Esasperazione

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Francine osservava l'orizzonte in direzione dei nemici. Non vedeva niente, ma le piaceva fissare il punto indistinto dove i tunguska la attendevano e la temevano, con la mente ripercorreva il tragitto che aveva corso nella notte per raggiungerli e forse le intere battaglie.

La prima scorribanda nel campo nemico era stata un atto eroico che sarebbe stato cantato negli anni, ma la seconda, con loro che ormai si aspettavano azioni del genere, aveva rasentato la follia. C'era chi sosteneva che se non fosse stato per un paio di colpi fortunati messi a segno da Artemisia lei non sarebbe tornata e che a un certo punto, per cavarsela, aveva dovuto fare qualcosa che era tecnicamente impossibile. In fondo però avevano visto quasi tutti solo ombre e lei era ancora al campo.

Krun aveva sentito crescere dentro di sé quella soggezione di cui già molti gli avevano parlato nei confronti della Spada Immacolata di Francia. Riusciva a stare vicino a Francine a fatica, era come se la guerra spirasse da lei e non l'abbandonasse in nessun momento. Si chiese se una tale aura era una cosa che poteva spegnersi in tempi diversi, poteva attenuarsi. Così non fosse stato, una volta deposte le armi, Francine sarebbe stata una persona molto sola perché nessuno avrebbe mai potuto sopportare di starle vicino. Già in quel contesto solo Artemisia era sempre presente, tanto da ricordare una balia più che un ufficiale in seconda, il che era ridicolo, giacché era ancora più giovane di Francine stessa.

Lui però non poteva farsi condizionare da quelle sensazioni, era un capitano a sua volta, la metà dei myrmidon che avevano erano sua responsabilità e sentiva quella responsabilità ancora viva, nonostante naturalmente la Spada Immacolata avesse ormai il controllo. "Dovrete andare anche stanotte?" chiese.

"Non sarà necessario." C'era suo suo volto uno strano sorriso, come chi sta per ricevere qualcosa che ha desiderato a lungo senza volerlo davvero.

"Come fate a dirlo?"

"Le truppe dell'aeronave stanno per dare battaglia all'essercito russo, lo scontro è nell'aria. I nostri nemici non riusciranno  a resistere oltre."

"Se vi spingessero a un terzo assalto solitario..."

"Morirei, naturalmente, come sarei potuta già morire ieri notte. Ma il loro comandante non è così abile e non è abituato a questo tipo di strategie. Stanno piangendo cinque morti, i rifornimenti che si aspettavano non arriveranno mai e la grande battaglia che gli era stata promessa è cominiciata senza di loro. Si sono venute a creare le condizioni perfette per esasperarli."

Francine Valery Santaroche sfruttava il suo mito come uno strumento tattico, muoveva la sua lunga ombra sul campo di battaglia sapendo di generare il gelo nei suoi nemici. Non era successo niente di veramente drastico in quei giorni, Krun lo sapeva, ma il semplice fatto che ci fosse lei cambiava le carte in tavola. "Sono ancora in numero elevato."

"Un rapporto di forza complicato, ma almeno potremo giocarci le nostre carte. Sempre meglio di stare qui a morire come topi sotto le bombe. I vostri konsole sono pronti?"

"Lo sono da sempre."

"Allora avvertiteli di prepararsi alla battaglia."

Valerius Demoire - vol. 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora