Nero

2.2K 122 122
                                    

Dopo una doccia fredda e tante lacrime, Eren si asciugò e si vestì, pronto per affrontare la giornata.

Da una parte si sentiva ferito e umiliato dall'uomo con cui aveva condiviso così tanto in così poco.
Ma dall'altra forse aveva dannatamente ragione.

Tutto era crollato con un semplice soffio come un castello di carte.
Il loro legame, era davvero solo una bugia?

Un pensiero però continuava a ronzargli per la testa.

Levi era misterioso, si, ma non era da lui agire così facendo il "codardo".

Una piccola fiamma di speranza era nata di nuovo in lui.
D'un tratto il suoi occhi sembrarono luccicare.

Il dolore sembrava esser diminuito, quasi sparito del tutto, lasciando spazio a un mix di rabbia e sollievo.

Eren era cocciuto.

Dopo essersi ripreso da quelle pallottole di piombo sparate da Levi ed esser tornato a pensare in modo razionale, aveva capito che doveva parlargli.
Intuiva che ci fosse qualcosa sotto.

Si ricordava dei baci con Jean, freddi e senza emozioni.
Ma con Levi era tutt'altro.
Baci caldi.
Bisognosi.
E soprattutto, intimi.

La ferita era fresca, e non sarebbe sicuramente riuscito ad avere una discussione con il capitano senza mettersi a piangere.

Odiava quel lato di sé.

I sentimenti avevano sempre le meglio su di lui, e non poteva nasconderli, non ci riusciva.

Quando finí di prepararsi prese un respiro e strinse i pugni.

Questa volta avrebbe dovuto mostrarsi superiore ad esse.
Sarebbe rimasto distaccato da tutto e da tutti.
Soprattutto da lui.

Uscì dalla stanza e scese lentamente le scale, arrivando in cucina.
Quando incrociò lo sguardo di Levi lo sostenne.
I colore degli occhi del capitano sembrava diverso.
Quasi grigio.
Un cielo nuvoloso, carico di pioggia e pronto a diluviare in un qualsiasi momento.
Ma dietro a tutto celavano... Malinconia.

Levi d'un trattò si alzò e uscì dall'edificio.
Eren lo seguì a ruota.

Per tutta la durata del tragitto rimasero in silenzio.
Il giovane soldato sapeva che avrebbe dovuto cogliere l'occasione al volo e parlargli, ma non si sentiva a suo agio.

Dopo aver camminato per una quindicina di minuti, Eren scorse la figura minuta di Petra, intenta a scrivere qualcosa su un foglio.

-Alla buon'ora!
È stata così dura svegliarti Eren? - disse Petra ridendo.
Eren abbassò lo sguardo.

Le avrebbe dovuto mentire?

-Petra iniziamo, non c'è tempo da perdere.
Vi aspetto all'inizio del percorso.-

-Va bene capitano.
Allora Eren, il percorso è ad ostacoli. Puntiamo a vedere cosa offri, le tue qualità.
È simile ai percorsi che si fanno al campo cadetti, perciò non preoccuparti.
L'unica differenza sostanziale è questa: oltre a seguire la strada indicata e segnare i manichini dei giganti statici, dovrai porre attenzione a ciò che ti circonda.

Il mondo fuori dalle mura è imprevedibile, così abbiamo pensato di piazzare qualche trappola per testare la tua velocità di reazione.

Attento a dove metti i piedi, mi raccomando!

Ora seguimi, il capitano ti seguirà per tutto il tempo, io vi aspetterò alla fine. Capito?-
Eren annuì.

Non aveva per nulla ansia, anzi.
Doveva svuotarsi in qualche modo, e quello sembrava perfetto.

Eren e Petra raggiunsero il capitano e la donna andò all'ultimo albero segnato del percorso.

Levi porse a Eren l'attrezzatura.
Per un momento le loro mani si toccarono, e entrambi furono scossi da un brivido freddo.

Il fischio di Petra fece capire che era arrivata alla destinazione, e si poteva cominciare.

-Stai attento e non distrarti, la minima distrazione potrebbe nuocerti.
Ora parti. - affermò Levi finendo di indossare la sua attrezzatura.

Eren partí senza pensarci troppo.
Non stava facendo nulla di nuovo, l'istruttore Shadis aveva torchiato lui e i suoi compagni anni interi.
Gli era comunque grato.
Era diventato un bravo soldato.

Si spostava rapidamente tra gli alberi, colpiva tutti i manichini e evitava le trappole.

Certo, tutto era proceduto per il meglio fino a quando non vide la figura scaltra e agile di Levi.

Si era completamente dimenticato della sua presenza , e in un attimo gli tornarono le sue ultime parole.

"Stai attento e non distrarti, la minima distrazione potrebbe nuocerti."

Venne avvolto improvvisamente dallo sgomento più totale, senza una ragione precisa.
Stava perdendo la concentrazione.

"Io sono il capitano, tu il soldato.
Non può esserci una relazione"

Le frasi dette da Levi in precedenza quella mattina, unite ai ricordi dei loro baci, della sera della luna piena, del fremere dei loro corpi vicini riempivano la testa del ragazzo.

Pensava che il dolore se ne fosse andato, invece era ripiombato proprio lì e ora, nel momento peggiore.

Eren perse per un momento la lucidità.

Successe tutto in un batter d'occhio.

Perse il controllo dell'attrezzatura e colpì una delle trappole andò a segno, colpendo la testa del giovane in pieno.

La vista iniziò ad annebbiarsi.

I suoni ad ovattarsi.

Da lontano sentiva provenire un sussurro.

"Eren"

Provò a rispondere ma la voce gli morì in gola.

L'ultima cosa che vide fu proprio la figura di Levi in procinto di dirgli qualcosa, ma non era in grado di udirlo.

Il mondo iniziò ad oscurarsi.



Nero.





Angolo Autrice

Buon Halloween!🎃

Il capitolo è corto lo so, ma ne pubblicherò un altro prestissimo!

(chissà, forse domani😝)

Lasciate una stellina e un commento, così facendo, sosterrete la storia! 💛

Come state?

Eren non molto bene...
Si riprenderà?
Cosa pensate succederà nel prossimo capitolo?

Fatemi sapere ^_^

Amaya <3

𝐃𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐫𝐢𝐨 (𝐞𝐫𝐞𝐫𝐢-𝐫𝐢𝐫𝐞𝐧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora