutti i colpi, sentì proiettili rimbalzarle sulla corazza, innocui. Difficile abbattere un myrmidon con i calibri usati usualmente per quel tipo di armi, quelle erano bocche da fuoco per eliminare eserciti tradizionali. Non sapeva però cosa sarebbe successo se si fosse trovata al centro della tempesta.

Quando finalmente riuscì a distinguere in maniera chiara la posizione dei suoi avversari ne vide  uno sobbalzare e cadere, colpito da Artemisia. Quelli intorno non reagirono quasi, un atteggiamento stoico irragionevole, per quel tipo di situazione. Finalmente, però, gli edifici della cascina cominciavano a essere utili anche a lei. Invece di lanciarsi verso il tunguska più vicino fece un ultima curva e si portò dietro un granaio. Tutte le mitragliatrici cessarono di colpo di sparare. Nel silenzio echeggiò solo il rumore sordo di un altro proiettile di Coniglio.

"Solo due, generale." le annunciò Artemisia, delusa. "Gli altri sono coperti."

Lei fece fare un ampio arco alla sua spada, tanto per scaldare il muscolo e l'articolazione meccanica. "E' un ottimo risultato, Artemisia, un ottimo risultato."

Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora