Incontro

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I giorni passarono con estrema lentezza, come quando d'inverno si aspetta l'arrivo dell'estate.

Eren ogni giorno si allenava con Petra e gli altri.
Il loro rapporto era diventato veramente solido.

Quando Eren tornava a pensare a Levi, e la malinconia ritornava, i ragazzi erano sempre pronti a consolarlo.

L'ultima sera prima della spedizione, si trovarono intorno al solito tavolo di legno.

-Grazie ragazzi.
Senza di voi sarebbe stata ancora più dura. - disse Eren guardandoli negli occhi.
I ragazzi scoppiarono a ridere, lasciando confuso il ragazzo.

-Eren, lo avrebbero fatto tutti, non devi ringraziarci! - rispose Erd dandogli una pacca sulle spalle.

Eren scosse la testa.

-Non è vero.
Voi credete in me, e io credo in voi.
Non c'è molta gente che ripone fiducia in me ormai...-
- Sai giovane, siamo felici di averti conosciuto.
E mi dispiace che la gente parli senza conoscerti realmente.
Ammetto, anche noi eravamo così.
Ma guardaci adesso: ti proggeremo al costo della nostra stessa vita! - esclamò Gunther battendo i palmi delle mani sul tavolo.

Eren si commosse e sorrise.

-Oh no, di nuovo! -
-Ma insomma Gunther guarda che hai fatto!-
-Io non volevo, su Eren non essere triste!-
-Eren vieni qui! - disse Petra cingendolo con le esili braccia.
-Vi voglio bene ragazzi... - sussurrò il giovane.
All'abbraccio si aggiunsero anche Auruo, Gunther e Erd.

Durante quelle settimane aveva passato pochissimo tempo da solo.
Petra gli era stata sempre accanto.
Purtroppo era riuscito a incontrare i suoi amici solo un paio di volte, e di sfuggita.

La notte però, si trovava a pensare a lui.
A Levi.
Gli mancava.
Non aveva notizie del capitano dall'ultima volta che lo aveva visto.

Nella sua camera di pietra fredda, i caldi ricordi lo avvolgevano, impedendogli di sfuggire.

Strinse la lettera che custodiva sotto il cuscino.

Si era ripromesso di mettere da parte le emozioni, ma come avrebbe dovuto fare?

Era spaventato per l'indomani.
Lo avrebbe rivisto.
Come si sarebbe dovuto comportare?

Si tirò le coperte fin sopra alla testa.
"Da domani tutto cambierà, ancora." pensò prima di cadere nel sonno stringendo ancora tra le mani il pezzo di carta.

Levi in quelle settimane non aveva avuto un solo secondo di tregua.
La preparazione delle trappole e dell'organizzazione lo stavano distruggendo.
Da quando se n'era andato, aveva cercato di contattare la sua squadra, ma era risultato impossibile.

Sapeva che Eren aveva sicuramente compreso la situazione, ma d'altro canto sapeva anche della vulnerabilità delle emozioni del giovane.

Gli mancava come l'aria.

-OI RIVAILLE! SU, ULTIMO SFORZO E ABBIAMO FINITO! - gridò Hanji da un albero opposto.

La missione sarebbe partita a mezzogiorno, e i soldati si sarebbero riuniti alcune ore prima.

Non vedeva l'ora di stringere Eren, dirgli quanto gli era mancato e baciarlo finalmente dopo tanto.
Certo, non sapeva quando avrebbe avuto il tempo di farlo e se il ragazzo avrebbe ricambiato.
Si riscosse dai suoi pensieri, aiutando Hanji.
Ci avrebbe riflettuto dopo.

ALBA

Eren quella mattina era agitato.
Nulla era andato come previsto.

Auruo aveva sbagliato direzione, ed erano andati da tutt'altra parte.

𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora